Viaggio tra i metalli nobili: oro, argento e rame

Viaggio tra i metalli nobili. In questo viaggio tra i metalli nobili, ti porto a scoprire vizi e virtù di oro, argento e rame. Simboli di ricchezza e di potere, hanno accompagnato l’uomo nel corso dei secoli, ma sono anche serviti a forgiare capolavori d’arte che, ancora oggi, possiamo ammirare in alcune residenze reali, come Palazzo Reale di Torino o il Palazzo del Quirinale a Roma. Oro, argento e rame vengono oggi usati anche nel campo della medicina, della tecnologia e delle scienze in generale.



Viaggio tra i metalli nobili: ORO

L’oro si trova in natura imprigionato nelle rocce, ma ha sempre avuto un fascino incredibile nei vari secoli, tanto da muovere popolazioni alla sua ricerca e rischiare la vita per entrarne in possesso. L’oro divenne subito simbolo di ricchezza e di potere, sarà per quel suo luccichio, sarà per la sua grande duttilità e malleabilità, fatto sta che i potenti di tutte le epoche hanno fatto forgiare oggetti in oro da esibire. L’oro veniva raccolto sul greto di fiumi, poi divenne oggetto di lavoro nelle miniere, ma anche di rapine spettacolari. L’oro è oggi un bene rifugio per i singoli e garanzia di solvibilità per le nazioni. Ogni nazione ha la sua riserva aurea che rappresenta simbolicamente la ricchezza del paese, senza la quale non sarebbe possibile dialogare con banche ed economie estere; la riserva aurea dell’Italia si trova alla Banca d’Italia dove sono custoditi migliaia di lingotti d’oro a garanzia dei nostri debiti.

viaggio tra i metalli nobili
Collana d’oro

Nel corso dei millenni, l’umanità ha usato tutti gli strumenti a disposizione per raccogliere oro. Il più semplice da ottenere è l’oro alluvionale, cioè oro proveniente da rocce erose dall’acqua dei fiumi e trascinato dalla corrente in forma di pagliuzze. Nell’antichità, in alcune aree, si usava immergere pelli di pecora per intrappolare le pagliuzze; questa pratica, probabilmente, ha ispirato il mito del vello d’oro, mito presente nella mitologia greca che si dice avesse il potere di curare ogni ferita. La ricerca dell’oro prese anche la strada dell’estrazione nelle miniere; oggi le più grandi miniere d’oro si trovano in Africa, Asia, Oceania e Sud America.

Gli utilizzi dell’oro. Si calcola che la metà dell’oro oggi in circolazione sia in forma di gioielli, fatti – per lo più – in lega con altri metalli per aumentarne la durezza, essendo l’oro puro in natura molto morbido. La purezza dell’oro si misura in carati, dove 24 carati rappresenta l’oro puro. L’oro non è tossico ed è inerte, cioè non interagisce con altre sostanze come l’ossigeno (ossidazione), ragion per cui è prezioso in ambito medico, come nelle protesi dentarie, ma anche nei trattamenti di determinate allergie e in alcuni test di fertilità e tossicologia. La duttilità e malleabilità dell’oro lo rendono altresì prezioso in diversi settori dell’industria, come in quella aerospaziale (l’oro ha la capacità di riflettere sia la luce visibile che quella infrarossa) e nelle nanotecnologie (può veicolare farmaci con estrema precisione, come nella distruzione selettiva di cellule cancerose, al posto della chemioterapia).



Viaggio tra i metalli nobiliCome nasce una collana. La creazione di monili, sin dall’antichità, ha reso l’oro il metallo più desiderato al mondo. L’Italia gode di un’antichissima tradizione nella produzione di gioielli che oggi vengono prodotti anche su scala industriale. Mentre in Germania e Inghilterra è molto usato l’oro a 9 carati con una colorazione che tende al verde e in India quello puro a 24 carati, l’oro più diffuso nelle gioiellerie italiane è a 18 carati. L’oro a 18 carati contiene il 75% di oro puro ed il 25% suddiviso tra argento e rame. La lega si ottiene nelle fonderie dove apposite macchine fonditrici, guidate da mani esperte, raggiungono i 1200°, fondendo e legando i diversi elementi, ma anche evitando possibili ossidazioni ed impurità che potrebbero compromettere la qualità del prodotto; la lega viene poi colata per farne delle barre che vengono poi lavorate con macchine laminatoie e trafile automatiche che riducono lo spessore dei fusi, allungandoli progressivamente. Attraverso diversi passaggi, i fusi iniziali vengono assottigliati ed allungati fino ad ottenere un filo o un nastro d’oro adatto alle catene che devono essere costruite; si formano così rocchetti di filo o nastro d’oro che permetteranno la costruzione dei gioielli. Altre macchine producono, poi, le maglie della catena, quindi si passa alla lucidatura. Alla fine del ciclo, mani ed occhi esperti controllano la qualità del gioiello, individuano e riparano difetti, applicano elementi decorativi.

