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Sapiens da animali a dei (seconda parte)

Continua il viaggio nella storia dell’umanità con il libro Sapiens da animali a dei di Yuval Noah Harari. Nella prima parte abbiamo capito il formarsi e l’evolversi di due importanti rivoluzioni nella vita dei nostri antenati Homo Sapiens: la rivoluzione cognitiva e la rivoluzione agricola. Un’altra rivoluzione era alle porte, la rivoluzione scientifica, ma prima dobbiamo capire come, quando e perché comparvero tre ordini universali: monetario, imperiale e religioso.



Il I millennio a.C. vide la comparsa di tre potenziali ordini universali; i loro fautori (mercanti, conquistatori e profeti) ebbero la fantasia di immaginare per la prima volta che l’intero mondo e l’intera razza umana potessero essere una singola unità governabile da un’unica serie di leggi. Il primo ordinamento che nacque fu di tipo economico: l’ordine monetario. Il secondo fu di tipo politico: l’ordine imperiale. Il terzo fu di tipo religioso: l’ordine delle religioni universali come il Cristianesimo e l’Islam.



Ordine monetarioSapiens da animali a dei

Tra i cacciatori-raccoglitori esisteva il baratto, una cosa veniva barattata in cambio di un’altra, ma ciò avveniva tra piccoli gruppi di persone. Con l’aumento della popolazione stanziale e la comparsa delle città, non fu più possibile combinare scambi così variegati. Era necessario trovare un mezzo universale di scambio che consentisse di convertire quasi tutto in qualsiasi altra cosa: il denaro.

Oggi noi identifichiamo il denaro con la moneta o le banconote, ma per molto tempo, prima dell’invenzione della coniatura, esso era costituito da altri tipi di “valuta”, per esempio, conchiglie, sale, capi di bestiame, pelli, grano, collane, tessuti, pagherò. Oggi, poi, più del 90% di tutto il denaro – quello che figura nei nostri conti correnti – esiste solo sui server dei computer; le transazioni commerciali avvengono trasferendo dati elettronici da un computer all’altro, senza alcuno scambio tangibile di soldi.

Le prime monete della storia furono coniate intorno al 640 a.C. dal re Aliatte di Lidia, nell’Anatolia Occidentale; erano monete in metallo di oro e argento, dotate di marchio e “firma” del re, a garanzia del valore del pezzo. Esse, tuttavia, avevano un valore puramente fiduciario, ossia finché il popolo credeva nel potere e nell’integrità del sovrano, credeva anche nelle sue monete. Le monete hanno avuto tanto successo universale perché hanno alimentato il commercio tra popoli diversi, tra estranei accomunati dalla fiducia reciproca nel denaro. La legge universale della domanda e dell’offerta di un bene (il denaro, in questo caso) ha poi sancito il valore del denaro stesso. Quasi tutte le monete di oggi discendono dalle monete lidie.



Ordine imperialeSapiens da animali a dei

Un impero è un ordine politico che governa un numero significativo di popoli distinti che vengono sottomessi ad una élite imperiale. Conosciamo l’impero romano, quello arabo, quello asburgico, quello britannico, il colonialismo europeo, ma anche gli imperi precolombiani (Maya, Aztechi, Inca), tutti accomunati da un ciclo storico in più fasi e da un processo di ibridazione dei popoli soggiogati.

Se è vero che il processo di assimilazione fu spesso doloroso e traumatico, è anche vero che la cultura imperiale ebbe successo anche perché si proponeva per il bene dei popoli; d’altra parte, fu merito degli imperi la creazione di una coscienza nazionale condivisa ottenuta unificando un incredibile mosaico di regni, principati e tribù in lotta tra loro.

Il risultato storico dell’ordine imperiale è duplice: da una parte, una progressiva standardizzazione culturale, madre dell’attuale globalizzazione e, dall’altra, la consapevolezza di essere una progenie di conquistatori e di conquistati. Davanti a noi si profila un altro impero, l’impero globale che non è governato da un particolare stato o gruppo etnico, bensì è retto da un’élite multietnica e tenuto insieme da una cultura e interessi comuni.



Ordine delle religioniSapiens da animali a dei

Oggi la religione è considerata una fonte di discriminazione, contrasto e disunione, ma in realtà essa è stata il terzo grande elemento unificatore dell’umanità, insieme al denaro e agli imperi.

Al tempo dei cacciatori-raccoglitori, la religione dominante era l’animismo che riservava grande considerazione ad animali, piante, fate e spiriti; era una religione locale e non invasiva. Con la rivoluzione agricola, piante ed animali, da membri paritari di una tavola rotonda spirituale, divennero oggetti di proprietà. Siccome, però, non si poteva fare a meno di credere in una forma di devozione propiziatoria, per migliaia di anni dopo la rivoluzione agricola, la liturgia religiosa consisteva in riti in cui gli umani sacrificavano agnelli, vino e dolci agli dei, una pluralità di dei, come il dio della pioggia, la dea della fertilità o il dio della guerra. Era nato il politeismo.

