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Cani gatti & Co., antistress e non solo

Ho trovato nel dossier pubblicato su Mente & Cervello, dal titolo Noi e i nostri animali, interessanti spunti di riflessione sul nostro rapporto con gli animali domestici.

In Italia gli animali domestici (cani, gatti, uccelli, pesci, ecc.) sono circa 60 milioni e per lo più sono considerati membri della famiglia.

Ma cos’è che ci attira di esseri viventi così diversi da noi, al punto da adottarli? Alcune teorie mi sembrano sensate, altre un po’ meno, ma partiamo dalle ricerche.

L’attrazione che proviamo per la compagnia degli animali è in parte innata?

Nel 2012 lo psicologo Hiroshi Nittono e i suoi colleghi dell’Università di Hiroshima, hanno condotto una serie di esperimenti chiedendo a 132 studenti universitari di cercare una certa cifra all’interno di matrici numeriche o di estrarre piccoli oggetti attraverso dei buchi usando un paio di pinzette. Quando gli è stato chiesto di ripetere la prova, dopo aver visto prima immagini di animali adulti e poi immagini di cuccioli, si è verificato che solo nella prova eseguita dopo aver visto immagini di cuccioli, le pinzette sono diventate più veloci e precise e la ricerca dei numeri ha richiesto meno tempo.

Questo esperimento dimostra che la vista di cuccioli, di qualsiasi specie, ci intenerisce, in un qualche modo ci rilassa, stimola il nostro istinto materno e paterno, ma non spiega perché adottiamo a volte animali anche già adulti. Concordo sul fatto che un animale domestico mette tenerezza e risponde al bisogno biologico di prendersi cura di un “cucciolo”, visto che gli animali sono, diciamo così, come dei bambini che non crescono mai. Il miglioramento delle prestazioni intellettive ha senso solo se rapportato ad un effetto antistress.

Gli animali domestici hanno un effetto antistress?

Per uno studio del 2012 la psicologa e ricercatrice israeliana Sigal Zilcha-Mano ha chiesto a 285 padroni di un cane o di un gatto di rispondere a un questionario relativo alla propria connessione emotiva con l’animale. In seguito, ha sottoposto 120 dei partecipanti a un test linguistico piuttosto impegnativo, misurando la loro pressione arteriosa come indicatore di stress. Nell’articolo pubblicato sullo studio, la ricercatrice ha riportato che gli individui che avevano con sé il proprio animale domestico, o che lo avevano pensato poco prima del test, hanno registrato livelli di stress generalmente inferiori agli altri, precisando che l’effetto benefico dipendeva però da quanto la persona si sentiva vicina al suo animale, fisicamente e psicologicamente.

Quindi emerge che l’effetto antistress dipende dal grado di attaccamento all’animale. Direi che il risultato era prevedibile, nel senso che solo una persona che entra in sintonia con il proprio animale, con la sua semplicità, con la sua genuinità, con la sua onestà, può provare un effetto positivo dalla sua presenza.

Cinzia & Nikita
Cinzia & Nikita

Da cosa dipende il grado di attaccamento ad un animale?

Per uno studio pubblicato nel 2012, la biologa Linda Handlin dell’Università Skovde in Svezia, ha misurato i livelli di ossitocina (l’ormone dei legami affettivi) e quelli di cortisolo (l’ormone dello stress) in 10 proprietari di labrador femmina, per poi correlare i risultati con i dati autodichiarati dai partecipanti sul rapporto che avevano con i loro cani. Ne è risultato che, ad esempio, le persone che baciavano spesso i loro cani avevano livelli più alti di ossitocina e le donne che dichiaravano di temere la morte del loro cane avevano livelli di cortisolo più bassi, probabilmente perché facevano affidamento proprio sull’animale per ridurre lo stress.

Questa ricerca dimostra che c’è una correlazione inversa tra attaccamento ad un animale e livelli di stress, cioè all’aumentare dell’attaccamento si verifica una diminuzione della presenza di cortisolo, l’ormone dello stress.

Per esperienza posso affermare che un animale domestico risponde ad alcuni bisogni dell’essere umano, primo tra tutti quello di vivere in una dimensione più semplice e più naturale in cui ti spinge il tuo animale domestico e per questo fatto finisci per adorarlo. Il grado di attaccamento dipende da quanto il padrone riesce ad interagire con il suo animale in questa dimensione.

A quali altri bisogni dell’essere umano risponde un animale domestico?

Oltre a quelli di cui ho già parlato, ci sono sicuramente quelli legati al divertimento (gli atteggiamenti buffi sono divertenti), quelli legati alla sensazione di essere utili (per via della responsabilità del benessere di un altro essere vivente) e quello legato alla possibilità di fare nuove esperienze ed amicizie.

Adottate un animale domestico, non ve ne pentirete!

Cinzia Malaguti

 

Fonte: Mente & Cervello, mensile di psicologia e neuroscienze, n. 129, settembre 2015

 

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