Alla scoperta di due alberi sacri
Oggi vi porto alla scoperta di due alberi sacri e dei luoghi che li ospitano. Uno si trova in Etiopia, nella città di Aksum, l’altro è in India, a Cholti Kher. Nel cuore di Aksum, uno splendido sicomoro è testimone e simbolo di profonda spiritualità cristiana. Vicino al piccolo villaggio di Cholti Kheri, i fedeli induisti venerano un albero che non smette mai di crescere: il bagnano.


Il sicomoro di Aksum
Aksum si trova nel nord dell’Etiopia; nella piazza del paese, dove noi occidentali metteremmo una statua o una fontana, c’è un maestoso albero secolare: un sicomoro. Ai piedi del sicomoro si riuniscono gli abitanti per partecipare alla vita comune, per risolvere controversie, per calmarsi da ansie o preoccupazioni; è sotto il sicomoro che qui ci si da appuntamento.Il sicomoro, con la sua forma svettante e fiera, rassicura i cuori inquieti come un guardiano e protettore. Da dove viene questa forza che gli è attribuita?


Nella regione di Aksum, gli uomini sopportano una siccità che è peggiorata con l’abbattimento di migliaia di alberi attraverso i secoli; a poco a poco, per mancanza di irrigazione naturale, una terra fertile si è trasformata in sabbia, così un albero dalle grandi fronde, come il sicomoro, è divenuto molto prezioso. A questa ragione pratica, diciamo laica, se n’è aggiunta una spirituale, che affonda le sue radici nel periodo della comparsa del cristianesimo in Africa, nel VI secolo d.C..


Il cuore della religione ortodossa etiope si trova proprio ad Aksum dove, nella Chiesa di Nostra Signora di Sion, secondo la tradizione, è custodita l’arca dell’alleanza che contiene le tavole della legge. Di fianco alla Chiesa, si trova il sicomoro, attorno al quale, nei primi sette giorni di ogni mese, i fedeli si riuniscono per cantare inni e preghiere, in processioni mattutine che si ripetono sin dai tempi antichi. D’altra parte, i fedeli di tutto il mondo, da sempre, amano piantare alberi vicino alle chiese perché simboleggiano la loro speranza di raggiungere il paradiso.


Il bagnano di Cholti Kheri
Nel Punjab, India settentrionale, si trova il piccolo villaggio di Cholti Kheri; qui i fedeli venerano il Bagnano, un albero spettacolare della famiglia del Ficus, in grado di crescere fino a diventare gigantesco e coprire diversi ettari. La capacità di quest’albero di rinascere ininterrottamente da sé stesso lo ha fatto diventare simbolo dell’induismo, così come il suo essere complesso e composito lo rende speculare all’insieme delle divinità dell’induismo. Bene, ora vi spiego com’è fatto questo albero straordinario, seguitemi!


Il Bagnano comincia a svilupparsi da un seme portato dagli uccelli su un ramo; il seme germina emettendo radici aeree che raggiungono il terreno e vi affondano; la parte della radice al di sopra del suolo si ingrossa, fino a formare un tronco secondario; tutto questo in un continuo movimento dove si aggiungono sempre nuovi elementi. Il bagnano può raggiungere notevoli estensioni ed occupare zone coltivate, ma qui guai a impedirne lo sviluppo o tagliarne rami, sarebbe di cattivo auspicio.


Il bagnano è divenuto un albero sacro perché ha molti similitudini con l’induismo. Il bagnano rinasce ininterrottamente da sé stesso, così è diventato simbolo induista della rinascita eterna. Il bagnano non ha un solo tronco, ma è formato da numerosi elementi, come l’induismo non ha un’unica divinità, bensì moltissime, ognuna delle quali indica un cammino verso la saggezza.


Il bagnano di Cholti Kheri viene venerato in diverse occasioni, in particolare qui si celebra il rituale della cenere; secondo l’induismo, la cenere trasmette l’energia vitale nella sua forma più pura, essenziale, perché esprime, nello stesso tempo, la nostra origine ed il nostro destino; l’energia vitale di cui è ricco il bagnano, allora, è il luogo migliore per celebrare questo rito.


Il bagnano è anche un rifugio per oltre 25 specie di uccelli, soprattutto pavoni; i fedeli portano granaglie ai questi uccelli, considerati messaggeri di Dio; se il cibo viene accettato significa che verranno esauditi i loro desideri. Non c’è da stupirsi, le divinità induiste sono profondamente legate alla natura, così come i loro fedeli.


Il sicomoro, divenuto testimone e simbolo di spiritualità, in una remota zona africana dove si dice che l’umanità affondi le sue radici. Il bagnano, divenuto rappresentativo del messaggio induista di rinascita e di saggezza, in quella nazione, l’India, considerata il cuore spirituale del nostro pianeta. Due alberi straordinari divenuti sacri perché danno speranza agli uomini.
Cinzia Malaguti
Videografia: video documentario Tree stories – Sacri su Rai Play