Fiumi sacri: il Nilo
Il Nilo è il fiume più lungo del mondo, scorre in Africa e nasce dalla confluenza di due fiumi, il Nilo Azzurro e il Nilo Bianco, che si incontrano a Khartum, in Sudan, per divenire il grande Nilo. Il Nilo Bianco nasce dal Lago Vittoria in Uganda, mentre il Nilo Azzurro nasce nei a Gish Abay, vicino al Lago Tana, in Etiopia. Il Nilo è la fonte di vita per le popolazioni dei territori che attraversa e che rende meno aridi e inospitali, al punto da condizionare anche la politica dei paesi che si contendono le sue acque ed il diritto di sfruttarle.
Il territorio africano è per lo più desertico, arido, inospitale, ma il Nilo è la salvezza e, nel corso dei secoli, intorno al Nilo si sono incontrate culture e sviluppate civiltà, come quella Egizia e quella del Regno di Kush che si sviluppò nella Nubia, tra il sud dell’Egitto ed il nord del Sudan attuali. Della civiltà Nubia si parla poco, ma la sua origine è più antica di quella egizia, aveva una propria scrittura ed un re che governava estesi territori; è la civiltà dei cosiddetti faraoni neri e le cui tracce possiamo ancora oggi vedere nella necropoli di Nuri in Sudan dove tante piramidi (circa 220), pur primitive, punteggiano il paesaggio.
In Etiopia, paese poverissimo, dove la maggior parte della popolazione vive in villaggi isolati e privi di strutture sanitarie, il pellegrinaggio alla sorgente del Nilo Azzurro a Gish Abay è fonte di speranza e sono in molti a credere nei poteri taumaturgici del fiume; lasciando stare la religione, per il solo fatto di fornire acqua per dissetarsi, lavarsi ed irrigare i campi, in un paese che non ha nulla, è obiettivamente importantissimo o, in termini più mistici, sacro. L’Etiopia è un paese dove il Cristianesimo si è sviluppato localmente, cioè non è stato portato da missionari stranieri, sin dal IV secolo d.C., quindi appare scontato l’attaccamento a simboli di sacralità, in presenza di grande analfabetismo. L’Etiopia fornisce oltre l’80 per cento della portata del Nilo.
In Sudan s’incontrano i due rami principali del grande fiume, il Nilo Azzurro proveniente dall’Etiopia ed il Nilo Bianco proveniente dall’Uganda. Insieme ai due rami del fiume, qui si sono incontrate la cultura cristiana e quella islamica, dando luogo a conflitti sanguinosi e alla separazione del Nord (musulmano) dal Sud (animista e cristiano). Nel Sudan del Nord le acque del Nilo vengono utilizzate, attraverso apposite condutture, per portare verde nel deserto; sono sorte così fattorie che sfruttano l’acqua del fiume, ma il dubbio è sulla sua effettiva regolamentazione che pare carente, visto che si parla di un fiume che dà vita a più popolazioni attraverso vari territori e nazioni.
L’opera più imponente per sfruttare le acque del Nilo per produrre elettricità e per controllarne le piene è nel sud dell’Egitto; qui la costruzione della diga di Assuan, tra il 1958 ed il 1970, ha creato un lago, il Lago Nasser, che – data la sua estensione di circa 6000 km2 – richiese il trasferimento dell’intera comunità nubiana d’Egitto, sradicata così dalla sua terra d’origine, oltre allo smontaggio e spostamento di alcuni siti archeologici, come il tempio di Abu Simbel; anche il porto fluviale sudanese fu ricoperto dalle acque. La costruzione della diga di Assuan ha portato alcuni benefici già citati, ma anche numerosi problemi ambientali in quanto ha rappresentato una rottura dell’equilibrio di un fragile ecosistema e anche problemi sanitari. L’Egitto è totalmente dipendente dal Nilo, oltre la metà degli egiziani vive nei territori del Delta dove coltiva, principalmente, il cotone la cui lavorazione, peraltro, consuma ingenti quantità dell’acqua del fiume.
Il Nilo è talmente importante per i paesi che attraversa da essere conteso e da condizionare la loro politica; la sua enorme importanza per le genti africane esprime la sua sacralità.
Cinzia Malaguti
Testo liberamente tratto dalla visione del video Nilo su Rai Play