20 dipinti tra i più belli di sempre
Il mondo dell’arte è ricco di capolavori, quella che segue è pertanto una selezione di 20 tra i dipinti più belli di sempre. E’ la bellezza dell’arte che fa spalancare gli occhi di meraviglia ed illumina l’anima. Vederli dal vivo è poi un’emozione indescrivibile, quindi leggerete anche i luoghi dove ammirarli dal vivo.
Masaccio: Pagamento del tributo (1425 circa)

Pagamento del tributo è un affresco del Masaccio che si trova nella Cappella Brancacci della Chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze; realizzato in 32 giornate di lavoro, ritrae una scena delle storie di San Pietro in cui Gesù lo invita a pagare il tributo richiesto da un gabelliere per entrare in una città dell’antica Galilea. L’affresco è in sé anche un racconto eseguito con dovizia di particolari ed espressività dei volti, pare quasi una scena teatrale.
Sandro Botticelli: Primavera (1482 circa)

La Primavera di Sandro Botticelli è una delle opere più belle e famose del Rinascimento italiano. Fu realizzata per la villa medicea di Castello (Firenze) ed oggi la potete ammirare nella Galleria degli Uffizi a Firenze. E’ un’allegoria della primavera; nelle tre grazie raffigurate sono state riconosciute Caterina Sforza (a destra) e Simonetta Vespucci (al centro), considerata la donna più bella del Rinascimento e musa ispiratrice di Botticelli che l’ha raffigurata anche in La nascita di Venere.
Sandro Botticelli: Nascita di Venere (1482-1485)

Difficile immaginare un dipinto più bello di questo, per la bellezza delle forme, dei colori, degli sguardi, per l’armonia dell’insieme, per l’incanto che cattura. Nascita di Venere fu realizzato tra il 1482 e il 1485 per la villa medicea di Castello ed oggi la potete ammirare nella Galleria degli Uffizi a Firenze. La Venere raffigurata ha le sembianze di Simonetta Vespucci, la musa ispiratrice di Botticelli e considerata la donna più bella del Rinascimento.
Leonardo da Vinci: Ultima cena (1495-1498)

Ci mise quattro anni Leonardo da Vinci a dipingere l’Ultima cena nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Era il 1494 quando Leonardo ricevette l’incarico da Ludovico Sforza duca di Milano e lo eseguì seguendo una tecnica nuova, diversa da l’affresco, purtroppo causa della sua fragilità. L’Ultima cena di Leonardo che oggi possiamo ammirare nella ricostruita Chiesa convento Santa Maria delle Grazie è il frutto di un restauro integrale, compiuto tra il 1978 ed il 1999, che riuscì a recuperare frammenti degli originali colori e delle espressioni dei personaggi, deformati dai numerosi ritocchi con colla e stucco a cui era stato sottoposto nel corso del tempo. L’Ultima cena di Leonardo è un capolavoro d’arte, la raffigurazione poetica dell’ultima cena di Gesù Cristo, di quasi 9 metri di larghezza per 4,6 di altezza, nel momento in cui annuncia “in verità vi dico: uno di voi mi tradirà” (Vangelo di Giovanni, XIII); l’espressività del dipinto è sublime, è poesia dove a parlare sono le espressioni dei volti e la gestualità delle mani; è riconosciuto Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Leonardo da Vinci: Gioconda (1503-1506 circa)

La Gioconda di Leonardo da Vinci è il ritratto più famoso nella storia dell’arte e indubbiamente uno dei più belli di tutti i tempi; profondità di sguardo, sorriso enigmatico e postura danno espressività alla figura rendendo il ritratto un capolavoro. La Gioconda fu realizzata tra il 1503 ed il 1506 ed è conservata al Museo Louvre di Parigi; fu Leonardo stesso a portare con sé la sua opera in Francia, quando vi si recò nel 1516, probabilmente poi fu acquistata da Francesco I, re di Francia.
Michelangelo Buonarroti: La Cappella Sistina (1508-1512 e 1535-1541)
La Cappella Sistina è un tesoro artistico e culturale della Città del Vaticano, costruita tra il 1475 ed il 1481, all’epoca di Sisto IV della Rovere, da cui ha preso il nome. L’interno è superbamente affrescato e tra gli affreschi di maggior pregio e valore ci sono quelli realizzati da Michelangelo Buonarroti. Gli affreschi di Michelangelo ricoprono la volta (1508-1512) e la parete di fondo sopra l’altare (1535-1541) sul Giudizio Universale; è considerata la più completa ed importante teologia visiva (libro sacro per immagini).
Tiziano: Venere di Urbino (1538)
Venere di Urbino fu realizzato nel 1538 dal pittore veneto Tiziano, su commissione del rampollo del Ducato di Urbino, è un olio su tela di 119 x 165 conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze. La Venere rappresentata e tutti i particolari del dipinto sono talmente perfetti da rendere quest’opera addirittura commovente per tanta bellezza e maestria.
Caravaggio: Medusa (1597 circa)

