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I fiori di Loto

I fiori di Loto crescono nel fango, ma emanano sempre un sottile profumo avvolgente; per questo motivo, nelle tradizioni orientali, il Loto è un simbolo di purezza. Si contano almeno 100 specie di fiori di Loto nel mondo e molteplici sono gli usi del fiore e dei suoi semi; anche i fiori appassiti hanno il loro utilizzo perché questo è un fiore sacro. Se vuoi ammirare una meravigliosa distesa di fiori di Loto, vai a Mantova tra luglio ed agosto.



Il Loto è una pianta acquatica che cresce in acque fangose, nelle risaie, nei fiumi, nei laghi. Nonostante cresca nel fango, il fiore emana sempre un profumo avvolgente e rilassante. Secondo il Buddha, il suo profumo sottile supera le impurità della vita, tanto che le tradizioni orientali lo chiamano il profumo della liberazione. Il fiore di Loto è, soprattutto, simbolo di purezza perché, pur crescendo nel fango, rimane sempre pulito e profumato. Come il monaco buddhista, poeta, studioso e attivista per la pace Thich Nhat Hanh ha insegnato, non può esserci il Loto senza il fango e parimenti non possiamo avere la felicità senza la sofferenza: la felicità scaturisce dal comprendere e trasformare la sofferenza.



Gli usi. I fiori di Loto vengono utilizzati in Oriente per essere offerti nelle Pagode, per decorare la casa, nei bagni termali e per aromatizzare il tè. Per aromatizzare il tè vengono utilizzati gli stami del fiore. Con i petali secchi vengono preparati infusi, ma servono anche per distillare l’alcool. I semi vengono usati per zuppe di riso, dolci e cocktail zuccherati.

fiori di loto
Mantova, Lago Superiore in luglio

La Città del Loto. Nel mondo esistono circa 100 specie di fiori di Loto. In Italia, puoi ammirare meravigliose distese di fiori di Loto a Mantova, sul Lago Superiore, nei mesi di luglio ed agosto. E’ speciale Mantova in luglio ed agosto: il suo Lago Superiore si riempie di fiori di loto dal colore bianco e rosa e le cui foglie possono raggiungere diametri di un metro ed oltre. La pianta del fiore di loto è stata introdotta nel Lago Superiore di Mantova nel 1921 da una studentessa universitaria di scienze naturali, Maria Pellegreffi, che portò a Mantova alcuni rizomi di Loto ottenuti da missionari italiani in Cina. Da allora si è tanto diffusa da divenire infestante e, anno dopo anno, sottrae – purtroppo – sempre più spazio alle belle ninfee; tuttavia, lo spettacolo offerto dalle enormi distese dei profumati fiori di loto con le loro gigantesche foglie è assicurato, tanto da citare Mantova quale “Città del Loto”.

Buona vita!

Cinzia Malaguti

Bibliografia: Thich Nhat Hanh, Ogni istante è un dono, Milano, Garzanti, 2017