Viaggio negli ambienti più estremi
Ambienti più estremi. In questo viaggio negli ambienti più estremi andiamo ad esplorare i luoghi dove si sono registrate temperature record di caldo e di freddo, passeremo così dai + 70,7° ai -89,2°, scoprendo come gli esseri viventi siano riusciti ad adattarsi a temperature tanto inospitali, esseri umani compresi. Dai deserti alle zone artiche e antartiche, dalle aree vulcaniche alle gelate siberiane, si aprirà dinanzi a noi un mondo di estremi dove la vita è messa a dura prova.
Viaggio negli ambienti più estremi – CALDO RECORD
Le temperature più alte
La massima temperatura al suolo è stata registrata nel gigantesco bacino desertico del Dasht-e Lut nel sud dell’altopiano centrale iraniano; qui d’inverno si forma anche il ghiaccio, ma d’estate la temperatura dell’aria supera i 50° C., mentre quella al suolo è la massima registrata nel mondo: 70,7° C.. I pochi insediamenti umani si trovano ai margini della regione. Nel 1913 nella Death Valley (Valle della Morte), tra California e Nevada, negli Stati Uniti, furono registrati 56,7° C.; nel 1998, in quest’area desertica si raggiunsero i 54° C. e nel più recente 2002 furono 53° C.. Nella Death Valley, come in altre aree desertiche, l’acqua è un bene raro, ma alcuni pesci si sono adattati a vivere negli scarsi corsi d’acqua bollente esistenti. Anche alcune piante si sono adattate ai climi molto caldi ed aridi; è il caso del cactus che accumula acqua e mette spine per allontanare insetti assetati.
Nel Dasht-e Lut e nella Death Valley sono stati registrati i picchi più alti di temperatura, ma peggio sono le temperature medie, ossia temperature altissime che non danno tregua. La più alta temperatura media annuale registrata nel mondo è in Dancalia, al confine tra Eritrea ed Etiopia; è una depressione vulcanica, qui ribolle tutto, regalando uno spettacolo geologico incredibile per la presenza di minerali che colorano il paesaggio, ma è un ambiente altamente inospitale. In Dancalia, tuttavia, vivono gli Afar, un’etnia tribale che ha imparato a sfruttare quel poco che il territorio offre loro; gli Afar sono nomadi musulmani sunniti che vivono del commercio del sale; si recano nel lago Assal dove staccano blocchi di sale che caricano sui dromedari; dopo 4 giorni di cammino, le lunghe carovane, anche di 1000 animali, giungono nelle cittadine degli altopiani dove il sale viene venduto. Il dromedario negli ambienti aridi ed infuocati ci si trova benissimo, sopporta per giorni la mancanza di cibo ed acqua; il suo segreto? elimina pochissimi liquidi e dispone di una gobba che è un accumulo di grasso da usare in caso di necessità; il dromedario può sopravvivere senza acqua e cibo fino a 7 giorni.

In Namibia, nella zona desertica del Kaokoland, vivono gli Himba, un gruppo etnico che ha imparato a proteggersi dai raggi solari, dalla disidratazione, dagli insetti e dai parassiti ricoprendo tutto il corpo, capelli compresi, di ocra. Un composto di ocra e grasso viene accuratamente spalmato su tutto il corpo come una crema protettiva naturale e di preservazione della bellezza della pelle; peccato che fa odore di burro rancido, ma loro ci sono abituati. In Namibia, poi, c’è una pianta, la Velvicia Mirabilis, che può vivere alle temperature desertiche fino a 2000 anni. Leggi anche Viaggio nel mondo dei deserti.

Nella parte centro meridionale del Sahara c’è la regione desertica del Ténéré dove vivono i Tuareg, famoso popolo nomade costretto a spostarsi continuamente in cerca di acqua. Il deserto del Ténéré è una riserva naturale protetta da UNESCO perché contiene una grande varietà di habitat scomparsi in altre aree del Sahara: dune mobili, dune fisse, deserto di ghiaia sassosa, valli rocciose, canyon, altipiani, pozze d’acqua, fauna selvatica come antilopi, gazzelle, volpi, ghepardi, oltre ad essere una zona di transito per un gran numero di uccelli migratori.

