La Gioconda di Leonardo, un racconto affascinante
La Gioconda fu dipinta da Leonardo da Vinci nei primi anni del ‘500 ed è conservata al Museo Louvre di Parigi. Diversamente da molte altre opere d’arte italiane trafugate da Napoleone, la Gioconda fu portata in Francia dallo stesso Leonardo e qui vi è rimasta. Questa icona del Rinascimento, nonché quadro più famoso al mondo, fa ancora discutere sull’identità della donna ritratta, ma un’ipotesi curiosa e originale sta emergendo. Ti racconto il viaggio della Gioconda, dalla sua nascita alla sua attuale collocazione, un viaggio piuttosto avventuroso.
La Gioconda fu dipinta tra il 1503 e il 1504 ca a Firenze. Secondo la tradizione, raffigura Lisa Gherardini, cioè Monna Lisa, moglie di Francesco del Giocondo, quindi la “Gioconda“, ma un’altra ipotesi sta emergendo e te la racconto tra qualche minuto, prima qualche dato tecnico sul dipinto. Dunque, la Gioconda è una pittura a olio e non su tela, bensì su una tavoletta di legno di pioppo, alta 77 cm e larga 53 cm.; entrambi questi elementi, pittura a olio su tavola di legno, furono innovativi per l’epoca; la superficie è solcata da una fittissima rete di screpolature effetto del tempo, ma lo strato dipinto si è conservato quasi integralmente.
Tra le ipotesi sull’identità della donna ritratta ce n’è una particolarmente interessante e curiosa. Secondo questa tesi, la Gioconda fu commissionata da Giuliano de’ Medici, duca di Nemours, figlio di Lorenzo il Magnifico. Quando Giuliano si recò ad Urbino, ebbe una storia d’amore con Pacifica Brandini, una donna di corte, che rimase incinta; Pacifica morì di parto. Dopo alcune ritrosie, Giuliano riconobbe il figlio illegittimo che chiamò Ippolito, futuro cardinale e arcivescovo. Durante un viaggio a Roma con Leonardo e con il bambino, quest’ultimo chiese al padre della madre; fu così che per mostrare l’immagine della madre al bambino, Giuliano incaricò Leonardo di ritrarre Pacifica Brandini; Leonardo aveva conosciuto la donna, pertanto era in grado di ritrarla a memoria e conosceva le tecniche per farlo. Giuliano morì un anno dopo e, siccome Leonardo era in procinto di partire per la Francia, decise di portare con sé il dipinto con l’obiettivo di venderlo al Re di Francia. E’ solo una seconda ipotesi, ma verosimile e, inoltre, spiegherebbe meglio il fatto che Leonardo partì per la Francia con la Gioconda.
Leonardo si recò in Francia nel 1516, ospite di Francesco I. Nel 1519 Leonardo morì e la Gioconda divenne parte delle collezioni reali d’oltralpe. Nel 1540 venne collocata nel Castello di Fontainebleau, alle porte di Parigi. Tra il 1682 e il 1696 venne portata alla Reggia di Versailles dove Luigi XIV, il Re Sole, si era trasferito con la sua corte. A Versailles rimase fino al 1760 quando il Marchese di Marigny, conservatore della collezione reale, la volle con sé nel proprio ufficio. Allo scoppio della rivoluzione, con il crollo della monarchia, le opere d’arte divennero patrimonio della nazione e un ex-pittore convertito alla rivoluzione ne organizzò il trasferimento da Versailles al Louvre. Nel 1800, Napoleone fu conquistato dal dipinto, lo requisì e se lo fece recapitare al Palazzo delle Tuileries, nella sua camera da letto. Nel 1804 Napoleone divenne imperatore e restituì l’opera al Louvre. Dopo l’avventuroso spostamento in Italia con il furto del 1911, la Gioconda lasciò per altre tre volte il Louvre. Durante la seconda guerra mondiale, venne trasferita ad Amboise, poi nell’abbazia di Loc-Dieu e, infine, nel museo di Ingres, nel sud della Francia. Nel 1962 venne spedita via mare negli Stati Uniti dove venne ammirata da moltissime persone. Nel 1974 arrivò in Giappone dove subì un attentato, per fortuna senza conseguenze perché la donna che lanciò vernice rossa verso il dipinto non fece centro.
Il furto del 1911 contribuì alla notorietà nel mondo di questo capolavoro dell’arte rinascimentale. Vincenzo Perugia, un italiano emigrato in Francia, lavorava al Louvre; una sera decise di rubare la Gioconda, non tanto perché la Gioconda, bensì -probabilmente – perché di dimensione ridotte, rispetto ad altre opere esposte, e collocato in posizione facile da staccare dalla parete (a quel tempo non c’erano i sistemi di sorveglianza e protezione attuali!); egli liberò il dipinto dalla cornice e dal vetro e se lo portò a casa. La Gioconda rimase nascosta nel suo appartamento per due anni, poi nel 1913 contattò un mercante d’arte fiorentino che parve acconsentire all’acquisto. Perugia partì così per l’Italia, ma il mercante contattò la polizia e il ladro venne arrestato. La Gioconda fece ritorno al Louvre.
A differenza di molte altre opere d’arte italiane, la Gioconda non fu trafugata da Napoleone Bonaparte per essere portata in Francia, bensì fu Leonardo da Vinci a portarla con sé quando si recò Oltralpe nel 1516 e in Francia rimase anche dopo la sua morte, acquistata dal re di Francia Francesco I.
Leonardo da Vinci con i suoi ritratti femminili introdusse una novità artistica; le figure non furono più rappresentate frontalmente, bensì con una posa lievemente laterale e il viso non in linea con le spalle, questo rende l’insieme dinamico e naturale, non una figura in posa, bensì un’espressione catturata e fissata su tela. La Gioconda con il suo sorriso enigmatico, le mani poste in modo caldo e materno, i vestiti alla moda rinascimentale, è senza dubbio un’icona e un capolavoro dell’arte rinascimentale e mondiale.
Buona vita!
Cinzia Malaguti
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