Dino Campana, poeta incompreso
Dino Campana ebbe una vita inquieta, conobbe la follia, l’oltraggio, la violazione, la mancanza, ma amava la letteratura e leggeva Tasso, Ariosto, Dante. Passò da un manicomio all’altro per la sua impulsività o per vagabondaggio, ma nei momenti di tregua scriveva poesie. A Marradi, il suo nativo borgo tosco-romagnolo, il Centro Studi Campaniani cerca di recuperarne la memoria, restituendogli il riconoscimento di quel valore letterario che gli mancò in vita.
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