Orozco, Rivera, Siqueiros: tre artisti per una rivoluzione
Orozco, Rivera, Siqueiros sono artisti messicani vissuti nel periodo della rivoluzione agraria di Emiliano Zapata; impegnati politicamente e socialmente, sono conosciuti soprattutto per aver eseguito bellissimi murales in spazi pubblici, ma anche molti dei loro quadri esprimono denuncia sociale o satira politica, con alcune eccezioni d’influenza astrattista e cubista. Scopriamoli insieme.
José Clemente Orozco
Orozco nacque a Ciudad Guzman (Messico) nel 1883 e presto si appassionò all’arte, specializzandosi nel dipingere murales; la perdita della mano sinistra, a ventun anni, a causa di un incidente, non compromise la sua attività pittorica. Fu osservatore attento della sofferenza umana che amava riprodurre nelle sue opere ed ebbe una visione critica della rivoluzione messicana, a differenza degli altri due colleghi. All’inizio della Rivoluzione messicana, i suoi lavori si caratterizzarono per una satira politica e sociale sferzante, ispirata ad esperienze personali. Nella sua autobiografia descrisse i cambiamenti sociali di quegli anni rivoluzionari come “una mascherata drammatica e barbara” di cui il popolo fu ignaro protagonista.
Alla fine degli anni Venti del Novecento, Orozco si trasferì a New York dove dipinse i murales per il Pomona College di Claremont, California (1930) e per il Dartmouth College nel New Hampshire (1932). Tornato in Messico nel 1936, prosegue la sua opera di muralista presso importanti spazi pubblici, accentuando via via i segni del proprio conflitto interiore, tra idealismo e realismo, attraverso una sempre più astratta concezione della forma. Orozco morì a Città del Messico nel 1949.
David Alfaro Siqueiros
Siqueiros nacque a Chihuahua (Messico) nel 1896 e fu attivista politico, partecipò alla rivoluzione messicana e alla guerra civile spagnola. Il suo impegno politico e sociale non è disgiunto dalla sua attività di pittore e muralista, infatti nelle sue opere sono presenti le tematiche dell’impegno civile e della lotta contro i soprusi e le diseguaglianze, tramite una rappresentazione di chiara impronta realista.
Siqueiros ebbe un ruolo anche di sperimentatore ed innovatore artistico; fu, infatti, tra i primi ad usare in pittura materiali sintetici come la piroxilina, mettendo a punto una tecnica pittorica che ispirò anche Jackson Pollock. Siqueiros morì a Cuernavaca nel 1974.
Diego Rivera
Rivera nacque a Guanajuato nel 1886, ma si trasferì presto a Città del Messico dove studiò all’Accademia di San Carlos ottenendo una borsa di studio che gli permise di soggiornare a lungo in Europa. A Parigi entrò in contatto con la numerosa comunità internazionale di artisti ed intellettuali; conobbe Modigliani, Apollinaire e Picasso.
Rivera aderì per breve tempo al cubismo ed alla sua scomposizione delle forme, ma tornò velocemente al realismo pittorico. Dopo il suo ritorno in Messico si iscrisse al Partito Comunista messicano ed incominciò a realizzare i suoi famosi murales in importanti edifici pubblici. I soggetti delle sue composizioni sono spesso persone semplici collocate in un contesto politico. Nel 1929 sposò la pittrice Frida Kahlo con la quale ebbe una storia lunga e travagliata che durò fino alla morte di lei, avvenuta nel 1954; con lei a fianco, si fece ancora più intenso l’impegno politico e culturale.
Tra il 1930 ed il 1934 visse negli Stati Uniti dove, a causa delle sue idee politiche, collezionò successi e polemiche; famoso è il murale per il Rockfeller Center di New York, bloccato e poi distrutto perché tra la folla fu inserito il ritratto di Lenin; tornato nuovamente in Messico, realizzò lo stesso murale nel Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico. Rivera morì nel 1957.
Orozco, Siqueiros, Rivera sono stati i pilastri del movimento muralista, la prima grande avanguardia artistica del continente americano.
A Bologna, Palazzo Fava, fino al 18 febbraio 2018, sono esposte 68 tra le opere più significative di Orozco, Rivera e Siqueiros, riconosciute patrimonio nazionale messicano ed appartenenti al Museo Carillo Gil, al Museo Nacional de Arte e al Museo de Veracruz.
Cinzia Malaguti