L’oro degli Inca. L’oro venne anche razziato durante la conquista delle Americhe e portato in Europa; famosa è la spedizione di Francisco Pizarro presso gli Inca, la cui unica missione fu quella di rubar loro tutto l’oro di cui disponevano; Pizarro riuscì a far imprigionare il capo degli Inca, venne chiesto un riscatto in oro che gli venne ceduto senza troppe proteste; per gli Inca, infatti, l’oro non aveva valore economico, era un dono degli dei, mentre per gli spagnoli significava ricchezza e potere. Alla fine del XVI secolo, la ricchezza delle Americhe si trasferì in Europa.

L’oro di Tutankhamon. Nel 1922, l’archeologo ed egittologo britannico Howard Carter scoprì, dopo 5 anni di scavi senza esito, la tomba del faraone egizio Tutankhamon, il suo tesoro. Il sarcofago in oro puro di 108 kg e i 5000 oggetti d’oro presenti, ne fanno ammontare il valore economico ad almeno 3 milioni di euro, ma il valore storico e artistico è ancora più grande.

Gioielli in oro

Viaggio tra i metalli nobili: ARGENTO

I maggiori giacimenti di argento si trovano in Perù, in Cina e in Messico, mentre in Italia è la Sardegna la regione più ricca d’argento. L’argento estratto in natura rappresenta, però, solo 1/3 del metallo immesso sul mercato, il restante è un sottoprodotto estrattivo di oro, piombo e altri minerali. Una fonte importante è, ad esempio, l’argento prodotto da raffinazione elettrolitica del rame.

Gli utilizzi dell’argento. Solo il 18% dell’argento viene utilizzato in gioielleria, il 4% in argenteria, mentre quasi la metà diventa un componente di pannelli fotovoltaici o il circuito elettrico di televisori o la marmitta catalitica di auto, cioè uno dei tanti impieghi nell’industria moderna. L’argento estratto viene utilizzato in ambito industriale, soprattutto in campo elettrotecnico ed elettronico, grazie alle sue proprietà di ottimo conduttore di calore ed elettricità. L’argento viene utilizzato per costruire gioielli da almeno 4000 anni, mentre è in netto declino il suo uso nell’industria fotografica, dove l’avvento del digitale ha messo in pensione le vecchie pellicole in nitrato d’argento. Tra i curiosi utilizzi più moderni c’è l’inseminazione di pioggia; lo ioduro d’argento ha una struttura cristallina simile al ghiaccio, cosicché viene utilizzato per favorire l’addensamento del vapore acqueo nelle nuvole che dà origine alla pioggia.



L’argento nella monetazione. L’argento fu impiegato anche nella monetazione. Mentre in epoca romana le monete erano coniate sia in oro che in argento, ai tempi di Carlo Magno esse furono esclusivamente d’argento, a causa di un cambiamento di assi commerciali. Nell’Europa cristiana, le monete d’argento rimasero la moneta di riferimento per 5 secoli, fino a che le esigenze di mercato richiesero una valuta più forte. Dopo secoli ritornarono le monete d’oro, tra le prime vi fu il fiorino d’oro a Firenze nel 1252, una moneta d’oro purissimo che andò alla conquista del mondo; se i mercanti di Firenze inventarono, poi, anche le lettere di credito, precursori dei nostri assegni, fu soprattutto perché conservare e trasportare monete d’oro voleva dire esporsi a furti e rapine.

