Costa dei trabocchi e isole Tremiti
Costa dei trabocchi e isole Tremiti. Costa dei Trabocchi si sviluppa da Ortona a Vasto in Abruzzo ed è caratterizzata dalla presenza di una trentina di antiche stazioni di pesca a palafitta in legno protese nel mare, poggiate su bassi scogli naturali e collegate alla terraferma attraverso apposite passerelle. Le vicine isole Tremiti sono un paradiso per chi ama le coste rocciose e l’esplorazione dei fondali.
COSTA DEI TRABOCCHI
I trabocchi sono le storiche stazioni di pesca che, in questo tratto di costa abruzzese, hanno una storia che risale almeno al XV secolo. Quando pescare con i pescherecci non era usuale, venivano costruiti i trabocchi che permettevano di pescare senza dover uscire in mare con una barca e per alcuni pescatori erano anche una casa in cui abitare. Quando questa modalità di pesca fu soppiantata dalla più proficua pesca in alto mare, i trabocchi furono pian piano abbandonati. Un’ingente opera di riqualificazione del territorio ha permesso il loro recupero per finalità turistiche e di ristorazione.
Il trabocco è composto da una piattaforma di legno che si allunga nel mare con due (o più) lunghi bracci, chiamati antenne, a cui viene legata una rete a maglie strette, nota come trabocchetto. Un articolato sistema di argani permetteva di immergere la rete in acqua e di tirarla su con il pescato. La particolarità dei trabocchi abruzzesi è che sono molto antichi, poggiano su rocce basse affioranti e sono dotati di una passerella in legno, fatti che li distinguono da altre simili strutture di pesca più moderne e che poggiano sui moli.
La costa che va da Ortona a Vasto è punteggiata da una trentina di trabocchi, per lo più adibiti a ristorante, ma che fanno bella mostra di sé lungo questa costa di ampie spiagge sabbiose, calette nascoste tra le rocce, distese di ciottoli e rudi scogliere. Per ammirare al meglio questo tratto di costa così caratterizzato, si può noleggiare una bici e percorrere la bella pista ciclabile che è stata costruita sul vecchio tracciato ferroviario e che corre proprio di fianco al litorale. La costa più interessante perché più ricca di trabocchi va da San Vito Chietino a Vasto.
VASTO
Vasto si trova sulla Costa dei Trabocchi, ma il centro storico è posto su un promontorio spettacolarmente proteso sull’Adriatico. Un enorme balcone naturale proteso verso il mare custodisce alle sue spalle un bel centro storico in parte medievale ed in parte rinascimentale, con tracce d’epoca romana nel tracciamento urbanistico. Belle sobrie chiese, piazze ampie e vivaci, la facciata dell’antico castello feudale, i panoramici e romantici giardini di Palazzo d’Avalos, affascinano ogni visitatore di questa gradevole e ricca località abruzzese. Ma andiamo per ordine su cosa vedere a Vasto.
Innanzi tutto, Via Adriatica. E’ la strada pedonale panoramica di Vasto, con la vista sul golfo da un lato, localini e ristoranti dall’altro ed il centro storico alle spalle. Lo spettacolare percorso panoramico inizia dal Belvedere di Porta Palazzo dove s’incontra uno dei luoghi più iconici di Vasto: lo splendido portale duecentesco della Chiesa di San Pietro, unico elemento architettonico sopravvissuto alla frana del 1956; questo portale rimasto, che apriva all’intimo spazio delle navate di un tempo, dopo la frana inquadra le sfumature di azzurro del mare, regalando un fascino tutto particolare.
Un altro punto spettacolare è il Belvedere Loggia Amblingh dal quale ammirare in tutta la sua bellezza il Golfo di Vasto e, nelle giornate limpide, lo sguardo si spinge anche fino alla isole Tremiti. Poco più aventi si trova il Palazzo d’Avalos che ospita i Musei Civici e, soprattutto, i bellissimi giardini napoletani che si affacciano sul mare. Questi giardini sono visitabili con biglietto specifico e si chiamano napoletani perché fatti realizzare dai d’Avalos sullo stile napoletano, con pergolati e maioliche, importato dagli Aragonesi; i d’Avalos, infatti, vennero in Italia nel XV secolo alla corte degli Aragonesi quando divennero reali di Napoli; da Re Alfonso d’Aragona, i d’Avalos ricevettero queste terre da governare e in questo palazzo con i suoi giardini napoletani si stabilirono.
