Sul rapporto tra soldi e felicità
Sono tanti gli studi che rilevano il rapporto tra reddito e benessere psicologico, ma affermando che tale rapporto non è lineare.
Cosa significa che il rapporto tra reddito e felicità non è lineare?
Significa che, fino ad un certo livello, il benessere psicologico aumenta con l’aumentare del reddito, poi oltre una determinata soglia il denaro non ha più lo stesso effetto.
Qual è la soglia oltre la quale guadagnare di più non ha più lo stesso effetto psicologico di prima?
All’aumentare del reddito aumenta fortemente la felicità dei più poveri perché permette loro di soddisfare i bisogni fondamentali (nutrimento, alloggio, sicurezza), ma si attenua al crescere della ricchezza. Significa che, una volta che l’essenziale ci viene garantito, il denaro cessa di rappresentare il fattore più decisivo della felicità. Alcuni continueranno a dedicare tempo ed energie per guadagnare sempre più soldi, ma gli sforzi profusi non saranno più pari all’aumento del loro benessere psicologico, insomma una parte di quegli sforzi andrà sprecato, se ragioniamo in termini di felicità.
Ci sono anche fattori legati all’età nell’evoluzione della sensazione di benessere?
Sì, alcuni studi effettuati in Francia (fonte: Eurobarometro 1975-2000), hanno rilevato che in media un individuo è decisamente meno felice intorno ai cinquant’anni che intorno ai venti e nettamente più felice intorno ai sessantacinque; insomma, c’è di mezzo la crisi di mezza età quando ci si rende conto che il tempo passato è maggiore di quello che resta da vivere, ma dopo il contraccolpo iniziale si tende ad apprezzare di più la vita, per goderne finché le forze e la salute tengono.
Si può fare qualcosa per alimentare il benessere psicologico, indipendentemente dalla ricchezza e dall’età?
C’è un altro modo, molto più potente dei soldi, per mantenersi felici una volta che l’essenziale ci viene garantito, come scrive lo psichiatra francese Christophe André: “prendersi il tempo di vivere e di godersi ciò che già si ha“.
Cinzia Malaguti
Leggi anche:
Fonti:
C. André, E non dimenticarti di essere felice, Esercizi di psicologia positiva, Milano, Mondadori, 2015
M. E.P. Seligman, La costruzione della felicità, Milano, Sperling, 2005
Credo di aver appena cambiato idea sull’argomento, grazie di cuore! Mi hai “aperto nuove frontiere”! 🙂 http://cresceresognare.blogspot.com