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Guercino a Piacenza

Gli affreschi della cupola del Duomo di Piacenza sono un vanto della città perché furono realizzati dal Guercino, uno degli artisti più rappresentativi del barocco; insieme con il Palazzo Farnese, essi sono l’espressione del periodo di massimo splendore di Piacenza: seconda metà del Cinquecento – prima metà del Seicento. L’ascesa all’interno della cupola del Duomo per ammirare da vicino gli affreschi del Guercino e la mostra temporanea di ventidue capolavori dell’artista allestita all’interno del Palazzo Farnese (fino al 4 giungo 2017) sono un’occasione imperdibile per conoscere il Guercino e la città di Piacenza.

Piacenza, panoramica sulla città dalla facciata del Duomo
Piacenza, panoramica sulla città dalla facciata del Duomo
Piacenza, veduta sulla città dal Duomo durante l'ascesa alla cupola
Piacenza, veduta sulla città dal Duomo durante l’ascesa alla cupola

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666) lavorò a Piacenza tra il 1626 ed il 1627 chiamato dal vescovo per terminare la decorazione della grandiosa cupola del Duomo, rimasta incompiuta dopo la scomparsa del Morazzone, che aveva ultimato solo i primi due spicchi. Guercino affrescò le restanti sei vele e le otto lunette, raffigurando in ognuna di esse un diverso Profeta in scene dell’infanzia di Gesù e sotto diverse affascinanti Sibille. Furono molti i disegni preparatori che Guercino realizzò prima di scegliere quello migliore; dovendo fare una pittura a fresco, non poteva permettersi di sbagliare, non ci sarebbe stata la possibilità di correggere.

Piacenza, il Duomo, facciata anteriore
Piacenza, il Duomo, facciata anteriore
Piacenza, il Duomo, portale con decorazione lunetta
Piacenza, il Duomo, portale con decorazione lunetta
Piacenza, il Duomo, veduta di lato con la cupola
Piacenza, il Duomo, veduta di lato con la cupola

Il Duomo di Piacenza, che ospita questi meravigliosi affreschi del Guercino, fu costruito sulle fondamenta della preesistente Cattedrale, tra il 1122 e il 1233, mentre la torre e la cupola sono del Trecento; esso è, pertanto, in essenziale stile romanico, con una bella facciata a capanna in pietra arenaria locale e con una parte inferiore rivestita con marmi rosa veronesi; da notare i due portali laterali dove sono raffigurate scene della vita di Cristo, attribuite alla scuola di Wiligelmo (portale di sinistra) e a Niccolò (portale di destra), uno dei principali maestri italiana in epoca romanica.  Il campanile, alto 72,5 metri, è in mattoni (laterizio) e sulla sommità è posta la statua di un angelo in rame dorato che gira al soffiare del vento. L’interno è suddiviso in una navata centrale e due laterali, sorrette da massicce colonne la cui decorazione pittorica è andata persa, tranne che su una.

Piacenza, il Duomo, interno, navata centrale
Piacenza, il Duomo, interno, navata centrale
Piacenza, Duomo, interno, colonna affrescata
Piacenza, Duomo, interno, colonna affrescata

L’ascesa all’interno della cupola del Duomo per ammirare da vicino gli affreschi del Guercino è un’esperienza da non perdere; la salita avviene attraverso una serie di strette scale d’epoca medievale ed è intervallata da zone più ampie dove la visita è resa ancora più coinvolgente grazie a dispositivi multimediali appositamente collocati; l’ascesa non è indicata per chi ha problemi di deambulazione o soffre di claustrofobia. L’ascesa raggiunge la galleria del tamburo della cupola per godere di una vista straordinaria sugli affreschi (appositamente illuminati) e di una vista dall’alto del Duomo, che ne evidenzia l’imponente mole; prima di entrare nella galleria degli affreschi, a destra si apre un lungo corridoio che conduce alla facciata, sopra le volte della navata centrale, da dove la panoramica sulla città di Piacenza dall’alto e davanti il Duomo è perfetta; a metà della salita si può godere di un primo affaccio all’interno del Duomo dal matroneo, un balconcino dal quale le donne medievali assistevano alle funzioni religiose, ma che – in realtà – fu costruito solo per motivi strutturali e non fu mai utilizzato come matroneo.

Piacenza, il Duomo, interno, vista dal matroneo durante l'ascesa alla cupola
Piacenza, il Duomo, interno, vista dal matroneo durante l’ascesa alla cupola
Piacenza, il Duomo, cupola con gli affreschi del Guercino
Piacenza, il Duomo, cupola con gli affreschi del Guercino
Piacenza, affreschi del Guercino nella cupola del Duomo
Piacenza, affreschi del Guercino nella cupola del Duomo

