Le sfide ai limiti del corpo umano

Le sfide ai limiti del corpo umano. Da sempre l’essere umano ha sfidato i suoi limiti cercando di superarli, ne sono testimonianza le tante prodezze e record. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, questi successi non sono solo frutto di doti innate, in quanto ognuno di noi, in determinate condizioni, può compiere imprese inimmaginabili, come ad esempio una madre che solleva un’auto con la sua sola forza per salvare il figlio impigliato. Il superamento di supposti limiti fisici è conseguenza di un mix di ingredienti: forza di volontà, motivazione, disciplina, allenamento, tecnologia. Vediamo insieme le più memorabili sfide ai limiti del corpo umano.



Le sfide ai limiti del corpo umano – LA FORZA: i meccanismi fisici e l’uomo più forte del mondo

Lo strumento utilizzato per misurare la forza in un essere umano è il sollevamento pesi. Esso affonda le sue radici nell’antichità ed è presente nelle discipline olimpiche dal 1896; occorre, però, aspettare l’anno 2000 per vedere anche le donne cimentarsi in questa disciplina. Il georgiano Lasha Talakhadze detiene il record mondiale olimpico di sollevamento pesi in strappo e slancio, conseguito alle Olimpiadi di Rio nel 2019 sollevando ben 473 kg. L’uomo più forte del mondo, tuttavia, è attualmente (2020) l’islandese Hafthor Bjornsson, attore in Il trono di spade, con un’alzata di 501 kg..

I meccanismi fisici della forza. Quando decidiamo di muoverci, il nostro cervello invia un segnale nervoso ai muscoli, i quali si contraggono; se potessimo entrare al loro interno e osservarli a livello microscopico, scopriremmo che la contrazione e il successivo rilascio sono dovuti allo scorrimento, gli uni sugli altri, dei sottili filamenti proteici che si trovano all’interno delle fibre muscolari; è questo continuo movimento che mantiene il muscolo efficiente e in buona salute; se smettiamo di compierlo, le fibre muscolari perdona la loro funzionalità e il muscolo si riduce sempre di più, di conseguenza diventiamo sempre più deboli. In realtà, dopo i 30 o 40 anni, la muscolatura tende spontaneamente a diminuire, ma non è un processo ineluttabile; i muscoli, infatti, sono una delle parti del corpo per le quali è più facile arrestare o, meglio, ridurre più drasticamente gli effetti dello scorrere del tempo, a patto di tenersi in esercizio, o rimettersi in esercizio, visto che i muscoli mantengono a lungo una certa plasticità, dunque una buona capacità di recupero. Pertanto, è necessario non restare per ore seduti davanti ad una scrivania d’ufficio perché, anche se non siamo costretti ad estenuanti marce nella savana come i nostri antenati, il nostro corpo reclama, comunque, attività fisica.



Le sfide ai limiti del corpo umano VOLARE: il sogno più grande dell’uomo

Volare è sempre stato un grande desiderio dell’essere umano. Leonardo da Vinci concepì una macchina, alla fine del ‘400, per volare, ma non si alzò mai davvero da terra; concettualmente, tuttavia, rappresentò una rivoluzione perché egli capì che, per volare, un essere umano aveva bisogno non solo di ali molto grandi, ma di molta più forza di quella fornita dalle braccia, problema al quale pensò di ovviare con pedali e leve. Ali artificiali a parte, c’è un altro modo per alzarsi da terra, quello di farsi trasportare dall’aria calda. Al riguardo, occorre aspettare la fine del ‘700 quando i fratelli Montgolfier ebbero l’idea di gonfiare con aria calda un grande pallone di carta per poi lasciarlo andare e vederlo salire in alto. Dalla fine dell”800 in poi, il cielo cominciò ad essere solcato dai primi alianti, macchine volanti che si muovono sfruttando le correnti d’aria. Proprio lo studio di alianti sempre più funzionali, ha permesso di mettere insieme conoscenze che hanno fatto da base allo sviluppo dei primi aerei veri e propri. Era il 17 dicembre 1903 quando un reverendo americano ricevette la notizia che i suoi due figli avevano effettuato quattro voli, tutti controvento, il più lungo dei quali era durato 59 secondi per compiere 260 metri, erano i fratelli Wright. I fratelli Wright furono i primi ad essersi alzati in volo con una macchina più pesante dell’aria, dotata di un motore a vapore; essi progettarono un motore che faceva girare due eliche mediante una trasmissione con catena metallica e ruote dentate, un meccanismo simile a quello delle biciclette di cui erano esperti costruttori; il velivolo era dotato di un sofisticato sistema di regolazione dell’equilibrio, grazie al quale il pilota riusciva a mantenere abbastanza stabile l’assetto del rudimentale aeroplano. Dopo quell’iniziale grande impresa, nel 1905 i fratelli Wright volarono per 39 km in 39 minuti a bordo di un mezzo molto migliorato. Qualche anno dopo, il loro velivolo venne surclassato dai più agguerriti pionieri europei, soprattutto francesi, che idearono nuove e più moderne macchine volanti.

