Simonetta Vespucci, la musa di Botticelli
Considerata la donna più bella del Rinascimento, Simonetta Vespucci ispirò Sandro Botticelli che volle immortalare la sua bellezza nelle vesti della dea Venere in Nascita di Venere e nell’allegoria della primavera nella famosa Primavera. Botticelli non fu l’unico a ritrarla nelle tele, ma il suo destino, per un verso generoso per tanta bellezza, fu poi crudele. Tra i suoi grandi ammiratori ci furono anche Lorenzo il Magnifico e Giuliano de’ Medici.

Simonetta Cattaneo in Vespucci nacque nel 1453 da mercanti genovesi, i Cattaneo, poi andò in sposa, quando aveva appena sedici anni, a Marco Vespucci, giovane uomo di potente famiglia di banchieri fiorentini, molto amici dei Medici.
A Firenze, l’accoglienza fu grandiosa e l’ammirazione per la sua bellezza lasciò il segno in artisti e poeti che trassero da lei ispirazione. Simonetta Vespucci era chiamata la Senza Pari, senza paragoni.
Lorenzo il Magnifico, che si dilettava a scrivere poesie, le dedicò parecchi versi ed il fratello Giuliano se ne innamorò perdutamente, pare riamato.

I grandi della pittura dell’epoca la ritrassero nelle loro tele, regalandole l’eternità. Il Ghirlandaio la dipinse negli affreschi del coro della Chiesa di Santa Maria Novella; è la Bella Simonetta nel dipinto di Simone di Cosimo esposto nel museo francese di Chantilly; è la Venere che addolcisce la forza di Marte, opera di Sandro Botticelli, alla National Gallery di Londra; è ancora Venere nel bellissimo dipinto del Botticelli La nascita di Venere, custodito agli Uffizi di Firenze; è la raffigurazione della primavera nella famosa Primavera del Botticelli, esposto agli Uffizi di Firenze.

La vita di Simonetta Vespucci fu, però, come un fuoco di paglia; si spense ad appena 23 anni, a causa di una malattia: la tisi. La notizia della sua scomparsa portò lutto a Firenze e ai posteri ha portato il sapore di una leggenda.
Cinzia Malaguti
Bibliografia:
M. Vannucci, Le donne di casa Medici, Roma, Newton Compton, 2016