Scudo con testa di Medusa è un dipinto realizzato da Caravaggio nel 1597 circa e conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze. L’effetto straordinario che il pittore riesce a dare al suo soggetto è l’impressione che esso sia in rilievo; la Medusa è ritratta nel momento dell’urlo, scaturito dall’improvviso taglio della testa, la capigliatura di serpi amplifica l’orrore che trapela dallo sguardo e dall’espressione facciale. Un capolavoro!
Guercino: Sibilla Persica (1647)

Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino, dipinse la Sibilla Persica (The Persian Sibyl) nel 1647. La Sibilla persica era, secondo la mitologia greca antica, una sacerdotessa profetica che presidiava l’oracolo apollonico. Per la ricchezza di dettagli, tipica del Guercino, ma anche per la vividezza dei colori e dello sguardo, è uno dei dipinti più belli del Guercino e dell’arte del Seicento. Sibilla Persica la potete ammirare dal vivo ai Musei Capitolini a Roma.
Diego Velazquez: Las Meninas (1656)

Las Meninas è considerata l’opera maestra del pittore andaluso Diego Velazquez ed è conservata a Madrid, al Museo del Prado. Velazquez era il pittore della corte reale spagnola ed in quest’opera è dipinta l’infanta Margarita, figlia del re Filippo IV di Spagna e della sua seconda moglie Marianna d’Austria, circondata dalle sue dame di corte. E’ un meraviglioso dipinto d’ambiente dove la principessa è rappresentata come figura orgogliosa al centro della tela.
Jan Vermeer – La ragazzo col turbante o La ragazza con l’orecchino di perla (1665-1666 ca)

La ragazza col turbante, più conosciuto come La ragazza con l’orecchino di perla è un dipinto dell’artista olandese Jan Vermeer e conservato al Mauritshuis a L’Aia (Den Haag), in Olanda. Vermeer (1632-1675) fu il pittore della gente comune, mai ritrasse re, regine o papi ed il ritratto della ragazza con l’orecchino di perla è davvero straordinario; l’effetto luce della figura su fondo nero ed il suo sguardo imprimono bellezza e accettazione, che trasmettono all’osservatore a cui la ragazza sembra volgere l’attenzione. Vermeer fu grande nel combinare bellezza e tristezza, nella rappresentazione di un senso di calma, di accettazione, di vita comune, di saggezza.
Claude Monet: Impressione, levar del sole (1872)

Impressione, levar del sole è un dipinto realizzato nel 1872 dal pittore impressionista francese Claude Monet; l’opera è conservata al Musée Marmottan Monet a Parigi. Nell’opera è raffigurato uno scorcio mattutino del porto di Le Havre avvolto dalla nebbia che rende tutto sfocato e indefinito. Realizzato nel periodo iniziale della corrente artistica degli Impressionisti, ne ha già tutte le caratteristiche.
Vincent Van Gogh: Campo di grano con volo di corvi (1890)

Campo di grano con volo di corvi fu realizzato da Vincent Van Gogh nel 1890 ed è conservato al Museo Van Gogh di Amsterdam. E’ rappresentata una natura inquieta come inquieto è l’animo del pittore che proietta così il proprio stato d’animo e la propria dimensione di sofferenza sulla realtà circostante.
Edvard Munch: Urlo (1893)

L’urlo fu realizzato nel 1893 dal pittore norvegese Edvard Munch ed è custodito nella Galleria Nazionale di Oslo. Il grido che distorce l’intero paesaggio e le forme indefinite del soggetto, rendono quest’opera un simbolo universale della paura e dell’angoscia.
Gustav Klimt: Il bacio (1907-08)

Il bacio è un dipinto realizzato dal pittore austriaco Gustav Klimt e conservato nel Museo Belvedere di Vienna. Il dipinto ritrae due innamorati nel loro atto di passione avvolgente ed in grado di superare le differenze ed i conflitti uomo-donna, espressi in un particolare linguaggio visivo: mentre le vesti dell’uomo sono costituite da elementi geometrici spigolosi, nelle tonalità del nero, grigio e bianco, quelle della donna hanno forme circolari, morbide e variopinte.
Henri Matisse: La danza (1910)

