Monet , il pittore che amava dipingere le ninfee
“Se non avessi fatto il pittore, avrei fatto il giardiniere” disse Claude Monet quando dipinse una delle sue ultime opere: The roses (1925-26), un mazzo di rose che riempie la tela di toni sfumati. Dipinse le ninfee del suo giardino in oltre cento versioni, quasi una ossessione, alla ricerca dell’effetto della luce sulla materia in tutte le sue varianti. Al suo dipinto Impressione, levar del sole (1872) si attribuisce l’origine stessa del movimento impressionista. Il Musée Marmottan Monet di Parigi accoglie la più grande collezione di opere di Claude Monet al mondo e che fu data in donazione nel 1966 dal secondogenito dell’artista, Michel, alla sua morte.

Claude Monet (Parigi 1840, Giverny 1926) fece la sua prima mostra a sedici anni, a Rouen, seguirono buoni studi e apprendistato a Parigi; strinse amicizie con Renoir, Bazille, Sisley. A Londra nel 1871, con Pissarro, fu folgorato dai quadri di Turner e maturò la tecnica della pittura per divisione del tono. Lavorò ed espose con gli altri Impressionisti, ma preferì la vita appartata in provincia. Amava posare il cavalletto ad Argenteuil, vicino a Parigi, oppure in Normandia, dove era cresciuto.


Claude Monet fu il più fedele alle proprie sensazioni visive, colui che per Cézanne “è solo un occhio, ma mio Dio, che occhio!“; fu lui a trascinare gli amici a dipingere all’aria aperta (en plein air) e la sua tela Impression, soleil levant , esposta nel 1874 alla prima mostra impressionista, codificò il termine Impressionismo, già usato dalla critica in tono dispregiativo. Egli fu tra i primi a diffondere la lezione dell’impressionismo.
Claude Monet amava dipingere serie dello stesso soggetto per catturarne la luce nelle sue diverse impressioni; famose sono le Ninfee del suo giardino, dipinte in oltre cento varianti. Quando si stabilì a Giverny, il suo giardino divenne l’unico soggetto dei suoi dipinti. Egli portò all’estremo il disfacimento della forma nella luce, andando oltre la trascrizione pittorica della sensazione visiva; il soggetto si fa macchia informe, il colore si sgrana, si decompone in mille gradazioni, il dipinto diviene quasi un’astrazione. Quando morì, poté vedere come alla base di alcune delle più spericolate tendenze delle avanguardie del Novecento siano le sue serie Cattedrale di Rouen, Ninfee e Pioppi.


Mostre con opere di Claude Monet. A Bologna, Palazzo Albergati, dal 29 agosto 2020 al 14 febbraio 2021, è allestita la mostra Monet e gli Impressionisti che espone 57 capolavori provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi; oltre a molte opere di Claude Monet, ce ne sono alcune di Manet, Renoir, Degas, Sisley, Corot, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac. Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 20, consigliata prenotazione online. Da non perdere!
Buona vita!
Cinzia Malaguti