Picchi di temperature torride si sono registrati anche in Europa. L’estate più calda è stata quella del 2003, unica nel suo genere per intensità, durata ed estensione; a Parigi furono registrati 48° C., a Cordova in Andalusia furono 46,2°, in Italia a Firenze il 5 agosto furono 41,1°, in Danimarca 32°, nel Kent in Inghilterra 38,5°; in Francia morirono 11.000 anziani e in Italia si registrarono 7.500 decessi imputabili al caldo. La più alta temperatura in Italia fu, però, registrata il 25 giugno 2007 a Foggia: 47° C..
La città più calda
Al’Aziziyan, la porta del Sahara libico, si trova a 40 km a sud di Tripoli; è stata considerata a lungo la città più calda del mondo con i suoi 58° C. registrati nel 1922. Su questa rilevazione, tuttavia, sorsero molti dubbi per la qualità degli strumenti usati, quindi per la sua attendibilità, fino a che l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha di recente giudicato non affidabile quella misurazione. Rimane, comunque, il fatto che in questa località alle porte del Sahara, la temperatura arriva normalmente a 48° C. e non è difficile registrare 40° all’ombra, con le moderne strumentazioni; dalle ore 11 alle ore 16, la città si ferma letteralmente.
Le montagne di fuoco
Dalle viscere della Terra può sgorgare materiale incandescente ad una temperatura di oltre i 1000° C., è la lava che esce dai vulcani. Il Kilauea, il più attivo dei vulcani hawaiani, è uno dei più spettacolari al mondo; la lava rovente scorre fino alla costa percorrendo molti chilometri, in parte in superficie, ma spesso imboccando gallerie sotterranee; tra il 1983 ed il 1990, le colate laviche del Kilauea hanno creato il deserto di lava di Kalapana dove prima c’era una foresta, palme, case, giardini. Leggi anche: Viaggio nel rapporto tra uomo e vulcani.

Creare con il caldo
L’uomo si è servito del calore per fabbricare utensili fin dai tempi più antichi e, ancora oggi, molti degli oggetti che ci circondano sono ottenuti da materiali sottoposti a temperature elevatissime. L’acciaio, nei suoi molteplici usi, viene sottoposto a temperature di 1650° C. nelle fornaci; il vetro, il cui primo impiego risale al II millennio a.C. in Egitto, viene prodotto con una tecnica perfezionata a Venezia nel XIII secolo e che porta la materia prima ad una temperatura di 1500° C.; la cottura della ceramica viene sottoposta a temperature di 1000° C. nella prima fase di produzione del cosiddetto biscotto che verrà poi lavorato e reintrodotto in forno.

Viaggio negli ambienti più estremi – FREDDO RECORD
Le temperature più basse
La temperatura più bassa fu registrata negli anni ’20 del Novecento in Siberia dove, nel villaggio Oimjakon furono rilevati -71,2° C.. Il villaggio di Oimjakon è, dunque, il posto più freddo dove l’uomo vive stabilmente; solitamente, in primavera si va a -20° C. ed in inverno si arriva a -60°, salvo picchi eccezionali come quello degli anni ’20. Con queste temperature così glaciali, il villaggio è tagliato fuori dal mondo per gran parte dell’anno.
Se vogliamo battere le temperature del gelo siberiano, dobbiamo andare in Antartide dove, il 21/7/1983, è stata registrata la temperatura più bassa del pianeta: -89,2° C. E’ dunque l’Antartide il territorio più freddo del pianeta perché, a parte il picco del 1983, la temperatura media è di -57° C., quindi temperature estreme di freddo tutto l’anno. L’Antartide, però, è un luogo prezioso per i ricercatori e ben 30 nazioni hanno qui basi scientifiche per studi astronomici, studi sui neutrini (fisica delle particelle), sulle forme di vita e sui relativi adattamenti, studi sul clima, ecc.. I ghiacci antartici sono antichissimi ed i campioni prelevati possono rivelare molte informazioni sul nostro pianeta.