A Vasto due chiese si sono contese il titolo di Cattedrale: la Chiesa di San Giuseppe e la Chiesa di Santa Maria Maggiore; l’ha spuntata la Chiesa di San Giuseppe, divenuta Cattedrale di San Giuseppe. La Cattedrale di San Giuseppe ha una facciata a capanna del XIII secolo con un portale ed un rosone di grande vigore espressivo, tipico degli edifici medievali; più deludente è l’interno, a parte la presenza di un trittico degli inizi del XVI secolo di Michele Greco da Valona che, proveniente dalla scuola bizantina albanese, seppe introdurre elementi rinascimentali del suo nuovo paese d’adozione.
La massiccia ed imponente Chiesa di Santa Maria Maggiore è anche un santuario per la presenza di alcune reliquie. Al fondo della navata destra è custodita la sacra spina che, secondo la tradizione cattolica, cinse il capo di Gesù; nella cripta, poi, si trovano frammenti ossei di vari santi e lo scheletro di San Cesario, macabramente posto a busto eretto come se si stesse per rialzare.
A Vasto ci sono due salotti cittadini dove gli abitanti amano incontrarsi: Piazza Lucio Valerio Pudente, dove si trova la Cattedrale, e Piazza Rossetti dove si trovano i resti dell’antico Castello Caldoresco (che si affaccia però sull’adiacente Piazza Barbacani), la Torre Bassano del XV secolo e palazzi leggermente curvati a memoria della presenza qui di un antico anfiteatro romano. Del Castello Caldoresco è rimasta solo la facciata originale, in quanto il corpo è stato riconvertito a palazzo residenziale. Al centro di Piazza Rossetti si trova il monumento dedicato all’omonimo poeta e patriota carbonaro originario di Vasto.
ISOLE TREMITI
Le Isole Tremiti fanno parte del Gargano, quindi della Puglia, ma solo da Termoli, nel Molise, i collegamenti ci sono durante tutto l’anno. Le Isole Tremiti sono un “pugno” di isole rocciose, più precisamente sono cinque, di cui abitate solamente due: isola di San Domino e isola di San Nicola. Le altre tre sono: l’isola di Capraia (o Capperaia per le estese coltivazioni di capperi), l’isola di Pianosa (la più lontana e selvaggia dove tutto è vietato, anche fare il bagno) e il Cretaccio, poco più di uno scoglio calcareo che i venti “mangiano” sempre più e che si trova la tra parte sud di San Nicola e la parte nord di San Domino.
La bellezza delle isole Tremiti è quella di piccole isole che la distanza dalla terraferma (ben 36 km) e la costituzione del Parco Marino delle Isole Tremiti hanno contribuito a mantenere intatte. Quasi tutte le poche strutture alberghiere si trovano sull’isola di San Domino che è anche l’isola più grande e più abitata. L’isola di San Nicola ha solo l’imponente cerchia muraria a protezione della Abbazia di San Nicola e qualche Bed & Breakfast. Il modo migliore per conoscere ed apprezzare le Isole Tremiti è con un tour in barca per visitare alcune delle grotte marine più famose dell’isola di San Domino, ma anche per ammirare la statua di Padre Pio, alta 3 metri ed immersa a 14 metri di profondità al largo dell’isola di Capraia, visibile dalla superficie (non sempre).
Isola di San Domino
L’Isola di San Domino è piena di spettacolari grotte marine (grotta delle Rondinelle, grotta del Bue Marino, grotta delle Viole, ecc.). Sull’Isola di San Domino c’è una casa che fu abitata da Lucio Dalla e molte delle sue canzoni (Piazza Grande, La casa in riva al mare, 4 marzo 1943, Com’è profondo il mar) sono nate su questi scogli ed in questo mare. Anzi, di case Lucio Dalla ne aveva due alle Tremiti, una sull’isola di San Domino ed una sull’isola di San Nicola, proprio di fianco all’Abbazia, al termine della salita.
