Residenze sabaude a Torino e dintorni
Contesto storico: Torino, da cittadella a capitale reale
Quando nel 1562 il duca di Savoia Emanuele Filiberto (1528-1580), decise di trasferire la capitale del suo Ducato da Chambéry in Francia a Torino, la città iniziò a cambiare il suo aspetto, da piccola cittadina medioevale fortificata e marginale a grande centro, anche estetico e simbolico, del nuovo corso.
I Savoia arricchirono Torino e i suoi dintorni di un sistema di residenze d’impronta barocca che continuò a prosperare fino all’arrivo di Napoleone. Alcune residenze reali andarono incontro ad un progressivo abbandono e degrado che trovò soluzione solo nella seconda metà del Novecento quando venne avviata un’imponente opera di recupero e restauro. Oggi possiamo ammirare stupefatti residenze reali imponenti e scenografiche, impreziosite da decori unici e inimitabili.

Le residenze sabaude Patrimonio dell’Umanità
Il sistema delle residenze sabaude è Patrimonio dell’Umanità Unesco e comprende a Torino, Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Castello del Valentino, Villa della Regina (le principali), mentre nei dintorni troviamo la meravigliosa Reggia di Venaria Reale, l’immenso parco della Mandria con il suo Castello, l’incompiuto Castello di Rivoli e la suggestiva Palazzina di caccia di Stupinigi, ma anche il castello di Racconigi, quello di Moncalieri, quello di Agliè ed altri minori.
La motivazione del riconoscimento UNESCO è la seguente: “Offrono un panorama completo dell’architettura monumentale europea del XVII e XVIII secolo utilizzando lo stile, le dimensioni e lo spazio per illustrare in modo straordinario in termini materiali la dottrina predominante della monarchia assoluta“.

Il racconto della visita alle residenze sabaude di Torino e dintorni: impressioni e consigli
Le residenze sabaude da me visitate sono state: Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Villa della Regina, Palazzina da caccia di Stupinigi, Reggia di Venaria Reale, Parco e Castello della Mandria, Castello di Rivoli. Essendo arrivata a Torino con il treno, per visitare le residenze sabaude dei dintorni ho utilizzato City Sightseeing, cioè i bus turistici “sali e scendi” che, dal capolinea in Piazza Castello portano, con tre diverse linee, alle fermate in prossimità delle residenze reali che ho indicato.
Le residenze sabaude a Torino
- Ricchezza e sfarzo: il PALAZZO REALE, Torino

La costruzione di Palazzo Reale ebbe inizio nel 1645 per ordine della reggente Maria Cristina Borbone di Francia (1606-1663), moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia (1587-1637), e terminò agli inizi del XVIII secolo. Il Palazzo Reale fu il centro strategico da cui i Savoia esercitavano il potere. Prima dell’ultimazione della costruzione, la residenza dei Savoia era nel vicino Palazzo del Valentino, in prossimità del fiume Po.

L’architettura è caratterizzata dai tre stili in auge nei periodi di splendore della casata dei Savoia: barocco, rococò e neoclassico. La facciata che guarda su piazza Castello è solenne.
L’imponenza del Palazzo Reale appare appena si mette piede in Piazza Castello, ma è l’interno che vi lascerà a bocca aperta. L’interno è grandioso e sfarzoso, ogni centimetro di ogni stanza è prezioso: soffitti di legno intarsiato e dorato, stucchi di pregio, pareti riccamente decorate, mobili, vasi e orologi pregiati.


Tra le diverse sale visitabili, qui vi voglio raccontare qualcosa dei quelle che più di altre hanno catturato il mio sguardo.
Innanzi tutto, la Cappella della Sindone riaperta dopo i restauri conservativi successivi all’incendio del 1997. Davvero straordinaria la cupola di Guarino Guarini, uno dei più grandi protagonisti del barocco europeo, che ha creato una struttura dove la luce gioca con le snelle forme architettoniche. La Cappella fu costruita per ospitare la Sindone, un telo di lino con impressa l’immagine di un corpo che i credenti identificano in Gesù Cristo deposto dalla croce, entrata in possesso dei Savoia nel 1453. Nella Cappella venne costruito un altare dorato per ospitare la Sindone, distrutto dall’incendio. Oggi la Sindone si trova in una teca collocata nell’adiacente Duomo e coperta da un drappo, ma è visibile solo in particolari occasioni.