C’è vita anche alle temperature più fredde. Nel mondo animale, i cavalli della Siberia sono capaci di sopportare condizioni estreme; le renne, nell’estremo Artico, si trovano a loro agio nel freddo glaciale perché le loro narici si sono evolute in modo da riscaldare l’aria prima di raggiungere organi vitali ed i loro zoccoli in inverno diventano stretti e taglienti per aver miglior presa nel ghiaccio. L‘orso bianco, il re del ghiaccio, può vivere solo nel gelo e la sua sopravvivenza è minacciata dal riscaldamento globale; alle Isole Svalbard, in Norvegia, appositi cartelli stradali di pericolo avvisano della presenza di orsi bianchi perché è meglio stargli lontani, sono grossi, ma corrono a 60 km/h e potrebbero essere pure affamati. In Antartide, l’animale simbolo è il pinguino; circa 70 milioni di esemplari appartenenti a varie specie popolano questo continente gelido del polo sud; il segreto del loro successo evolutivo è un ottimo isolamento termico dovuto alle penne impermeabili, sotto le quali si trova un piumino che trattiene l’aria e poi uno spesso strato di grasso sottocutaneo; anche la vita dei pinguini è minacciata dallo scioglimento dei ghiacci causato dal riscaldamento globale.

Anche la nostra specie è stata plasmata dall’evoluzione. Sono caratteristiche comuni delle persone che abitano nei climi gelidi, come gli Yakuski (in Siberia) e gli Inuit (nel Canada artico e Alaska), la forma tondeggiante, il corpo massiccio e gli arti corti, allo scopo di ridurre la dispersione termica e favorire i depositi di grasso; anche la piega cutanea degli occhi a mandorla di queste popolazioni potrebbe avere un significato adattivo, ad esempio proteggere dal vento e costituire una sorta di visiera naturale contro la luce abbagliante riflessa dalla neve.
La città più fredda
A parte i villaggi, la città più fredda al mondo è Yakusk, nella Siberia orientale, dove l’inverno dura 9-10 mesi, la temperatura scende a -50° C. e non sale oltre i -25° C.; per circa 20 giorni l’anno, però, la temperatura può salire di parecchi gradi sopra lo 0. Durante la lunga stagione glaciale, le pattuglie della polizia girano per le strade per salvare la vita alla gente improvvida che gira ubriaca o non vestita adeguatamente, perché con temperature di -50° C. il rischio di congelamento è davvero altissimo.
Costruire case nel ghiaccio non è impresa da poco. Nelle zone artiche, al di sotto della superficie, si forma il permafrost che è uno strato solido di ghiaccio perenne; tuttavia, durante il disgelo la sua stabilità non è garantita e le case devono essere costruite considerando questo fattore; innanzi tutto, in presenza di permafrost non è possibile piantare fondamenta, le strutture di sostegno dell’abitazione sono poste su una piattaforma che poggia sul permafrost, ma durante la stagione estiva occorre sistemarne l’assetto con delle specie di zeppe; altro sistema è quello di costruzioni simili a palafitte.

Altro punto critico della vita in un clima artico è lo stravolgimento dell’alternanza giorno-notte. Dall’inizio di novembre a metà febbraio è sempre buio, mentre dal 20 di aprile al 5 di settembre il sole non tramonta mai; abitare qui non è per tutti; per ottenere la indispensabile vitamina D nel lungo periodo invernale, occorre far ricorso a massicce dosi quotidiane di olio di fegato di merluzzo.
IL CLIMA IN ITALIA
Il territorio italiano ha un clima che va dal sub-tropicale a quello delle nevi perenni. La più alta temperatura fu di 47°, registrata a Foggia nel giugno del 2007, mentre quella più bassa fu -38° C, registrata a Livigno nel febbraio del 1956. A favorire una massima gamma di diversità è la conformazione del territorio e la sua forma lunga e stretta. Nella regione alpina, il clima è temperato freddo come quello dell’Europa settentrionale, scendendo nella Pianura Padana il clima diventa temperato umido con rigidità invernali e caldo umido estivo; in Liguria, Toscana, Lazio, parte dell’Umbria e Campania, il mare Mediterraneo fa sentire la sua tipica influenza e le estati sono calde e secche, gli inverni miti e le piogge concentrate soprattutto in primavera ed autunno; più a sud, il carattere mediterraneo si esprime in tutta la sua pienezza con estati caldissime, ma molto asciutte; in alcune aree interne della Sicilia e della Sardegna, il clima presenta, in parte, analogie con i climi desertici o sub-tropicali. Anche in Italia abbiamo avuto annate straordinarie; se l’estate più torrida fu quella del 2003, l’inverno più freddo degli ultimi 70 anni è datato 1985.
Buona vita!
Cinzia Malaguti
Alcune informazioni contenute in questo articolo sono tratte dal documentario di Alberto Angelo Ulisse: il piacere della scoperta, 2016, Rai Play