A Marradi la castagna va in sagra da oltre 50 anni
Marradi si trova tra Faenza e Firenze, sul versante appenninico romagnolo, ma in provincia di Firenze; qui in tutte le domeniche di ottobre si celebra, da oltre 50 anni, il prodotto principe del territorio: la castagna, o meglio, il marrone buono di Marradi. Bella la scenografia del luogo, ma – nel corso degli anni – la sagra ha perso un po’ della sua caratteristica peculiare.
La sagra della castagna e del marrone buono di Marradi è molto frequentata da fiorentini e da emiliano-romagnoli che qui trovano una ideale cerniera geografica. La sagra si sviluppa lungo tutto il centro storico del borgo tosco-romagnolo nell’alternarsi di bancarelle di castagne e di vestiti, di formaggi e di cappelli, di castagnacci e di guanti, di frittelle e di croccanti. Purtroppo, questo alternarsi di bancarelle di vari generi rende questo evento più vicino ad un mercato o fiera che ad una sagra di un prodotto tipico del territorio. Insomma, sarebbe auspicabile una distribuzione degli spazi più razionale, dove una zona viene dedicata alla castagna ed ai suoi prodotti, mentre un’altra a tutto il resto che con la castagna c’entra ben poco. Detto questo, Marradi è un paese grazioso, con le sue montagne colorate dai mille colori dell’autunno, con il suo fiume Lamone che l’attraversa e l’impreziosisce e con i suoi numerosi castagneti.
Marradi si trova a 328 m. s.l.m. ed è stato un feudo romagnolo fino al 1428, quando Firenze sconfisse Giovanni Manfredi di Faenza, aggiudicandosi l’intero territorio. Marradi ha dato i natali al poeta Dino Campana (1885-1932).
Marradi vale una gita alla sagra della castagna e del marrone buono di Marradi, ad ammirare i colori autunnali dell’Appennino tosco-romagnolo, oltre ad assaggiare le sue deliziose castagne e prodotti correlati (castagnacci, frittelle, torta di castagne, ecc.). Durante il periodo della sagra, è possibile raggiungere Marradi anche con un treno d’epoca a vapore. Da visitare a Marradi: Centro di Studio e Documentazione sul Castagno e Centro Studi Campaniani.
Buon divertimento e … buon appetito!
Cinzia Malaguti