La meravigliosa Sala da Ballo fu voluta da Carlo Alberto di Savoia (1798-1849), in sostituzione di due sale precedenti; fu Pelagio Pelagi, tra il 1825 ed il 1842, a progettare il complesso decorativo di questa sala, di gusto classico, con un soffitto a cassettoni, arricchito da rosoni in carta pesta dorata, con ben venti colonne in marmo bianco che scandiscono il perimetro della sala ed evocano un tempio greco, con specchiere dalle cornici in bronzo dorato, con lampadari in cristallo di Boemia; l’insieme crea un affascinante gioco di moltiplicazione della luce e dello spazio.

La sala del trono con i suoi drappi rossi fu prima destinata al trono della regina, poi – a partire dal 1831 – divenne fulcro cerimoniale del re Carlo Alberto. Il soffitto è in legno dorato e fu realizzato tra il 1660 ed il 1662. I tessuti da parati sono ornati dallo scudo sabaudo e dal monogramma con le iniziali del sovrano; a cingere il trono c’è una balaustra settecentesca in legno scolpito e dorato.

La maestosa Sala da Pranzo che oggi possiamo ammirare è anch’essa il risultato di una ristrutturazione degli spazi operata dai Savoia nell’Ottocento; prima di ospitare la Sala da Pranzo, questi spazi erano occupati da una camera da letto e da un gabinetto di toeletta; l’architetto incaricato sacrificò l’assetto carloalbertino per una ricostruzione in stile neobarocco, utilizzando decori antichi recuperati nei depositi del Palazzo (i due ovali ed il pannello centrale), mentre sulle pareti trovarono posto tre arazzi; il pavimento dell’antica camera da letto, capolavoro con intarsi in noce, carpino, acero e mogano realizzato nel 1732 da Giovanni Tamietti, fu ampliato nel 1837.


La deliziosa Sala dell’Alcova risale alla fase costruttiva del Palazzo e fu camera da letto di Carlo Emanuele II (1634-1675); fu decorata in occasione delle sue nozze con Francesca d’Orleans (1648-1664) e presenta temi ed allegorie che celebrano la provenienza francese della sposa; seicentesche sono la tela centrale del soffitto e la cortina, con le cariatidi gravide, realizzata in legno intagliato e dorato a separare il talamo nuziale dalla zona di ricevimento; il drappo con corona sopra la trabeazione è del ‘700. Nel corso degli anni, cambiò diverse volte destinazione d’uso: sotto Carlo Emanuele III (1701-1773), smantellato il letto, fu adibita a piccola sala da ballo, mentre con Maria Teresa d’Asburgo-Este (1773-1832), moglie di Vittorio Emanuele I (1759-1824), fu sala da ricevimento. In età carloalbertiana, su étagères laccate erano esibiti numerosi vasi orientali, alcuni dei quali sono esposti.

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- 2000 anni di storia della città in un Palazzo: PALAZZO MADAMA, Torino


Sì avete letto bene: 2000 anni di storia della città sono racchiusi a Palazzo Madama. Osservatelo bene di lato: dietro la bella facciata barocca del Palazzo, è riconoscibile il castello militare di epoca medioevale, che sorse sopra antiche fortificazioni di età romana.
Il Palazzo Madama si trova in Piazza Castello, di fronte al Palazzo Reale.


Entrate a Palazzo Madama e rimarrete subito ammirati dalla meravigliosa scalinata dell’architetto di corte Filippo Juvarra. Addentrandovi nelle stanze, potrete poi ammirare l’aula del Senato subalpino, costruita tra il 1638 e il 1645 ed oggi spesso sede espositiva di arte pittorica, ma rimarrete sbalorditi soprattutto da una stanza: la Camera di Madama Reale, preziosa stanza da letto della duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours (1644-1724), allestita tra il 1708 e il 1715.


La Camera di Madama Reale è la stanza più bella, dove il rivestimento in tessuto rosso delle pareti e le decorazioni dorate creano un accostamento particolarmente intrigante. Nelle altre stanze si trovano pure decorazioni di pregio, ma senza mai arrivare alla perfezione di luci, colori e spazi della Camera di Madama Reale.


Consiglio. Salite alla Torre panoramica perché la vista vi regalerà uno sguardo a 360° sulla città.
- Il Palazzo a 2 facce: PALAZZO CARIGNANO, Torino

Il Palazzo Carignano è davvero originale: la facciata di mattoni a vista che guarda su piazza Carignano è seicentesca, la facciata bianca che guarda su piazza Carlo Alberto è ottocentesca. La facciata seicentesca è ondulata! La differenza di stile e di materiali è enorme e qui è ben visibile. Oggi è sede del Museo Nazionale del Risorgimento.

