Ligabue, tra pazzia e realtà, in mostra a Gualtieri
L’uomo Antonio Ligabue
Antonio Ligabue nasce a Zurigo nel 1899 e muore a Gualtieri (RE) nel 1965 dove arriva nel 1919, dopo la morte della madre. Gualtieri era il paese natale del patrigno, con cui tuttavia non era in buoni rapporti, al punto da decidere di cambiare il cognome da Laccabue a Ligabue.
Il suo primo ricovero in un ospedale psichiatrico risale al 1917 in seguito ad una violenta crisi nervosa, aveva appena 18 anni, ma quel ricovero non sarà l’unico.
I primi dipinti di Antonio Ligabue risalgono alla fine degli anni ’20, ma è solo dal 1948 che critici e mercanti d’arte iniziano ad interessarsi a lui. Antonio Ligabue viveva di pittura; i suoi dipinti erano il suo denaro, in quanto egli li scambiava con ospitalità e cibo, ma anche in cambio di una motocicletta o di una macchina, nei periodi di maggior lustro.
I suoi problemi mentali sono stati una dura realtà e gli hanno causato derisioni e mancati riconoscimenti, ma il suo talento per la pittura era genuino e ci ha lasciato opere d’arte di indubbio valore artistico.
L’artista Antonio Ligabue
Antonio Ligabue inizia a dipingere a Gualtieri alla fine degli anni ’20; quella per la pittura fu una passione irrefrenabile e fu il suo modo di dare voce ad un’anima tumultuosa.
I motivi della sua pittura sono animali domestici e feroci, paesaggi svizzeri e padani, interni, ritratti ed autoritratti.
Compagni delle sue giornate erano uno specchio e la motocicletta; lo specchio veniva utilizzato per osservarsi e così dipingere gli autoritratti, mentre con la motocicletta girovagava per la campagna e lungo il fiume Po, dove spesso veniva ospitato nei fienili. Ligabue cedeva i suoi dipinti in cambio di ospitalità e cibo, ma per lui erano occasioni per mostrarli con compiacimento.
Nel 1928 incontra lo scultore e pittore Renato Marino Mazzacurati che ne comprende l’arte genuina e gli insegna l’uso dei colori ad olio, guidandolo verso la piena valorizzazione del suo talento; deve però aspettare la fine della guerra per trovare un po’ di riconoscimenti; infatti, nel 1948, con l’intensificarsi della sua attività pittorica, comincia ad essere conosciuto anche al di fuori della campagna reggiana.
La personalità inquieta è evidente nei suoi dipinti, soprattutto nella rappresentazione dell’aggressività di animali feroci (leopardi, leoni, tigri, vedove nere), espressioni delle sue paure e insieme protezione da esse. Il suo rapporto privilegiato con gli animali è pure evidente, essi sono i soggetti più rappresentati.
Con Antonio Ligabue il limite tra fantasia e realtà si rompe e si ricrea in ogni dipinto; nei suoi dipinti la realtà viene interpretata attraverso i colori della sua fantasia, sempre accesi, mai tenui o neutri.
Antonio Ligabue, per la sua travagliata storia personale ed artistica, può essere assomigliato a Vincent Van Gogh, ma sono molto diversi nella loro espressione artistica; molti dei dipinti di Ligabue trasudano della paura contenuta nella sua anima, quasi fossero uno sfogo, mentre per lo più quelli di Van Gogh sono espressione del bisogno di quiete, sono compensatori.
La Fondazione Antonio Ligabue e la mostra a Palazzo Bentivoglio a Gualtieri
Nella città in cui ha vissuto per più di 40 anni, si è costituita a Gualtieri (RE) la Fondazione Museo Antonio Ligabue con il compito di valorizzare l’opera dell’artista.
In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Ligabue, la Fondazione ha allestito un’antologia di Antonio Ligabue che comprende oltre 100 opere, alcune mai presentate prima, tra cui 80 dipinti, 15 disegni, 10 incisioni ed alcune sculture in bronzo e terracotta.
I dipinti, tutti provenienti da collezioni private, sono esposti presso la sede della Fondazione, a Palazzo Bentivoglio, nella bella piazza omonima di Gualtieri e molti di essi sono ritenuti massimi capolavori dell’artista. La rassegna è in programma fino all’8 novembre 2015. Un interessante video sull’artista, la sua vita e le sue opere completa la pregevole iniziativa.
Imperdibile!
Cinzia Malaguti
Risorse in rete: