Sardegna del nord , un insolito itinerario
Sardegna del Nord. Per raccontare un pezzo di Sardegna che ho visitato, vorrei partire da alcune curiosità, anziché fare il solito elenco delle spiagge più belle, d’altra parte qui sono tutte belle. Dunque, vi parlerò delle tracce spagnole, delle tracce dell’arcaica struttura sociale dell’isola, delle belle spiagge che cambiano, della natura che disegna la roccia, delle mete solo apparentemente difficili e delle curiosità gastronomiche.

L’itinerario: Olbia, Sassari, Alghero, Capo Caccia, Stintino, Castelsardo, Costa Paradiso, Capo Testa, Santa Teresa di Gallura, Costa Smeralda, Capo Coda di Cavallo, Olbia.
Tracce spagnole
Ad Alghero si parla, ancora oggi, il catalano antico e le sue strade riportano, ancora oggi, la denominazione “carrer” che significa “via” in catalano. Alghero si trova sulla costa occidentale, di fronte alla Catalogna (Spagna); essa fu dominata per ben 400 anni dagli spagnoli che siglarono il territorio con torri d’avvistamento, le torri aragonesi.
A Sassari, una rambla – tipico viale spagnolo che corre nel mezzo delle due corsie stradali – rivela l’espansione catalana verso l’interno dell’isola.
Tracce d’arcaica struttura sociale democratica in Sardegna
I villaggi nuragici sono tipici della Sardegna ed i ritrovamenti archeologici rivelano, nella loro struttura, l’esistenza di una vita sociale, comunitaria e religiosa; s’ipotizza il governo di un saggio, eletto dai saggi, eletti dal popolo, cioè di un potere non tramandato per via ereditaria, com’era invece d’uso in altre parti. Fa pensare che non parliamo di qualche centinaio d’anni fa, ma di villaggi costruiti tra il XV secolo a.C. ed il VII secolo a.C., cioè circa 3000 anni fa! Nel passato nuragico ci può stare l’origine della fierezza e del senso d’indipendenza sardi.
Il villaggio nuragico che ho visitato è quello denominato Palmavera che si trova vicino ad Alghero, sulla strada per Capo Caccia.
Le belle che cambiano
Sono le spiagge che, per forza della natura o dell’uomo, hanno cambiato il loro aspetto, nel corso degli anni.
La spiaggia della Pelosa, vicino a Stintino, un tempo (mi dicono gli abitanti del luogo) era più grande, il mare l’ha ridotta. Rimane, comunque, meravigliosa con il suo mare turchese.
La Costa Paradiso è splendida per la sua spiaggia rocciosa di granito rosa, ma alle sue spalle le mani dell’uomo hanno coperto di villette le colline che vi si affacciano, abusando degli spazi ambientali.
La Costa Smeralda non è da meno sotto quest’aspetto: costruzioni vacanziere che hanno alterato il contorno collinare.
La natura disegna la roccia
La Costa Smeralda ha angoli molto battuti dal vento; il vento, nel corso dei secoli, ha scolpito la roccia dandole varie forme. Andate a Capo Testa, vicino a Santa Teresa di Gallura, oppure a Capo d’Orso, vicino a Palau, lì provate a fantasticare sulle somiglianze delle forme della roccia ad animali, cose o persone; riconoscerete un’aquila piuttosto che un orso, piuttosto che un cane, piuttosto che … Un ottimo esercizio di fantasia!
Mete solo apparentemente difficili
Ci sono circa 700 gradini che portano alle Grotte del Nettuno a Capo Caccia. Il promontorio di Capo Caccia, essendo di origine carsica, è pieno di grotte. I gradini corrono lungo il costone dell’alta falesia di Capo Caccia, fino all’ingresso delle Grotte di Nettuno. C’è anche un battello che, più comodamente, arriva lì ma, se non siete particolarmente stanchi, percorrete la gradinata perché è panoramica e non ha orari, a differenza della barca.
Le curiosità gastronomiche
Provate l’assaggio del pecorino con qualche goccia di decotto di miele e polline, non ve ne pentirete!
Se, poi, volete esagerare con il dessert, ordinate la seadas, un dolce di pasta sfoglia ripieno di formaggio, tipo raviola, cosparso di miele o zucchero a velo.
Buona vacanza!
Cinzia Malaguti