Chi era Shakespeare davvero
Chi era Shakespeare davvero? Un genio solitario o un drammaturgo corale? Le opere teatrali giunte a noi sono state frutto di sue scelte o il risultato della collaborazione con gli altri colleghi? Da Amleto a Timone d’Atene a Re Lear scopriamo l’uomo e l’autore teatrale inglese più conosciuto al mondo.
La raccolta delle maggiori opere teatrali scritte da William Shakespeare (1564-1616) è il First Folio, stampato 7 anni dopo la sua morte, grazie al progetto di due suoi colleghi attori, Heminges e Condell. Quando Shakespeare era in vita, vennero stampati solo alcuni testi teatrali in quarto, ossia in edizione economica, spesso senza il consenso dell’autore, quindi inattendibili. I manoscritti ufficiali di Shakespeare sono andati persi, quindi ciò che è giunto sino a noi, molto probabilmente, è frutto di ricostruzioni effettuate dai suoi collaboratori, quelli che si sono occupati della raccolta First Folio. Analizzando alcune opere pubblicate in quarto e nel First Folio, emergono differenze, parti aggiunte o parti mancanti, modifiche di testo, tali da far affermare che siano stati prodotte a più mani. Contrariamente a quanto si pensava, William Shakespeare non fu un genio solitario, bensì le sue opere sono il frutto di collaborazioni. Veniamo alle principali opere teatrali shakespeariane: Amleto, Timone d’Atene, Re Lear.
Amleto. Esistono tre versioni di Amleto: una si trova nel First Folio, le altre due furono stampate in quarto, quando Shakespeare era ancora vivo. Le edizioni in quarto venivano chiamate così perché ogni foglio veniva piegato due volte in quarti, ottenendo otto piccole pagine; si trattava di edizioni economiche, ma poco attendibili perché pubblicate spesso senza il consenso dell’autore. Il primo Amleto in quarto fu pubblicato nel 1603 ed è più lungo della seconda versione e anche di quella inclusa nel First Folio; tra la seconda versione in quarto e la sua comparsa sul First Folio si notano sostanziali differenze, alcuni passaggi sono stati eliminati, altri inseriti e noi non sappiamo chi abbia preso queste decisioni, ma si può supporre che siano il risultato di una collaborazione con attori e collaboratori. Amleto è famoso nel mondo, al punto da essere entrato nel vocabolario il dubbio amletico, esistenziale, essere o non essere.
Timone d’Atene. Timone d’Atene è una tragedia shakespeariana, probabilmente scritta in un periodo di depressione, di sfiducia nel genere umano, visto che è un fiume d’invettiva, di odio, di rabbia. Racconta la storia di un uomo benestante che perde tutti i suoi soldi e chiede aiuto agli amici che avevano goduto della sua generosità in tempi migliori; essi lo lasciano a bocca asciutta, così lascia la città e diventa un eremita; si trasforma così nella personificazione dell’odio e della collera, amorale nella maniera più estrema. Timone d’Atene è il raccolto di una moralità profondamente vergognosa che parla d’idiozia, ingratitudine e malafede. Converrete con me che una tale tragedia non può che essere stata scritta in uno stato di profonda depressione.
Re Lear. Re Lear narra la storia di un vecchio re della Bretagna che decide di dividere il suo regno tra le tre figlie, a seconda dell’affetto che dimostrano di provare per lui. Quando la giovane figlia prediletta rifiuta questo gioco, rifiutando di conclamare il suo affetto per il padre, lui la disereda, la lascia senza una dote e le dice apertamente “tu non sei più mia figlia“. Lear finisce, però, per porre fiducia nella figlia sbagliata perché le due figlie rimaste in gioco lo trattano in maniera abominevole, privandolo dei suoi cavalieri e di tutti i suoi possedimenti. Lear perde la testa e, alla fine, Cornelia, la figlia innocente e che lui amava di più, viene uccisa e anche il re muore pochi istanti dopo di lei. Re Lear è uno studio sulla pazzia, un’opera tetra e violenta. In Re Lear si annienta il classico finale “e vissero per sempre felici e contenti“. Anche quest’opera teatrale, probabilmente, risente e amplifica lo stato d’animo dell’autore, nel momento in cui l’ha composta.
Le opere teatrali di William Shakespeare & Co. brillano per suggestione e prosa, ma non certo per positività e solarità.
Cinzia Malaguti
Videografia: video documentario Un romanzo tante storie – Episodio 1 su Rai Play