Gabriele d’Annunzio
Gabriele d’Annunzio nacque a Pescara nel 1863 e morì nel 1938 a Gardone Riviera, sul Lago di Garda, al Vittoriale, la sua villa, di cui fece un monumento dedicato a sé stesso. 75 anni vissuti sopra le righe, dalla ricerca del piacere per il piacere di stampo aristocratico, all’ideologia politica del superuomo, nazionalista ed interventista, fino alle delusioni politiche e al ritiro dorato al Vittoriale. Di tutto ciò si trova traccia nei suoi versi e romanzi.
Gabriele d’Annunzio esordì nella letteratura italiana a 16 anni con la raccolta di versi Primo vere; per farsi conoscere e quini promuovere il suo primo libro, fece circolare la notizia della propria morte, in una sorta di anticipazione delle moderne fake news. A 18 anni si trasferì a Roma dove acquisì notorietà grazie ad una vasta produzione letteraria e alle cronache del mondo aristocratico che frequentava; è questo il periodo del Gabriele d’Annunzio esteta.
A Roma visse la mondanità, tra corse ippiche, duelli, avventure galanti, anzi quella mondanità lui la guidò, la dettò, costruendo il suo personaggio quale esteta, mosso dalla ricerca del piacere per il piacere. Il romanzo che lo portò al successo nacque proprio in questo ambiente, fu Il piacere, pubblicato nel 1889. Il piacere venne scritto, però, a Francavilla, vicino alla sua Pescara, in un cenacolo di artisti che si divertiva a scandalizzare la gente, come cavalcare lungo la spiaggia o fotografarsi nudi in riva al mare, in pose da esteti aristocratici; questo romanzo può essere definito il manifesto dell’estetismo italiano. Nel 1892 uscì L’innocente, e nel 1894 venne pubblicato Il trionfo della morte.
Il 1895 fu l’anno della svolta politica e letteraria di Gabriele d’Annunzio. Resosi ormai conto che la ricerca del piacere per il piacere non portava a nulla, D’Annunzio fece emergere la figura del superuomo. Il romanzo che segnò questa svolta è Le vergini delle rocce, la storia di un progetto folle di natività che genera un futuro superuomo. Il superuomo di Gabriele d’Annunzio è un leader politico autoritario, assolutista, nazionalista, anzi imperialista; D’Annunzio pare qui affetto da egocentrismo e disposto a tutto per diventare un personaggio. Nel 1890 fu il turno del romanzo Il fuoco, a cui seguì il progetto del ciclo poetico delle Laudi che verrà pubblicato nel 1903.
Nel 1910 si rifugiò in Francia per sfuggire alle pressioni dei suoi creditori; tornato in Italia all’alba dello scoppio della prima guerra mondiale, s’impegnò in un’accesa campagna propagandistica interventista. Nel 1915 si arruolò volontario, non combatté mai in trincea, ma compì azioni eclatanti e fu ferito in un incidente aereo; nel periodo della convalescenza compose Il notturno.
Nel 1919, in contrasto con il governo italiano che aveva rinunciato al possesso di Fiume, Gabriele d’Annunzio radunò 2600 volontari ed occupò la città, acclamato dagli abitanti. La festa durò però solo un anno perché il 24 dicembre 1920 l’esercito italiano regolare impose lo sgombero. La delusione per D’Annunzio fu grande tanto che, a partire dal 1921, si ritirò nella villa di Gardone Riviera, sul Lago di Garda, che chiamò il Vittoriale. Il regime fascista lo riprese e gli tributò onori, ma più per il ritorno d’immagine sul regime che per convinzione; D’Annunzio, infatti, fu poi isolato e tenuto sotto controllo, non tanto per le sue idee, piuttosto affini a quelle del regime fascista, quanto per il timore di Mussolini che potesse fargli ombra. Ancora deluso ed estromesso, si rifugiò definitivamente al Vittoriale, dove morì nel 1938.
Il Complesso monumentale del Vittoriale degli Italiani merita la visita quale testimonianza del personaggio Gabriele d’Annunzio così come egli ha voluto lasciarla ai posteri. Il Vittoriale è posto in incantevole posizione panoramica. Per la tua visita al Vittoriale leggi Itinerario al Lago di Garda tra sacro e profano.
Cinzia Malaguti
Videografia: video documentario I grandi della letteratura italiana – Gabriele D’Annunzio su Rai Play