Venezia ducale
Venezia, fondata su 118 piccole isole all’interno della laguna veneta, è un gioiello artistico ed architettonico unico al mondo. Le sue Chiese ed i suoi Palazzi testimoniano la ricchezza e lo splendore sviluppatisi nel corso dei secoli. Uno dei palazzi più rappresentativi di Venezia è il Palazzo Ducale che fu residenza privata del Doge, sede del governo, prigione e tribunale. Il Palazzo Ducale è espressione massima del periodo più florido della Repubblica di San Marco, la Serenissima. Scopriamolo insieme.
Nel XV secolo Venezia era la città più grande e ricca d’Italia ed il suo cuore antico pulsa ancora nella meravigliosa Piazza San Marco dove si trovano la Basilica di San Marco, un tempo cappella privata del Doge, il Campanile ed il Palazzo Ducale, capolavoro del Gotico veneziano.
LA VISITA DEL PALAZZO DUCALE DI VENEZIA
Il Palazzo Ducale fu al tempo stesso residenza privata del doge, sede del governo, prigione e tribunale. I lavori iniziarono nel IX secolo, ma l’attuale struttura risale al XV secolo. L’ingresso per le visite si trova sul lato che affaccia sul Canal Grande e da cui si accede al vasto e luminoso cortile interno ricco di preziose decorazioni marmoree. L’itinerario classico di visita del Palazzo riguarda la zona rappresentativa e residenziale, oltre al passaggio all’interno del Ponte dei Sospiri che dava accesso alle nuove prigioni della Serenissima. Un altro itinerario, denominato Itinerari segreti del Palazzo Ducale, è accessibile solo su prenotazione e con accompagnatore qualificato. Ve li racconto entrambi.
Itinerari segreti di Palazzo Ducale
Il percorso degli Itinerari Segreti di Palazzo Ducale si svolge nella zona che era riservata alle attività più delicate della Serenissima, legate all’esercizio del potere giudiziario. Dall’ampio cortile interno ed attraverso una stretta porta si entra nelle antiche prigioni: i Pozzi e i Piombi.
I Pozzi erano piccole celle umide al piano terra, riservate alle pene più gravi. I Piombi, posti all’ultimo piano, erano celle più asciutte e meno anguste, riservate a traditori politici o per reati meno gravi. In una cella dei Piombi fu rinchiuso anche Giacomo Casanova.
Tra i Pozzi ed i Piompi si trovano i piani dove si svolgevano le attività amministrative legate alla giustizia. Potrete visitare la Sala della Cancelleria Segreta con le sue pareti completamente rivestite di armadi e decorate dagli stemmi e dai nomi dei cancellieri succedutisi dal 1268. Accederete poi alla Sala della tortura con un’inquietante corda che veniva usata per appendere l’inquisito e tirarlo per le braccia legate dietro la schiena. Dai Piombi salirete al sottotetto dalle suggestive capriate lignee, qui troverete un’esposizione di armi, per lo più cinquecentesche; dal sottotetto potrete osservare la straordinaria struttura che sostiene il soffitto della grande Sala del Maggior Consiglio. Dal sottotetto scendendo alcuni gradini, si accede alla Sala degli Inquisitori, temutissima magistratura istituita nel 1539 per tutelare la riservatezza dell’operato statale; il soffitto della sala è decorato con tele del Tintoretto. Da qui si passa alla Sala dei Tre Capi, magistrati scelti ogni mese per la preparazione dei processi e l’attuazione delle risoluzioni del Consiglio dei Dieci, l’organo governativo più influente della Serenissima; da un passaggio segreto ricavato in un’armadiatura in legno, era possibile accedere alla Sala del Consiglio dei Dieci.