Un po’ di storia. Palazzo Carignano fu voluto da Emanuele Filiberto di Savoia Carignano (1628-1709); fu iniziato nel 1679 da Guarino Guarini (1624-1683) con l’occupazione di due interi isolati dell’ampliamento urbanistico verso il Po. Alla sua morte, nel 1683, i lavori furono continuati da Gian Francesco Baroncelli. L’impianto architettonico richiama il primo progetto di Bernini per il Louvre (1664), con una facciata – innovativa nell’architettura torinese dell’epoca anche per l’impiego del mattone a vista – ad andamento concavo-convesso dovuto agli scaloni portati in facciata. Dal 1694 divenne stabile dimora dei principi di Carignano e lì vi nacquero i futuri sovrani Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II.

La seconda fase del palazzo risale alla metà del XIX secolo, ossia molto tempo dopo che Carlo Alberto si era trasferito a Palazzo Reale. Svuotato dei dipinti e degli arredi, Palazzo Carignano divenne allora sede di alcune fra le più importanti istituzioni dello Stato monarchico; nel 1848, il salone d’onore è trasformato nel Parlamento Subalpino (del Regno di Sardegna). La facciata su piazza Carlo Alberto fu concepita, nelle intenzioni iniziali, per accogliere il primo Parlamento italiano dopo l’Unità d’Italia; i lavori terminarono nel 1871.
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- Semplice e sobria: VILLA DELLA REGINA, Torino

La Villa della Regina è addossata sulla prima collina sopra Torino; è una residenza che ha nella sua semplicità e sobrietà la sua bellezza. La bella vista panoramica sulla città di Torino, che si gode dal terrazzo del giardino, compensa la modestia della villa, almeno rispetto alle altre residenze.

Un po’ di storia. La Villa fu pensata nel 1615 come una residenza di campagna con annessi vigneti. Il nome attuale del complesso è dovuto al fatto che, nel corso del Settecento, fu residenza delle regine sabaude, in particolare fu la residenza preferita di Anna Maria d’Orléans (1669-1728), moglie di Vittorio Amedeo II (1666-1732). Durante l’occupazione francese, la Villa fu compresa nel patrimonio imperiale e lo stesso Napoleone vi risiedette nel 1805. Nel Novecento fu abbandonata e cadde in grave degrado, con arbusti e sterpaglia che la coprivano quasi completamente; il recupero del complesso ha data recente (a partire dal 1994), con riapertura al pubblico nel 2007.

La struttura è tipicamente seicentesca con un celebre giardino all’italiana ad anfiteatro sul retro. La piazza-terrazza ellittica antistante la Villa offre una bella panoramica sul centro storico di Torino.
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- La prima residenza sabauda a Torino: CASTELLO DEL VALENTINO, Torino

Il Castello del Valentino si trova in prossimità del Po, fu la prima residenza sabauda a Torino, acquistata da Emanuele Filiberto di Savoia (1528-1580), su consiglio di Andrea Palladio. La sua forma attuale è frutto del volere di Maria Cristina di Borbone (1606-1663), moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia (1587-1637) e figlia di Enrico IV primo re di Francia; quattro torri angolari cingono l’edificio a ferro di cavallo e richiamano così lo stile dei castelli francesi, come la Reggia di Versailles.
Fino all’edificazione di Palazzo Reale, fu la residenza della casata dei Savoia. Oggi è sede universitaria del Politecnico di Torino, ma anche la sola vista dell’esterno ed una passeggiata nel suo bel parco in riva al Po, merita la tappa.
Le residenza sabaude nei dintorni di Torino
- Scenografica maestosità: PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI

La Palazzina di caccia di Stupinigi venne ideata come residenza occasionale durante le battute di caccia al cervo, la passione di Casa Savoia, ma l’architetto di corte, Filippo Juvarra (1678-1736), la progettò così bella da farla diventare luogo di soggiorno di Corte. La Regina Margherita di Savoia la elesse a residenza. Piacque anche a Napoleone Bonaparte che, durante l’occupazione francese, la fece diventare palazzo imperiale.