La danza fu realizzato da Henri Matisse nel 1910 ed è conservato al Museo dell’Hermitage a San Pietroburgo in Russia; è la seconda versione del dipinto, la prima fu realizzata nel 1909 ed è conservata al Museum of Modern Art di New York. I protagonisti sono, in entrambe le versioni, cinque figure danzanti, ma – a differenza della prima rappresentazione – la pelle dei soggetti non è più chiara, bensì colorata utilizzando una forte tonalità rossa; inoltre, sono decise le tonalità del verde e del blu di sfondo; l’utilizzo di queste forti tonalità e la semplicità delle forme, dimostra l’influenza dell’arte primitiva nei dipinti di Matisse.
Vasilij Kandinsky: Giallo, rosso e blu (1925)

Giallo, rosso e blu è un dipinto di Vasilij Kandinsky, realizzato nel 1925 e conservato al Centro Pompidou di Parigi. Nella realizzazione di quest’opera, il pittore astrattista russo fu influenzato dalla teoria dei colori di Goethe; egli traspose nel dipinto uno dei teoremi del trattato di Goethe, ossia la nascita del rosso dall’incontro tra luce, colore giallo e colore dell’oscurità, il blu. I colori suscitano particolari stati d’animo, scrisse Goethe; Kandinsky aderì a questa risonanza psicologica del colore che conduce verso l’invisibile e verso l’espressione della soggettività, contrariamente ai divisionisti che esploravano il fenomeno fisico della luce; per Kandinsky, lo spettro luminoso è, allo stesso tempo, un linguaggio naturale e simbolico, percepito dall’intelletto, ma soprattutto dai sensi. Il colore per Kandinsky è anche musica, la musica che si traduce in pittura attraverso il colore. Fin dall’antichità, la pittura ha sempre imitato la natura, ma usando l‘astrazione Kandinsky fu parte della più grande rivoluzione nella storia dell’arte.
Salvador Dalì: La persistenza della memoria (1931)

Salvador Dalì dipinse La persistenza della memoria nel 1931, lo potete ammirare a New York al Museum of Modern Art. I protagonisti della scena, ambientata in un paesaggio costiero della Costa Brava, sono tre orologi molli, quasi liquefatti, che prendono la forma dei sostegni sui quali poggiano; è una raffigurazione della soggettività del tempo.
Pablo Picasso: Guernica (1937)

Guernica di Pablo Picasso è un dipinto enorme, 8 metri di lunghezza e 3 di altezza, realizzato nel 1937 e rappresenta l’orrore per la guerra e il rifiuto del fascismo; fu realizzato durante la guerra civile spagnola. Il governo repubblicano spagnolo commissionò, con lauto compenso, la realizzazione di un dipinto per ornare il padiglione spagnolo all’esposizione universale di Parigi; quando, il 18 aprile 1937, aerei italiani e tedeschi, che sostenevano i nazionalisti di Francisco Franco, bombardarono la cittadina basca di Guernica con conseguente massacro, Picasso seppe cosa rappresentare nel dipinto commissionato. Nell’opera una madre tiene in braccio il figlio morto, la sua testa guarda in alto, lei grida al cielo, al posto degli occhi solo lacrime; poco più in là, il cavallo colpito dalla morte che viene dal cielo, si rialza dalla sua agonia per urlare contro l’ingiustizia. Guarnica è un manifesto politico e le parole di Picasso sono ferme e dure, esprime disprezzo per la casta militare che fa sprofondare la Spagna in un oceano di dolore e morte. Il dipinto, tanto grande da essere stato realizzato mettendolo in obliquo, ha solo le tonalità del grigio, nero e bianco. Dopo l’esposizione universale di Parigi del 1937, Guernica prese la via del Museum of Modern Art di New York e lì vi rimase fino al 1981, per espressa volontà dell’artista che voleva tornasse in Spagna solo dopo che fosse stata ristabilita la democrazia. Guernica rientrò in Spagna 8 anni dopo la morte di Picasso e 6 anni dopo quella di Franco per trovare collocazione al Museo del Prado di Madrid; dal 1992, il capolavoro di Picasso è esposto al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid.
Jackson Pollock: Convergence (1952)

Jackson Pollock dipinse Convergence nel 1952, oggi conservato negli Stati Uniti all’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo; è una pittura astratta che utilizza i colori per generare movimento.
La bellezza dell’arte!
Cinzia Malaguti
Complimenti per l’ottimo lavoro!
Grazie mille!