Pitigliano, Bolsena, Civita Bagnoregio
Pitigliano, Bolsena, Civita Bagnoregio: itinerario di 2 giorni in Tuscia.
Zona di antico insediamento etrusco, la Tuscia ha il suo cuore qui, tra la Maremma toscana e l’Alto Lazio. Borghi costruiti su rocce di tufo e laghi d’origine vulcanica caratterizzano un territorio unico erede delle forze della natura. Pitigliano e Civita Bagnoregio sono antichi borghi spettacolari costruiti su rocce di tufo vulcanico, mentre il lago di Bolsena è il più grande lago italiano di origine vulcanica. Percorriamo insieme questo angolo di Tuscia per scoprirne la storia e le bellezze paesaggistiche.
Pitigliano (Grosseto)
Giungere a Pitigliano dalla Strada Regionale 74 Maremmana offre una veduta d’insieme spettacolare su questo borgo costruito su di una rupe di tufo vulcanico. Sembra frutto di una mano d’artista il paesaggio che si apre davanti a noi: case a strapiombo, dal profilo essenziale ed asimmetrico, appaiono come una continuazione della roccia su cui poggiano, levigata dagli agenti atmosferici e dalle acque dei torrenti sottostanti. Noterete poi sulla parete rocciosa delle aperture, sono grotte scavate nel tufo a ricordarci che a Pitigliano c’era un antico insediamento degli etruschi, peraltro esistito anche in superficie, come testimoniano i resti di mura fatte con il tufo e rinvenute nel quartiere di Capisotto, a ovest del borgo.
Un po’ di storia. Pitigliano passò agli onori della cronaca nel Medioevo; fu il matrimonio tra la figlia dei conti Aldobrandeschi con un nobile romano, Romano Orsini, a cambiare le sorti di Pitigliano. La Contea di Sovana, di cui faceva parte Pitigliano, era un feudo degli Aldobrandeschi e venne data in dote per questo matrimonio; Orsini trasferì a Pitigliano la sede della contea e questi nobili vi governarono per secoli, difendendola dalle pretese delle contee limitrofe; solo in epoca rinascimentale venne ceduta, per motivi economici, ai Medici ed annessa al Granducato di Toscana. Questa annessione cambiò la vita alla radicata ed integrata comunità ebraica di Pitigliano Sotto la pressione papale, gli ebrei vennero sfrattati dalle loro abitazioni e ghettizzati; a ricordo di questo triste evento, esiste un dolce della tradizione ebraica, è di forma allungata e stretta, come quel bastone con cui veniva battuta la porta degli ebrei per intimarne lo sfratto e si chiama proprio così, sfratto; cercatelo nella panetteria vicina alla Sinagoga, oppure in quella all’inizio di via Roma, è fatto con una sfoglia non lievitata e ripiena di noci e altra frutta secca.
Della presenza degli Orsini svetta l’imponente palazzo omonimo, oggi sede museale, collocato nella piazza centrale dove sorge la Fontana delle Sette Cannelle. La Fontana delle sette cannelle è una fontana monumentale voluta dal conte Orsini e costituita da cinque arcate rivestite in tufo ad arco tondo che chiudono il lato meridionale della piazza, affacciata sulla vallata.
Il centro storico di Pitigliano è davvero gradevole da passeggiare e bello da fotografare; scorci panoramici tra i vicoli e sulla vallata, sulle mura e sulla rupe tufacea, vi offriranno un rinnovato piacere di scoprire questo borgo, annoverato tra i più belli d’Italia. Fate una tappa anche al Duomo caratterizzato da una graziosa facciata tardo-barocca e dal campanile che, nella parte superiore, ha mantenuto l’aspetto originario in tufo del periodo medievale; l’interno è in stile barocco a navata unica con cappelle laterali. Riconoscere il quartiere ebraico, dove furono confinati gli ebrei, dalla presenza della sinagoga cinquecentesca, oltre ad alcune scritte nei caratteri di questa comunità.
