La tartuficoltura alla Tartufesta di Savigno
I tartufi sono una specie di funghi, ma con corpo fruttifero ipogeo, cioè sotterraneo, che viene individuato con l’aiuto di cani e raccolto a mano. Il tartufo è conosciuto per il suo aroma intenso e per il suo alto costo. Alla raccolta libera nei boschi e nei terreni non coltivati, si è affiancata la tartuficoltura, ossia la coltivazione in aree private delimitate. Notizie dalla Tartufesta di Savigno sui Colli Bolognesi per saperne di più.
La tartuficoltura viene effettuata con la messa a dimora di piantine preventivamente micorrizate con specie pregiate di tartufo, in terreni vocati al loro sviluppo. Il successo di una tartufaia artificiale è determinato da tre variabili: qualità delle piantine micorrizate, tipo di terreno e clima. Il terreno deve essere calcareo e povero di humus e, fin qui, la scelta non dovrebbe creare grosse difficoltà, ma il problema giunge con la scelta delle piantine perché i possibili inconvenienti possono essere molti, come la scarsa micorrizazione o il carente stato sanitario. E’ necessario, pertanto, per chi vuole coltivare il tartufo, affidarsi a vivai qualificati e a personale esperto, evitando gli acquisti avventati.
La micorrizazione delle piantine da tartufo avviene in laboratorio in ambienti sterili, secondo tre metodologie: l’inoculazione sporale (la più antica e diffusa), l’approssimazione radicale e l’inoculazione miceliare.
Nell’allestimento di una tartufaia bisogna poi considerare e applicare in maniera corretta tutte le fasi colturali: la sistemazione del terreno (a gradoni o ad arginelli), la densità e i sesti d’impianto, l’irrigazione, il diserbo, le potature e le concimazioni.
La coltivazione di tartufo nero pregiato è praticata con successo in Italia e Francia da mezzo secolo, così come ci sono ottimi risultati su quelle di tartufo uncinato e di Bianchetto. Sulla coltura del tartufo bianco, invece, non ci sono ancora risultati significativi, dovuti alla difficoltà di ottenere piantine micorrizate e alle limitate conoscenze biologiche su questa specie. Data la forte domanda non ci sono stati ancora impatti significativi sui prezzi.
Tra le tante Tartufeste che, in novembre, si tengono in molte zone d’Italia, ho partecipato a quella bolognese in Val Samoggia, a Savigno. La zona di Savigno, sui Colli Bolognesi, è infatti amata dal Tuber magnatum, il tartufo bianco pregiato. Durante la Tartufesta (edizione 2015, primi tre week-end di novembre), le vie del centro storico di Savigno sono avvolte dal profumo del tartufo, venduto nei vari banchi, ma anche da quello dei funghi e delle castagne, i cugini del bosco. Alla Tartufesta 2015 di Savigno c’è anche una ricca e didattica esposizione delle numerose varietà di funghi. E’ l’autunno del bosco in festa!
Cinzia Malaguti
Fonte:
Comune di Savigno, pannelli esplicativi alla Tartufesta 2015