Una giusta causa – al cinema
Una giusta causa è un film sulla discriminazione di genere ambientato negli Stati Uniti tra gli anni ’50-’70. Tratto da una storia vera, mette in evidenza quanto le leggi che attribuiscono funzioni differenti alle donne finiscano per danneggiare anche gli uomini. Tema ancora di grande attualità dopo il Convegno sulla Famiglia di Verona che ha riproposto stereotipi legati al genere e contrari alla parità uomo-donna.
Trama. Ruth Bader Ginsburg fu la prima giovane avvocatessa negli Stati Uniti degli anni ’50 e si dedicò, sin da subito, alla lotta in difesa dei diritti delle donne. Sposata e con figli, poté godere dell’appoggio, del sostegno e dell’incoraggiamento del marito, anch’egli avvocato. Durante la sua attività professionale ebbe non poche difficoltà, ma il suo impegno per trovare un punto di svolta nella legislazione americana che arrivasse, un passo alla volta, a superare la discriminazione di genere, diede i primi risultati con un caso che riguardava un uomo. Ruth sostenne in giudizio la causa di un uomo che, per il solo fatto di essere uomo, non poteva detrarre dalle tasse le spese di assistenza alla madre ammalata; la legislazione americana, infatti, prevedeva che l’attività assistenziale era una competenza femminile. Ruth vinse la causa e quell’episodio fu l’inizio di un progressivo scardinamento di una legislazione sessista, fu la correzione di un errore che penalizzava non solo le donne. Ruth è diventata poi magistrata e giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. La vera Ruth Bader Ginsburg compare nella scena finale del film.
Commenti. Il film è ben fatto anche se, a tratti, si perde in tecnicismi giuridici americani che risultano stancanti e noiosi, almeno per noi europei. Ottima interpretazione dell’attrice britannica Felicity Jones nei panni di Ruth Bader Ginsburg. Un film da vedere per chi desidera approfondire la storia della conquista – mai definitiva – della parità dei diritti tra uomini e donne.
Buona visione!
Cinzia Malaguti