A parte l’invenzione di macchine volanti che ci permette oggi di viaggiare anche su rotte intercontinentali, sono state inventate anche tute alari; esiste, infatti, il volo con la tuta alare, una sorta di tuta a pipistrello, con la quale è possibile planare verso il basso in un volo radente lungo i costoni di una montagna, adrenalinico ma molto pericoloso.

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Velivolo Fratelli Wright

Le sfide ai limiti del corpo umanoL’EQUILIBRIO: il segreto dei funamboli

Funamboli e studiosi affermano che al 90% l’equilibrismo è una questione mentale; certamente serve anche una preparazione fisica, ma senza la giusta solidità mentale non è possibile fare un singolo passo. Il primo ostacolo da superare è la paura del vuoto, ma poi occorre sfruttare tutte le capacità più estreme del corpo. E’ famosa l’impresa di Philippe Petit che nel 1974 effettuò la spettacolare traversata delle Torri Gemelle a New York su un cavo d’acciaio sospeso a 417,5 metri dal suolo. In Cina, una delle attrazioni turistiche più in voga è un ponte trasparente sospeso sopra ad un dirupo, un modo per superare la paura del vuoto; è il ponte in vetro di Zhangjaajie.

Come funziona l’equilibrio. Il nostro equilibrio è regolato dall’apparato vestibolare dell’orecchio interno; esso è costituito da tre canali semicircolari e da due cavità piene di fluido; ogni volta che ci muoviamo, questo liquido reagisce e stimola i villi ultrasensibili posti al suo interno che inviano le informazioni al cervello, il quale ci permette così di percepire la nostra posizione nello spazio. Non è però solo l’apparato vestibolare a consentirci di mantenere l’equilibrio. I sensi del nostro corpo sono altrettanto importanti. La sensibilità propriocettiva ci permette di andare in bici, di fare sport o ballare, ci aiuta ad orientarci quando portiamo carichi ingombranti e permette ai ballerini di avere il pieno controllo sul loro corpo; è questa capacità innata che ci permette di fare movimenti aggraziati o autentiche acrobazie. La sensibilità propriocettiva è dovuta alla presenza di piccole stazioni ricetrasmittenti nei muscoli, tendini e articolazioni; esse informano costantemente il cervello su posizione, tensione e movimenti del nostro corpo permettendoci di gestire tutti in nostri arti e compiere dei veri prodigi; senza questi sensori barcolleremmo in ogni istante.

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Ponte di vetro di Zhangjaajie



Le sfide ai limiti del corpo umanoSCALARE con le sole mani

I più grandi free climber riescono a sostenere l’intero peso del corpo soltanto con un dito, le dite sono le chiavi delle loro imprese e la mano umana è una vera meraviglia della natura. Ad ogni presa, più di 70.000 recettori registrano ogni dettaglio. L’arte di arrampicarsi è iscritta nel nostro DNA, come dimostrano i nostri cugini più prossimi nel mondo animale, ma noi usiamo le mani per molto altro e lo possiamo fare grazie alle notevoli differenze tra le nostre mani e quelle degli altri primati. La differenza più rilevante è nelle dimensioni del pollice che nella nostra specie è molto più lungo ed è uno dei segreti della versatilità della nostra mano. E’, comunque, nel suo insieme che la nostra mano è uno strumento straordinario. I movimenti delle mani sono controllati dal cervello. La tecnologia è anche in grado di produrre mani artificiali.