I politeisti credono in un potere supremo, ma completamente disinteressato ai fatti degli uomini per i quali, invece, occorreva essere devoti agli dei, ognuno con il suo potere caratterizzante. Il politeismo non persegue gli “eretici” e gli “infedeli” perché non crede in un unico Dio detentore di una verità assoluta.

Il monoteismo entrò in gioco quando alcuni seguaci degli dei politeistici si appassionarono così tanto al loro patrono da discostarsi dall’assunto politeista di poteri divini diversificati. Il grande passo avanti avvenne, però, con il Cristianesimo; questa fede esordì come setta esoterica ebraica che cercava di convincere gli ebrei del fatto che Gesù di Nazareth era il Messia da loro lungamente atteso; era, dunque, necessario diffondere in tutto il mondo la buona novella – il Vangelo – della venuta di Gesù. La tesi di Paolo di Tarso (uno dei primi capi della setta) trovarono un terreno fertile, al punto che la setta esoterica ebraica s’impose sul possente impero romano che era politeista.



Al pari del Cristianesimo, anche l’Islam nacque come piccola setta in un remoto angolo del mondo, la Penisola Arabica, nel VII secolo d.C. e si diffuse più velocemente.

Rispetto ai politeisti, i monoteisti mostrano la tendenza ad essere molto più fanatici e inclini al proselitismo, anche al proprio interno, come dimostrano le guerre sanguinarie che devastarono l’Europa tra il XVI ed il XVII secolo d.C. tra cattolici e protestanti. Li divideva solo un’interpretazione: per i cattolici occorreva vivere facendo opere di bene per guadagnarsi il Paradiso, per i protestanti era, invece, sufficiente la fede divina.

Dal politeismo non nacquero solo religioni monoteiste, ma anche religioni dualiste. La più importante religione dualista è il Zoroastrismo in auge nell’impero persiano; esso si basa sul dualismo tra il Dio del bene e il Dio del male. Il monoteismo ebraico, quello cristiano e quello musulmano assorbirono numerose credenze e pratiche dualistiche; esse erano contraddittorie rispetto al principio del Dio onnipotente, ma servivano a spiegare la presenza del male nella società.

Fu così che milioni di ebrei, cattolici e musulmani arrivarono a credere nello stesso tempo ad un dio onnipotente e a un diavolo indipendente e spingersi fino al punto di immaginare che il buon Dio avesse persino bisogno d’aiuto nella propria lotta contro il demonio, cosa che, tra le altre, ha aspirato l’appello ai Jihad e alle crociate; anche la credenza nel paradiso (il regno del dio del bene) e nell’inferno (il regno del dio del male) è di origine dualista.

Durante il I millennio a.C. cominciarono, però, a farsi avanti anche visioni del mondo che non contemplavano la credenza negli dei e in altre entità sovrannaturali. La principale di queste fu il Buddhismo la cui figura centrale non è rappresentata da un dio, ma da un essere umano, Siddhartha Guatama. Siddhartha mise al centro della sua ricerca la comprensione e la guarigione della sofferenza umana: racchiuse i suoi insegnamenti in una singola legge: “La sofferenza sorge dal desiderio; il solo modo per essere completamente liberi dalla sofferenza è liberarsi completamente dal desiderio; e il solo modo per liberarsi completamente dal desiderio è preparare la mente a vivere la realtà quale essa è”.

Negli ultimi trecento anni abbiamo assistito alla nascita di un gran numero di religioni che si basavano (e si basano) su forme di venerazione dell’uomo e di sue caratteristiche naturali, vere o presunte tali: il liberalismo, il comunismo, il capitalismo, il nazionalismo e il nazismo. Potete chiamarle ideologie, ma sono – a tutti gli effetti – credenze assolutiste in un ordine oltreumano di leggi naturali e immutabili che avrebbero dovuto guidare le azioni umane. L’umanesimo liberale ritiene sacra la dimensione individuale, mentre l’umanesimo socialista ricerca l’uguaglianza tra tutti gli esseri umani, ritenendo sacra la specie umana nel suo complesso. C’è, poi, l’umanesimo evoluzionista, quello caro al nazismo, secondo il quale l’uomo può evolversi in superuomo o degenerare in un essere subumano.

Gli ultimi cinquecento anni hanno assistito a qualcosa di incomparabile e fenomenale per lo sviluppo delle capacità umane: la rivoluzione scientifica. Negli ultimi 5 secoli, gli umani hanno iniziato a credere, con sempre maggiore convinzione, di poter accrescere le proprie capacità investendo sulla ricerca scientifica. Prima, la conoscenza era riposta nelle Sacre Scritture (Vangelo, Corano, ecc.) e nei vecchi Saggi; ciò che lì non si trovava era perché non importante, così si pensava.

La grande scoperta che lanciò la rivoluzione scientifica fu la consapevolezza che gli umani non conoscevano le risposte alle loro questioni principali, in sostanza, fu la scoperta dell’ignoranza; purtroppo, però, la scienza esercitò un ruolo determinante anche nelle guerre con la scoperta di armi sempre più potenti. Scienza, industria e tecnologia militare cominciarono ad intrecciarsi con l’avvento del sistema capitalistico e con la rivoluzione industriale (Ottocento).

Continua nella parte terza.

Leggi la prima parte.

Cinzia Malaguti

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