Salvador Dalì e il Surrealismo
Salvador Dali è stato pittore, scultore, fotografo, designer, cineasta, sceneggiatore, scrittore spagnolo catalano, più precisamente di Figueres dove si trova il suo meraviglioso museo che ho avuto l’occasione di visitare qualche anno fa. Di Salvador Dalì ammiro l’immaginazione e l’ottimismo, ma tracciamone un profilo.

Il surrealismo fu un movimento culturale del Novecento che coinvolse tutte le arti e si proponeva di esprimere il pensiero puro, cioè senza il controllo esercitato dalla ragione e al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale. Salvador Dalì ne fu uno dei suoi migliori esponenti.


Orologi molli e distorti, telefoni aragosta, elefanti con le zampe alte e sottili, animali fantasiosi, figure disarticolate ed oniriche, tutte le forme della realtà che conosciamo sono alterate, sono surreali, ma non senza significato. Quello che Dalì spesso voleva fare era togliere oggetti dal loro contesto originale, ricontestualizzandoli in modo irrazionale attribuendo loro un nuovo significato. Vediamone alcune.


Le opere di Salvador Dalì sono piene di animali di ogni tipo, dagli insetti agli elefanti, trasformati in esseri surreali, ma densi di significati simbolici, un po’ come gli animali che compaiono nei nostri sogni.

L’elefante è una delle immagini preferite da Dalì; è spesso rappresentato con delle gambe sottili, come di zanzara, per enfatizzare il contrasto tra robustezza e fragilità, in analogia al contrasto tra passato e modernità. Nel Triumphant Elephant la preziosa sella dell’animale simboleggia la ricchezza e l’alba di una nuova era di successo e prosperità, annunciata con squilli di tromba da un angelo in volo; questo elefante di Dalì esemplifica la speranza di abbondanza e fortuna per il futuro che risiede nel cuore di ogni individuo.

Nelle opere di Salvador Dalì c’è spesso un orologio molle sovastato da una corona; quando parliamo di corona di un orologio, intendiamo una parte meccanica che ci permette di regolare le lancette, ma nelle opere di Dalì il tempo non può essere regolato e la corona che lo sovrasta simboleggia la sovranità del tempo sull’essere umano. In Nobility of time, l’orologio molle è appoggiato e sostenuto da un tronco d’albero, dal quale nascono nuovi rami e le cui radici si intersecano con una roccia; l’essere umano è piccolo rispetto alla grandezza del tempo/orologio, rappresentato in tutta la sua regalità.

La lumaca è uno dei feticci di Salvador Dalì perché rappresenta il lento scorrere del tempo ed incorpora il paradosso del duro (guscio) e del molle (animale). Nell’opera Snail and the Angel (la lumaca e l’angelo), la lumaca è stata munita di un paio d’ali e si muove trasportata da delle onde; l’opera risente dell’influenza psicoanalitica propria dell’incontro con Sigmund Freud che l’artista considerava il suo padre spirituale.

Le opere descritte in questo articolo le potete ammirare nella mostra Dalì Experience, Palazzo Belloni, Via Barberia 19 – Bologna, fino al 7 maggio 2017. Orari di visita: martedì, mercoledì, giovedì e domenica dalle 10,00 alle 20,00 – Venerdì e sabato dalle 10,00 alle 23,00 – Lunedì chiuso.


Per conoscere meglio Salvador Dalì ed ammirare l’intero ventaglio delle sue opere, ricordatevi di visitare il Museo Salvador Dalì a Figueres (Spagna), a circa 140 chilometri a nord di Barcellona, verso la costa Brava.
Cinzia Malaguti
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