La storia di Giacomo Casanova nelle carceri della Serenissima
Giacomo Casanova fu rinchiuso in una cella dei Piombi nel 1755 per motivi non ben chiari, ma forse riconducibili ad una presunta attività di spionaggio. La storia della sua fuga è narrata in un libro che lo stesso Casanova scrisse ed intitolato Storia della mia fuga dai Piombi. Egli fu rinchiuso in una cella all’interno della quale doveva muoversi piegato, ma ottenne di poter distendere le sue membra in periodiche passeggiate nel sottotetto, più alto. Fu in una di quelle brevi passeggiate interne che riuscì a prelevare un arnese. Con siffatto punteruolo, Casanova iniziò a scavare un buco nel pavimento in legno sotto il letto della sua cella. Aveva definito il giorno della sua fuga, ma il giorno prima venne trasferito di cella. Quando i sorveglianti scoprirono il buco nel pavimento volevano denunciarlo, ma egli li sfidò dicendo loro che li avrebbe accusati di complicità, visto che non si erano mai accorti di nulla prima. Fu così che evitò una prigionia ben più severa.
Casanova, tuttavia, non smise di progettare la sua fuga e, siccome il pavimento della sua nuova cella non era di legno, si fece amico di un religioso che era incarcerato in una vicina cella in legno. Con lui escogitò la fuga. Gli fece pervenire il punteruolo introducendolo in un libro religioso che scavò adeguatamente per farvi posto; con esso il prete scavò un buco sul soffitto che rimase coperto da immagini religiose; da quel buco salì e poi raggiunse il soffitto della cella di Casanova che bucò fino a farlo uscire. Di sera essi raggiunsero una stanza nella quale si cambiarono di abiti e, affacciatisi ad una finestra, furono visti da una guardia. La guardia, tuttavia, pensò che fossero visitatori rimasti chiusi dentro e li andò cortesemente ad aprire per farli uscire. La storia della fuga fu probabilmente romanzata nel racconto dello stesso Casanova, ma la sostanza probabilmente è vera.
Itinerario classico di visita
L’itinerario classico comprende il cortile e le logge, le sale dell’appartamento del doge, le sale istituzionali e il passaggio dentro il Ponte dei Sospiri per raggiungere le prigioni nuove. Le sale dell’appartamento e quelle istituzionali traboccano di opere d’arte del Tintoretto, di Paolo Veronese, di Tiziano, tanto per citare i nomi più conosciuti.
Le Sale Istituzionali sono dislocate su tre piani: secondo piano, primo pianto e piano delle logge. Nelle Sale Istituzionali del Palazzo si svolgeva la vita politica ed amministrativa della Repubblica di San Marco. L’itinerario nelle Sale Istituzionali inizia con l’anticamera, chiamata Atrio Quadrato (secondo piano), per arrivare poi al clou della visita nella Sala del Maggior Consiglio (primo piano).
La Sala del Maggior Consiglio è la sala più grande e maestosa di Palazzo Ducale e, con i suoi 53 metri e 25 di larghezza, è una delle più grandi d’Europa. Qui si tenevano le assemblee della più importante magistratura della Repubblica veneziana: il Maggior Consiglio. Il Maggior Consiglio era il Senato della Repubblica, formato da tutti i nobili veneziani. Nella Sala del Maggior Consiglio si trova uno dei dipinti più grandi del mondo, il Paradiso del Tintoretto. Sul soffitto della sala vi è un grandioso affresco di Paolo Veronese, omaggio alla Serenissima.
Opere d’arte del Tintoretto e di Paolo Veronese si possono ammirare anche nella Sala del Collegio, dove si riuniva il Collegio dei Savi (saggi) e nella Sala della Serenissima Signoria. In tutte le sale c’è uno sfoggio di ricchezza artistica e celebrativa della Serenissima.
Suggestivo è il percorso all’interno del Ponte dei Sospiri che collega il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove, luogo di pena e detenzione dell’ultimo periodo di governo della Serenissima.
Dal loggiato al piano delle logge si può ammirare bene la Scala dei Giganti, chiamata così per le due statue in marmo, raffiguranti Marte e Nettuno, poste ai lati. Davanti alle due imponenti statue svetta il maestoso Arco Foscari, la cui struttura ricorda gli archi di trionfo dell’antica Roma; tale arco funge anche da contrafforte alla adiacente Basilica di San Marco.
Venezia e la sua laguna è Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Consigli. Prenota la tua visita al Palazzo Ducale. Evita di mangiare al sacco in giro per la città perché potresti incorrere in sanzioni; di fianco al Ponte di Rialto c’è un buon self-service. Infine, armati di pazienza perché a Venezia ci sono sempre tantissimi turisti.
Buone visite!
Cinzia Malaguti