Le piante carnivore
Le piante hanno conquistato tutti gli ambienti, anche quelli più estremi del pianeta, traendo energia dal sole ed adattandosi ai vari habitat. Alcune colonizzano terreni brulli e freddi stringendosi in gruppo, altre sviluppando una fitta protettiva peluria, altre ancora nutrendosi degli escrementi delle colonie di uccelli, altre poi hanno sviluppato tecniche di cattura degli insetti da cui ricavano l’azoto ed il fosforo di cui necessitano, queste ultime sono le piante carnivore di cui vi parlo in questo articolo.
Le piante carnivore sono straordinarie; ogni specie vegetale carnivora ha, nel corso dell’evoluzione, sviluppato una specifica tecnica di cattura degli insetti: ci sono quelle che si chiudono per intrappolare la preda, ma ci sono anche quelle che la immobilizzano sulla loro superficie collosa, poi ci sono quelle che usano peli e cera per far scivolare il malcapitato nel loro imbuto digestivo. Tutti esempi della grandezza della natura. Vediamo le principali specie di piante carnivore e le loro tecniche … alimentari.
Prima di addentrarci nello specifico e onde evitare fantasie horror, sottolineo che le piante carnivore non possono raggiungere dimensioni gigantesche perché impiegherebbero talmente tanta energia per la crescita da non averne abbastanza per le trappole; pertanto – a dispetto di qualche film di fantascienza – possiamo stare tranquilli perché solo formiche o mosche o insetti vari sono e saranno il loro cibo.
Dionea o Venere acchiappamosche
La Dionea o Venere acchiappamosche è una piccola pianta carnivora, misura dai 10 ai 14 centimetri da adulta; d’inverno le sue foglie si abbassano al suolo, mentre d’estate si alzano diritte. Quando su una foglia si posa un insetto, percepito dai suoi sensori, essa si chiude intrappolando il malcapitato. Sono i peli sensori che fanno scattare la trappola quando vengono toccati, ma toccare un solo pelo sensorio non basta, altrimenti la trappola scatterebbe anche con una goccia di pioggia, consumando così preziosa energia, è necessario che siano almeno due i sensori toccati e nell’arco di 20 secondi. Intrappolato l’insetto, la dionea digerisce le parti molli dell’insetto con i suoi enzimi, scartando il resto, ma c’impiega dai 3 ai 5 giorni. Nel corso della sua breve vita, ogni piantina di dionea mangia solo 3 – 4 volte, poi diventa nera ed appassisce. La Dionea o Venere acchiappamosche è originaria degli Stati Uniti d’America, più precisamente della Carolina del Nord e del Sud; vive e si sviluppa al sole delle praterie umide e sabbiose; viene anche coltivata in vaso.
Drosera
La Drosera è una bella pianta carnivora diffusa principalmente nell’emisfero sud della terra, più precisamente in Australia, Africa australe e America del Sud. Conta diverse specie accomunate dalla presenza di foglie ricoperte di invitanti tentacoli colorati dotati di una sostanza collosa che intrappola l’insetto; una volta immobilizzato, il malcapitato viene dissolto dagli enzimi rotondi visibili lungo il gambo della foglia.
Sarracenia
La Sarracenia è la pianta carnivora più avanzata in quanto utilizza un mix di tecniche di predazione. La pianta è formata da foglie a forma d’imbuto dotate di peli che puntano verso il basso e di superfici cerate che si combinano insieme per far slittare verso il basso l’insetto, dove viene catturato. La Sarracenia è diffusa in Nord America.
Utricularie
Le Utricularie sono piante carnivore acquatiche che vivono in acque dolci o stagni di tutti i continenti eccetto l’Antartide. Le utricularie catturano i microrganismi acquatici che si muovono trasportati dalla corrente, attraverso una trappola a forma di sacca che li risucchia; nel processo digestivo esse sono aiutate in simbiosi da protozoi che arrivano e riducono le prede in poltiglia, facilitando così il lavoro delle utricularie a cui serve solo azoto e fosforo. Le utricularie sono coltivate per i loro fiori.
L’elenco delle piante carnivore non finisce qui, ma indubbiamente queste sono le più diffuse e sono esempi delle diverse tecniche adottate dalla natura per intrappolare le prede.
Buona vita!
Cinzia Malaguti
Testo liberamente tratto dalla visione dei video Piante colonizzatrici e Sapiens Files su Rai Play