Il Palazzo Farnese di Piacenza, grande incompiuto. Il Palazzo Farnese che oggi possiamo ammirare, nacque per volere di Margherita d’Austria, moglie di Ottavio Farnese, su un fortilizio (cittadella viscontea) del 1352 voluto da Galeazzo II Visconti, duca di Milano e all’epoca odiato signore di Piacenza, in posizione strategica per controllare l’abitato e, in caso di necessità, rientrare a Milano tramite il vicinissimo fiume. I Farnese entrano nella storia di Piacenza nel 1545 quando divenne Papa Paolo III che era un Farnese; fu lui che staccò le città di Parma e Piacenza dal Ducato di Milano per farne un ducato autonomo (il Ducato di Parma e Piacenza) sotto il comando del figlio Pierluigi Farnese. Pierluigi Farnese scelse proprio Piacenza e la cittadella viscontea quale sua dimora ma, trovandola poco adatta alle esigenze militari dell’epoca, avviò la sua trasformazione in fortezza che, tuttavia, non riuscì a vedere completata in quanto, odiato dai nobili, fu vittima di una congiura ordita con la complicità dell’imperatore spagnolo Carlo V. Il figlio di Pierluigi, Ottavio Farnese, riuscì a mantenere il titolo ducale e, con un abile gioco diplomatico e di alleanze, ottenne la mano di Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V. Fu Margherita d’Austria, di rango imperiale, a volere ampliare ed abbellire il Palazzo che doveva diventare luogo di rappresentanza e simbolo di potenza. Il progetto iniziale è attribuito a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, architetto della corte farnesiana; i lavori iniziarono nel 1558, ma furono interrotti nel 1602 per la mutata situazione del ducato padano che divenne pedina minore ed ininfluente della politica imperiale in Italia; quel palazzo in quel piccolo ducato così com’era bastava ed avanzava: fu così che il palazzo venne lasciato incompiuto, anche perché la capitale del ducato venne spostata a Parma. La linea maschile dei Farnese si estinse con la morte dell’ultimo duca Antonio Farnese (1679 – 1731) che non ebbe prole; il fratello Francesco ebbe solo una figlia femmina, Elisabetta, che sposò Filippo V di Borbone, re di Spagna, pertanto l’eredità farnesiana passò – attraverso la discendenza di Elisabetta Farnese regina di Spagna – alla famiglia Borbone di Spagna e, successivamente, di Napoli. Dopo lunghi anni di saccheggio ed abbandono, dalla metà del Novecento è iniziata l’opera di recupero del palazzo che, dal 1997, è divenuto sede dei Musei Civici.

Piacenza, Palazzo Farnese
Piacenza, Palazzo Farnese
Piacenza, Palazzo Farnese, cortile interno
Piacenza, Palazzo Farnese, cortile interno

Il Palazzo Farnese ospita, fino al 4 giugno 2017, la mostra temporanea dedicata al Guercino, dal titolo Guercino tra sacro e profano, allestita nella Cappella Ducale. L’esposizione è molto curata e documenta l’evoluzione artistica di uno dei pittori del Seicento italiano più amati a livello internazionale. L’allestimento è di tipo cronologico e sottolinea il passaggio da una pittura legata alla quotidianità dei gesti e caratterizzata da macchie di luce, alla teatralità di una rappresentazione dove tutto nel dipinto è perfettamente illuminato. In ogni periodo, l’uso sapiente dei colori e la ricchezza di dettagli caratterizzano la grandezza artistica del Guercino.

Piacenza, Palazzo Farnese, ingresso
Piacenza, Palazzo Farnese, ingresso

Curiosità in mostra. Guercino, come altri pittori del Seicento, aveva una sua bottega dove il committente si recava per commissionare un’opera scegliendone le caratteristiche e definendone la spesa attraverso una sorta di listino, dove ogni figura aveva un suo prezzo; succedeva così che un pittore dipingesse un particolare e dopo anni la tela venisse completata su richiesta, come ne L’ortolana dove la natura morta fu dipinta dal fratello del Guercino (n.b.: il Guercino non dipingeva nature morte), ma il dipinto fu completato dal Guercino su commissione, anni dopo la morte del fratello.

Sibilla, 1620, Guercino
Sibilla, 1620, Guercino
Cleopatra morente, 1648, Guercino
Cleopatra morente, 1648, Guercino
L'ortolana, opera del Guercino, ma la natura morta è del fratello
L’ortolana, opera del Guercino, ma la natura morta è del fratello

Altre opere del Guercino le trovate in sede permanente alla Pinacoteca San Lorenzo di Cento, sua città natale, e alla Galleria Estense di Modena.

Piazza Cavalli è un’altra meta da non perdere durante la vostra visita a Piacenza. La piazza prende il nome dai due cavalli scultorei con in sella il più amato dei duchi, Alessandro Farnese. Sulla piazza si affacciano il bellissimo Palazzo Gotico e la Chiesa di San Francesco al cui interno alcune cappelle sono riccamente decorate, oltre alla sede della locale Camera di Commercio in un bel palazzo signorile.

Piacenza, Palazzo Gotico con statua raffigurante Alessandro Farnese a cavallo
Piacenza, Palazzo Gotico con statua raffigurante Alessandro Farnese a cavallo
Piacenza, Chiesa San Francesco
Piacenza, Chiesa San Francesco
Piacenza, Chiesa San Francesco, interno
Piacenza, Chiesa San Francesco, interno

Ora vi indico un buon ristorante dove sono stata ed ho assaggiato ottimi piatti della cucina piacentina, quali: salumi piacentini (coppa, pancetta e salame), pisarei e fasò (gnocchetti di farina, pangrattato ed acqua conditi con sugo di pomodoro, fagioli borlotti, lardo o pancetta), tortelli alla piacentina (tortelli con ripieno di ricotta, erbette e grana).  Ristorante Trattoria La Forchetta, via Borghetto 1, si trova tra Piazza Cavalli e Palazzo Farnese. Buon appetito!

Buona visita!

Cinzia Malaguti

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