Il mare? Azzurro, blu, trasparente, pescoso, fantastico. Alcune calette sono attrezzate con ombrelloni (Cala dei Benedettini), altre hanno ombrelloni naturali, i pini (Cala Viola, Cala Zio Cesare, ecc.). Via terra, a piedi, sono raggiungibili alcune calette; via mare, con un gommone noleggiabile in loco, sono raggiungibili tutte. Solo una caletta ha la sabbia: Cala delle Arene (vicina al porto). A Cala Matano, Lucio Dalla aveva la casa dove amava ritirarsi per essere ispirato dalla bellezze di questi luoghi.
Sull’isola di San Domino circolano solo i fuoristrada o le macchine elettriche degli alberghi che vanno su e giù verso il porto per andare a prendere e riaccompagnare i loro ospiti. L’isola è talmente piccola che le distanze si possono colmare facilmente a piedi con piacevoli passeggiate. L’isola di San Domino è ricca di vegetazione, principalmente pini d’Aleppo.
Isola di San Nicola
Si sbarca sull’isola di San Nicola per visitare il Complesso dell’Abbazia di Santa Maria a Mare ed ammirare il panorama meraviglioso sull’arcipelago che da lassù si può vedere in tutta la sua bellezza. Dal porto, per raggiungere il cuore dell’isola si deve percorrere una ripida strada a rampe scavata nella roccia e sorvegliata da torri di difesa e bastioni, una fortificazione voluta dai monaci fra il XIII ed il XV secolo per difendere dagli assalti dei pirati l’abbazia-fortezza di Santa Maria, uno dei centri religiosi più importanti del Mediterraneo, tanto da essere denominata “la Montecassino del Mare”. Poco prima dell’ultima salita alla Chiesa, si trova il Bastione del Cannone che è anche una terrazza panoramica spettacolare; da qui partirono le prime palle di fuoco contro le navi turche nel 1567.
Giunti in cima, l’Abbazia di Santa Maria si rivela sobria e luminosa all’esterno, mentre all’interno custodisce alcuni tesori: un mosaico pavimentale dell’XI secolo, in cui un giglio stilizzato incornicia un grifone e altri animali che i monaci conoscevano tramite i bestiari medievali, una splendida pala d’altare ricevuta in regalo da Venezia alla fine del XV secolo in segno di ringraziamento per la libertà di transito in questo tratto di Mediterraneo, un crocifisso bizantino in legno dipinto portato sull’isola nel 747 e, infine, la statua della Madonna Nera, probabilmente giunta qui nel Medioevo da Costantinopoli, che ogni 15 agosto viene trasportata in processione dalle barche in mezzo al mare. Dall’esterno si accede a due chiostri piuttosto estesi.
In questa Abbazia-fortezza vi abitarono prima i monaci benedettini di Montecassino, poi i cistercensi, poi i lateranensi che vi restarono fino alla fine del 1700 quando arrivarono i Borbone. I reali di Napoli cacciarono i monaci e ne fecero un penitenziario. Da allora fu carcere e Mussolini ne fece luogo di confino rimasto attivo fino alla fine della seconda guerra mondiale. Dagli anni ’60, l’isola è risorta a nuova vita, legata al mare e allo sviluppo turistico. A proposito dei Borbone, la loro presenza alle isole Tremiti ha lasciato traccia nel dialetto parlato anche attualmente dagli abitanti, un dialetto con molte inflessioni napoletane.
Curiosità
Quando andrete alle Tremiti e sentirete un canto simile al pianto di un neonato, ricordatevi questo nome: Diomedea. Diomedea è il nome di un uccello marino che nidifica tra le scogliere di San Domino e tra i torrioni delle mura di San Nicola; è caratteristico delle Isole Tremiti. La leggenda che circonda questi uccelli la lascio scoprire a voi con una vacanza in queste rocciose, affascinanti, luminose, misteriose isole.
Info traghetti
Il principale porto da cui ci si imbarca per le isole Tremiti è quello di Termoli, in Molise, da dove il servizio è frequente, tutti i giorni, tutto l’anno. D’estate, da luglio a settembre, ci si può imbarcare per le Tremiti anche da Peschici, Vieste e Rodi Garganico.
Buona vita!
Cinzia Malaguti