F. Guccini e L. Macchiavelli: La pioggia fa sul serio
La pioggia fa sul serio è un giallo ambientato sull’Appennino tosco-emiliano, scritto da Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.
La cosa che mi ha colpita di questo romanzo è la presenza della montagna quale protagonista, viva, presente.
Dalla montagna i personaggi del romanzo hanno preso il carattere schivo e rude, segnato dalla convivenza con un ambiente duro, che non regala niente e fa faticare molto, che pretende rispetto.
La pioggia fa sul serio è un romanzo di delitti, d’ispettori, di forestali, di osterie, di montanari, di strani geologi, di strani architetti, di frane, di opere d’arte, di giacimenti e di amori.
Un geologo viene trovato morto sotto una frana, ma presto si capisce che si tratta di un omicidio, a cui ne seguirà un altro e altri due tentativi. L’ispettore della forestale, insieme con il maresciallo dei carabinieri, indagheranno, tra false piste e utili informazioni dei paesani.
Il romanzo immerge in un’atmosfera dal sapore aspro e malinconico, una connotazione che veste bene il carattere dell’emiliano Francesco Guccini, co-scrittore del romanzo e cantautore. Insieme, Guccini e Macchiavelli, sanno evocare per noi i sapori e le emozioni, ma anche la durezza della vita in montagna.
La pioggia fa sul serio contiene anche un richiamo artistico ad un affresco di Piero della Francesca, la Modonna del Parto di Monterchi perchè presenta molte somiglianze stilistiche a quello rinvenuto, nella fantasia degli autori, in una cappella votiva, co-protagonista del romanzo. La Madonna del Parto è esposta nel museo di Monterchi, ma dipinta, in origine e intorno al 1459, in una povera e piccola chiesa in mezzo ad un bosco, Santa Maria in Silvis, in occasione del ritorno del pittore a Monterchi per i funerali della madre.

Da bravi amanti della montagna e della sua cucina, uno poi ci vive da anni, i due scrittori non potevano non spiegare cosa sono le zampanelle toscane, chiamate borlenghi in Emilia. Le zampanelle o borlenghi sono una specie di crepe, un impasto di farina, acqua, sale, con una consistenza molto liquida; si versa in una teglia di rame stagnato con un lungo manico, dal fondo piatto, con un diametro di una quarantina di centimetri, che sarà poi circa la misura della zampanella o borlengo; il cuoco prepara questa teglia strofinandola con uno straccio unto o con una cotenna di prosciutto, quindi la si mette sul fuoco; quando la teglia è calda al punto giusto, si versa l’impasto, che il cuoco deve spargere in modo che si rapprenda in tre o quattro minuti, formando una specie di crepe che deve essere morbida e friabile; quando è pronta, si toglie e si condisce con un tritato di lardo o pancetta, rosmarino e aglio, la cosiddetta conza. Bene, ora che vi siete leccati i baffi, torniamo al romanzo, per concludere.

La pioggia fa sul serio ha un buon ritmo narrativo e tiene in sospeso il lettore fino agli ultimi capitoli.
Cinzia Malaguti