Tesori antichi di argenteria. Nel 1895, durante gli scavi di una villa romana a Boscoreale, furono scoperti ben 108 pezzi di argenteria da tavola, risalenti al I secolo d.C., sepolti durante l’eruzione del Vesuvio; il tesoro di Boscoreale è conservato presso il Museo del Louvre a Parigi. Il tesoro di Marengo fu rinvenuto nel 1928, presso il villaggio Marengo (Al), nel corso di scavi agricoli; si tratta di preziosi reperti di epoca romana (II secolo d.C.) per un totale di 26 kg di argento, ma in pessimo stato di conservazione, probabilmente frutto di un saccheggio; gli oggetti sono oggi conservati al Museo delle Antichità di Torino. Gli argenti del Quirinale sono la collezione di argenteria dei Savoia; con l’Unità d’Italia, l’argenteria proveniente dalle regge e dai palazzi degli stati pre-unitari, venne trasferita dai Savoia al palazzo del Quirinale a Roma e scrupolosamente inventariata; la raccolta di argenteria è esposta al pubblico nella Vasella vecchia, al pian terreno del palazzo del Quirinale, comprende oltre 7000 pezzi in argento bianco, 2400 pezzi in argento dorato, 9000 pezzi in metallo argentato e oltre 9000 pezzi in metalli vari, soprattutto bronzo; si tratta di oggetti che furono di uso quotidiano, resi speciali dalle decorazioni.

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Argenteria

Viaggio tra i metalli nobili: RAME

Il rame non è considerato prezioso come l’oro e l’argento, ma è un elemento fondamentale per molti prodotti tecnologici. Le miniere di rame più grandi al mondo sono in Cile, Perù, Messico ed Indonesia. Si calcola una produzione annuale di rame di circa 20 milioni di tonnellate. La miniera di rame più grande al mondo si trova in Cile ed è un’immensa voragine scavata nel terreno; è lunga 4,5 km ed ogni giorno vengono scavate 280.000 tonnellate di roccia contenete rame; occorrono 14 giorni per estrarre il rame dalla roccia.

Gli utilizzi del rame. Secondo alcuni studi, un cellulare contiene 9 grammi di rame, 200 milligrammi di argento e 24 milligrammi di oro, oltre ad 11 grammi di ferro, plastica ed altro; la presenza di metalli preziosi, qui corrisponde a precise esigenze industriali. Il rame è il secondo migliore conduttore di calore ed elettricità, dopo l’argento, ma è molto meno costoso di quest’ultimo, rendendo così possibile la produzione di massa di tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici che rendono comoda la nostra vita. Il rame, poi, è fondamentale nella produzione, trasporto ed utilizzo dell’energia; in una turbina eolica da 1 mega-watt, ad esempio, ci sono circa 3 tonnellate di rame. Altri impieghi del rame sono molto antichi; anche gli antichi egizi lo usavano per trasportare l’acqua, proprio come in rame sono i tubi utilizzati oggi in molte case per gli impianti di riscaldamento, gas, acqua e condizionatori. Le modernissime postazioni offshore e le tubazioni sottomarine hanno un rivestimento in rame e nichel per difenderle dalle incrostazioni di molluschi, proprio come erano rivestiti in rame gli scafi delle imbarcazioni del ‘700. Generazioni di agricoltori, inoltre, hanno sfruttato le proprietà del rame per difendere le coltivazioni dai parassiti, quelle stesse proprietà che oggi trovano applicazione nei più moderni laboratori scientifici. Il rame è da sempre utilizzato per la fabbricazione di pentole e tegami da cucina; essendo un ottimo conduttore, il calore si trasmette subito dal tegame in rame al cibo; l’ossidazione, tuttavia, può rilasciare sostanze tossiche, ragion per cui si è provveduto ad applicare un rivestimento interno con una strato di stagno.

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Bollitori in rame nella produzione della birra

Il bronzo. Il bronzo è una lega di rame e stagno. Nel lontano passato, durante l’età del bronzo, durata 1500 anni, chi possedeva il bronzo e sapeva forgiarlo aveva il controllo sulle armi, pur rudimentali. Età del bronzo finì con l’uso del ferro. Durante l’età del bronzo (periodo greco), ma anche nella più recente età rinascimentale, vennero forgiate statue in bronzo, capolavori dell’arte, come i Bronzi di Riace (periodo greco) e Perseo con la testa di Medusa (età rinascimentale) di Benvenuto Cellini, esposto nella Loggia dei Lanzi a Firenze. I Bronzi di Riace vennero rinvenuti casualmente sul fondo del mar Jonio, al largo della costa di Riace, nel 1972; sono due statue in bronzo risalenti al V secolo a.C. e rappresentano una idealizzazione del senso del bello per i greci antichi; sono alte 1,98 e 2,05 metri, in origine erano dorate con elmo e scudo; sono esposte al Museo Nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria.

Buona vita!

Cinzia Malaguti

Alcune informazioni contenute in questo articolo sono tratte dal documentario di Alberto Angelo Ulisse: il piacere della scoperta, 2016, Rai Play