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Gli arabi in Sicilia

Se avete visitato la Cattedrale di Monreale, vicino a Palermo, sarete rimasti ammagliati dalla perfetta fusione di stili, da quello islamico a quello normanno passando per quello bizantino e persino barocco. La Cattedrale di Monreale è un testimone meraviglioso del crogiolo di culture che in Sicilia si sono succedute, sovrapposte e reciprocamente influenzate. Gli arabi, di cui vi voglio raccontare, governarono la Sicilia dal IX all’XI secolo.

Cattedrale di Monreale
Cattedrale di Monreale

Le truppe saracene di Asad inn al-Furat sbarcarono in Sicilia nell’anno 827, nei pressi di Mazara del Vallo; partì così la conquista araba della Sicilia. I greci tentarono di fermare l’avanzata degli arabi in Sicilia ma, pur con un numero superiore di uomini e mezzi, dovettero battere in ritirata. Nell’anno 831 gli arabi conquistarono Palermo e ne fecero la sede del loro governo e nuovo centro culturale, dotandola di tutte le strutture e i servizi necessari al suo nuovo ruolo di capitale. Agli arabi piacque molto Palermo, la posizione, il clima, il cibo, chissà, ma rimane il fatto che fecero grandi lavori per una nuova veste urbana e per il potenziamento della rete idrica, crearono una rete di canali sotterranei (qanat) che correvano lungo tutto il tessuto urbano e introdussero nuove tecniche e colture agricole, oltre a costruire circa trecento moschee. L’araba rete idrica articolata nel sottosuolo è, in parte, ancora oggi visitabile.

Assedio di Messina
Assedio di Messina

Naturalmente, gli arabi non si accontentarono di Palermo e, puntando verso la penisola, si spinsero verso est, alla conquista di Messina che fecero propria nell’anno 842. Seguendo il profilo dell’isola, tre anni dopo arrivarono a Modica che cadde in mano araba nell’845. A Ragusa trovarono molta resistenza che venne piegata solo nell’849. Gli arabi riuscirono a penetrare anche all’interno dell’isola, fino a raggiungere Enna.

Sulla costa orientale della Sicilia si trovavano due roccaforti bizantine: Siracusa e Taorimina. Siracusa cadde nelle mani degli arabi nell’878, dopo nove mesi di assedio e di coraggiosa resistenza, mentre Taormina, in posizione favorevole per essere ben difesa, fu l’ultima a piegarsi all’espansione dei saraceni, nel 902.

Gli arabi non vollero accontentarsi della Sicilia, il loro secondo obiettivo era l’espansione nella penisola italiana e a Roma in particolare. Fu così che, mentre una flotta araba procedeva all’espansione in Sicilia, un’altra tentava di entrare a Roma; era l’anno della conquista di Ragusa (849) quando i saraceni, diretti a Roma, si scontrarono con la flotta campana nella battaglia di Ostia, senza successo. Altre città del meridione italiano vennero, invece, conquistate dagli arabi, come Bari, Taranto, Brindisi, Reggio Calabria, Cosenza.

Chiesa Normanna di San Cataldo a Palermo, riadattamento di una moschea
Chiesa Normanna di San Cataldo a Palermo, riadattamento di una moschea

Durante il governo arabo, la Sicilia si trasformò e l’arabo divenne la lingua delle istituzioni, sorsero moschee, scuole coraniche, bagni pubblici (hammam), ma i Normanni stavano arrivando. Il dominio arabo in Sicilia terminò nel 1072, quando i Normanni conquistarono Palermo, espugnando la sede di governo degli arabi in Sicilia.

Cinzia Malaguti

 

 

 

Bibliografia:

F. Gabrieli, U. Scerrato, Gli arabi in Italia. Cultura, contatti e tradizioni, Milano, Garzanti-Scheiwiller, 1993

U. Rizzitano, Storia e cultura nella Sicilia saracena, Palermo, Flaccovio, 1975

Storica NG nr. 77

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