Robot empatici
La ricerca sulle macchine robot in grado di comunicare con gli esseri umani è solo agli inizi, ma gli strumenti e gli algoritmi destinati ad assicurare spettacolari miglioramenti stanno già emergendo.
Alla Hong Kong University of Science and Tecnology hanno approntato un prototipo di robot empatico che hanno chiamato Zara the supergirl, addestrata con centinaia di ore di dati. Zara è, al momento, solo un robot virtuale, un personaggio su uno schermo, ma l’anno prossimo i ricercatori hanno in programma di darle un corpo, installandola in un robot umanoide.
Zara è dotata di un sistema software fatto di vari moduli, ciascuno dei quali è un programma che esegue un singolo compito; rispetto ad altre macchine intelligenti, Zara ha un modulo empatico che analizza indizi facciali, caratteristiche acustiche del parlato e contenuto del discorso per “leggere” le emozioni umane e dire al robot come rispondere.
Per costruire il modulo empatico i ricercatori hanno dovuto individuare caratteristiche della comunicazione umana che le macchine possano usare per identificare le emozioni, quindi addestrare algoritmi a riconoscerle. Si tratta di catalogare le emozioni del parlato, ad esempio quando siamo di buon umore parliamo più in fretta e la nostra voce sale di tono; quando siamo tesi, la voce si fa secca ed inespressiva; grazie alle tecniche di elaborazione dei segnali, i computer possono individuare questi indizi. Si tratta anche di insegnare alla macchina a riconoscere gli indizi facciali, lo stress negativo, l’atmosfera emotiva e, cosa più difficile, comprendere significati.
Zara è basata su algoritmi ad apprendimento automatico, pertanto le sue prestazioni miglioreranno man mano che aumenterà il numero di persone con cui interagisce e la quantità di dati che raccoglie.
Ora immagino vorrete sapere cosa possano fare per noi questi robot empatici. Pascale Fung, professoressa di elettronica ed informatica alla Hong Kong University of Science and Tecnology e ricercatrice nel campo delle interazioni tra esseri umani e macchine, così afferma: “Caldi e amichevoli, penseranno in anticipo ai nostri bisogni materiali ed emotivi. Impareranno dalle interazioni con gli esseri umani. Ci renderanno migliore la vita e ci faranno diventare più efficienti nel lavoro. Si scuseranno per i loro errori e chiederanno il nostro permesso prima di fare le cose. Si prenderanno cura degli anziani e insegneranno ai bambini e potrebbero persino salvarci la vita in situazioni critiche, sacrificando sé stessi, il culmine assoluto dell’empatia.” Potranno arrivare a tanto? Forse, comunque è sempre un relazione con una macchina!
L’utilizzo dei robot emotivi lo vedo molto utile a supporto delle condizioni di handicap.
Cinzia Malaguti
Bibliografia:
Robot con il cuore, P. Fung, in Le Scienze nr. 569, gennaio 2016