Sovana e la Necropoli Etrusca (Grosseto)
Situata ad 8 chilometri a nord di Pitigliano, Sovana è un piccolo borgo d’impronta medievale, sorto su preesistenti strutture d’epoca etrusca; nei pressi del borgo c’è una importante Necropoli Etrusca.
Sovana fu la sede della Contea degli Aldobrandeschi, poi spostata dagli Orsini a Pitigliano; di quella medievale presenza c’è ancora traccia nei resti della imponente rocca. Il top della visita a questo piccolo borgo è però il Duomo; sorge su una collinetta, un po’ in disparte rispetto al centro abitato, è in un essenziale stile romanico ed ha forme architettoniche avvolgenti, invitanti, davvero interessante questo edificio religioso; l’interno essenziale è visitabile a pagamento.
La Necropoli Etrusca di Sovana si trova sulla strada che conduce a San Martino sul Fiora e merita la visita per le tombe della comunità etrusca di Sovana scavate nel tufo, per i numerosi reperti archeologici che le decoravano, ma anche per la presenza delle spettacolari vie Cave. Le vie Cave sono vie strette tra ripide pareti di tufo che servivano per collegare vari insediamenti e necropoli etrusche nell’area; nell’area archeologica di Sovana ne potrete ammirare un bel esempio.
Lago di Bolsena (Viterbo)
Il lago di Bolsena è un lago d’origine vulcanica; è il quinto lago italiano per estensione, dopo Garda, Maggiore, Como, Trasimeno ed il più grande lago italiano d’origine vulcanica, essendo i primi tre d’origine glaciale ed il Trasimeno d’origine alluvionale.
Devo dire che il lago di Bolsena mi ha piacevolmente sorpresa; essendo d’origine vulcanica, m’immaginavo coste monotone, invece ho trovato piccole penisole, promontori, isolotti. Le spiagge sono di sabbia nera, a ricordo degli antichi vulcani.
Sono tre i centri rivieraschi: Bolsena, Capodimonte e Marta. Bolsena con il suo centro storico collocato sulle alture che costituivano l’orlo dell’antico cono vulcanico, Capodimonte con il suo suggestivo promontorio e Marta con il suo borgo medievale, il suo porticciolo, la sua isola Martana e la sua grotta ex-voto.
Civita Bagnoregio (Viterbo)
Civita Bagnoregio ha dell’incredibile! Erosione e frane nel corso dei secoli hanno plasmato un territorio dove materiali tufacei e lavaci di origine vulcanica, si sono sovrapposti a materiali argillosi più fragili di origine marina, lasciandoci un pugno di case in equilibrio instabile su di uno sperone di tufo: Civita Bagnoregio. I calanchi alle sue spalle sono lì a ricordarci quanto fragile e mutevole sia questo territorio, non a caso Civita Bagnoregio è anche chiamata “la città che muore“, ma ora è viva e spettacolare.
Si arriva a Civita Bagnoregio attraverso un ponte pedonale in cemento armato, costruito negli anni Sessanta del Novecento; accesso a pagamento. Civita fu fondata dagli Etruschi che ne fecero una fiorente città, grazie alla posizione tra la valle del Tevere ed il lago di Bolsena, cioè alle principali vie di comunicazione dell’epoca. L’aspetto morfologico del bellissimo borgo è cambiato nel corso dei secoli a causa dell’erosione della collina e della vallata circostante operata dai torrenti, dagli agenti atmosferici, ma anche dal disboscamento.
Si entra nel borgo di Civita Bagnoregio attraverso l’unica porta rimasta delle cinque che esistevano; il borgo è stato recuperato da un progressivo degrado ed oggi offre un luogo dal sapore medievale, fin troppo frequentato dal turismo. In sé il borgo al suo interno non è diverso da tanti altri borghi che abbiamo in Italia, il bello di questa località è nella sua veduta d’insieme, dall’esterno, davvero spettacolare.
Diversi film sono stati girati a Civita, l’ultimo dei quali è Puoi baciare lo sposo (2018) di Alessandro Genovesi con Diego Abatantuono.
Buone visite!
Cinzia Malaguti
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