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Free climber

Le sfide ai limiti del corpo umanoEroi olimpionici

Dal tennista svizzero Roger Federer, forse il più grande della storia del tennis, al velocista giamaicano Usain Bolt, detentore del record mondiale dei 100 e 200 metri piani, alla ginnasta rumena Nadia Comaneci, la prima ad aver ottenuto il massimo punteggio, 10, ai giochi olimpici, a tanti altri campioni dello sport olimpico. Il loro segreto? Principalmente allenamento, disciplina, dedizione.

Le sfide ai limiti del corpo umanoKUNG FU: la ricerca dell’eccellenza attraverso la disciplina

Si dice che le origini del kung fu risalgano a 1500 anni fa quando un monaco indiano giunse al Monastero Shaolin sulle pendici di un monte nella Cina orientale, quel monaco era Bodhidharma, il fondatore del Buddismo Zen; oggi, quel monastero è un’affollata meta turistica dove il kung fu è la principale attrazione. Per praticare il kung fu, la forza di volontà è ben più importante della forza fisica, come è pure importante la capacità di resistere al dolore. Per raggiungere l’eccellenza in questa disciplina, è necessario praticarla sin da giovanissimi in modo da sfruttare l’elasticità del corpo tipica dell’infanzia. L’apprendimento si sviluppa per gradi, con lentezza, ma senza sosta e solo gli studenti migliori possono diventare monaci guerrieri. Per raggiungere questo stato di eccellenza, non basta essere abili nelle arti marziali, bisogna seguire anche la fede buddista con devozione estrema e sottoporsi a disciplina ininterrotta. I monaci guerrieri praticano la castità e seguono una speciale dieta vegetariana.

Nella sua lunghissima storia, il kung fu shaolin si è evoluto al punto che oggi conta 300 stili diversi, alcuni prevedono l’uso di armi, ma spesso il combattimento avviene a mani nude. Il kung fu non è una disciplina violenta, tant’è che ha ispirato anche personaggi per bambini, come Kung Fu Panda.

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Kung fu al Monastero Shaolin

Le sfide ai limiti del corpo umanoNINJA, tra verità e leggenda

I ninja erano spie o mercenari del Giappone medievale. Maestri dell’inganno e della dissimulazione, non hanno lasciato quasi traccia del loro operato, tanto da far dubitare persino che siano esistiti. Erano mercenari al soldo del miglior offerente, ma c’è anche chi li descrive come difensori dei più deboli; oggi potremmo dire che erano i servizi segreti dell’epoca e forze speciali d’assalto. Alla base del loro operato c’era lo studio della mente umana a scopo militare. Già nell’antichità era noto che, per interpretare la realtà, la mente umana segue schemi precisi, modificando questi schemi, la mente va in confusione ed è allora che può essere manipolata; lo sfruttamento sapiente di paure e superstizioni fa il resto.

Certamente i ninja non erano invisibili, ma inducevano le loro vittime a pensarlo; non volavano come demoni, ma dominavano le arti marziali fino alle più straordinarie acrobazie; a piegare la volontà delle vittime non era magia, ma funghi allucinogeni e pozioni di erbe velenose. I ninja si addestravano al limite delle possibilità umane nel continuo tentativo di superarlo. Si allenavano a resistere in condizioni estreme il più a lungo possibile.

Le principali armi usate dai ninja erano lame da lancio spesso associate a veleni, catene armate alle estremità, rampini ed artigli per arrampicarsi sui muri, ma era nel combattimento a mani nude che erano maestri. Se volete conoscere l’efficacia e l’ingegnosità delle armi dei ninja, visitate la mostra allestita al Museo d’Arte Orientale di Torino.

Buona vita!

Cinzia Malaguti

Fonti bibliografiche e/o videografiche: Sfida ai limiti del corpo umano, Rai Play, Ulisse il piacere della scoperta, 2018