Chi ci guadagna con la guerra in Ucraina
Guerra in Ucraina. “Chiediti chi ci guadagna per capire dove sono le responsabilità“, così mi disse un mio mentore e nel caso della guerra in Ucraina, così come di ogni altra guerra, chi fa affari sono le industrie che producono armi e che utilizzano proprio i conflitti per testare nuove armi. I numeri parlano chiaro e te li illustrerò a breve. Nel caso della guerra in Ucraina, non c’è dubbio che chi invade militarmente un altro paese non ha mai ragione, ma la NATO ha raddoppiato le sue basi in Europa e così ha contribuito a provocare la reazione nazionalista russa. Questa guerra sta provocando crisi economiche e finanziarie in tutti i paesi europei a causa dell’aumento dei prezzi di gas, petrolio, cereali a cui si associano impulsi speculativi. Se è vero che la parte ricca della popolazione europea e mondiale non risentirà – nel breve termine dell’inflazione, è anche vero che, se la maggioranza della popolazione ha un potere d’acquisto ridotto, avrà meno soldi da spendere e l’economia intera ne risentirà, danneggiando anche la fascia più ricca della popolazione. Allora, volete favorire un compromesso che faciliti la pace, anziché continuare ad inviare armi?! E’ ora di privilegiare il piano diplomatico su quello militare!
Di fatto la NATO impedisce all’Europa di avere una propria capacità di difesa e sicurezza, agli interessi degli alleati antepone quelli degli Stati Uniti e persino quelli degli Stati che incitano alla guerra a scapito della sicurezza europea. La NATO andrebbe riformata e l’Europa dovrebbe avere più coraggio perché se è vero che gli USA hanno salvato l’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, è anche vero che sono passati più di 70 anni ed è venuto il momento di drizzare la schiena.
Crisi economica
I dati ISTAT del primo trimestre 2022 rilevano una riduzione del PIL (Prodotto Interno Lordo) dello 0,2% con una inflazione (aumento del costo della vita) del 6,2% su base annua, un dato quest’ultimo che non si registrava dal 1991. Si stima poi che altri 3 mesi di guerra produrranno una riduzione di 50 miliardi del PIL con conseguente aumento del debito pubblico.
Le spese in armamenti
La spesa in armamenti nel mondo è aumentata per il 7° anno consecutivo, mentre la spesa sanitaria – nel triennio 2023-2025 – è prevista decrescere ad un tasso medio annuo dello 0,6%. L’Italia porterà le spese militari al 2% del PIL (ora sono all’1,4%) entro il 2028, slittando una maggiore gradualità, per la dura opposizione del M5S, rispetto agli impegni presi con la NATO che prevedevano un 2% entro il 2024.
La guerra in Ucraina ha fruttato bene alle industrie delle armi. La Lockheed Martin americana ha visto aumentare il suo valore in Borsa di 20 miliardi di dollari. La nostra Leonardo ha visto schizzare il suo valore in Borsa del 56% con un aumento di 2 miliardi di Euro.
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Buona vita!
Cinzia Malaguti