Un po’ di storia. La Palazzina di caccia di Stupinigi è un capolavoro barocco edificato dal 1729 per volontà di Vittorio Amedeo II (1666-1732), re di Sardegna e Gran Maestro dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, sul vasto comparto agricolo assegnato nel 1573 dall’avo fondatore, Emanuele Filiberto (1528-1580), per sopperire ai fabbisogni dell’Ordine con le rendite delle terre. La Palazzina di caccia di Stupinigi è, ancora oggi, di proprietà dell’Ordine Mauriziano.
L’interno. I Savoia amavano fare battute di caccia al cervo e la Palazzina fu così dotata di una vastissima area boschiva; l’interno è, inoltre, ricco di decorazioni e pitture di natura venatoria.


All’interno spicca il lussuoso Salone centrale, luogo di ritrovo e raffinato ambiente per cerimonie, feste e banchetti. Le chicche però non finiscono qui. Il Salotto degli specchi è un raffinato ambiente che deve il suo nome al soffitto a volta composto di specchi incastonati e pitture a finte porcellane; le pareti sono tappezzate di seta dipinta a mano. Notevole è anche la Sala da gioco, concepita per lo svago della corte e dei suoi ospiti; elegante è la decorazione della volta e delle pareti che rispecchia il gusto per cineserie ed esotismo del Settecento piemontese che, peraltro, si nota anche in altre sale. La Sala del Bonzanigo espone anche un bellissimo armadio decorato finemente.


Consiglio. Non buttate via il biglietto d’ingresso perché vi servirà per usufruire di una riduzione di prezzo per la visita del Castello di Rivoli, viceversa se visiterete prima Rivoli.
Per gli orari di visita e biglietti, leggi qui.
- Affascinante, sontuosa, appagante: REGGIA VENARIA REALE


La Reggia di Venaria Reale è imponente e meravigliosa con i suoi enormi giardini e parco frutti di un imponente restauro dopo che il complesso fu adibito, fin dai tempi di Napoleone, a caserma e piazza d’armi. I giardini e il parco andarono distrutti e, solo grazie ai disegni d’epoca, è stato possibile ricostruirli così com’erano. Dopo gli imponenti restauri, il complesso ha potuto risorgere a rinnovato splendore nel 2007.

L’arredamento interno fu largamente saccheggiato da Napoleone che si portò via ben 1575 pezzi tra letti, sedie, quadri, tappezzeria, gruppi scultorei, specchiere, ecc. (vedi elenco nell’immagine).


La Reggia di Venaria Reale fu realizzata tra il 1658 e il 1679, su volontà di Carlo Emanuele II di Savoia (1634-1675) e progetto degli architetti Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove, poi di Filippo Juvarra.


All’interno sono imperdibili la superba e luminosa Sala Grande e la cupola a trompe l’oeil della Cappella di Sant’Umberto; la Cappella di Sant’Umberto è incastonata tra i palazzi tanto da non permetterne la costruzione della cupola che è così stata affrescato come trompe l’oeil all’interno, dandone l’illusione.


I giardini occupano uno spazio enorme e confinano con il Parco della Mandria. Un comodo trenino vi permetterà di vederli in quasi tutta la loro estensione in 20 minuti.


Consiglio. Se avete la tessera IKEA Family, prendetela con voi e mostratela alla biglietteria, avrete la riduzione sul prezzo del costoso biglietto d’ingresso.
Per info orari di visita, clicca qui.
- Il grande parco pubblico dei torinesi: PARCO E CASTELLO DELLA MANDRIA

Circa 3000 ettari di parco naturale cintato da mura, lunghe circa 36 km, fatte costruire a metà ‘800 da re Vittorio Emanuele II (1820-1878). Le mura avevano lo scopo di proteggere gli appartamenti reali del Borgo Castello voluti dal re per viverci con l’amante e poi moglie morganatica, cioè di diverso rango sociale e che non poteva godere dei titoli e dei privilegi del marito, Rosa Vercellana. Alla morte di Vittorio Emanuele II, divennero proprietari della tenuta i marchesi Medici del Vascello che dedicarono l’area all’allevamento facendone crescere il numero degli abitanti fino a quasi 1000; nel secondo dopoguerra i marchesi furono costretti a vendere l’area a lotti; nel 1976 la Regione Piemonte acquistò il Castello e oltre 1300 ettari di parco, istituendovi il Parco Regionale della Mandria.

Visite. Nel Parco è possibile accedere solo a piedi o in bicicletta, ma se arrivate con City Sightseeing entrerete all’interno dove c’è la fermata, in prossimità del Castello. L’ingresso al parco è gratuito, mentre la visita al Castello è a pagamento; potete fare il biglietto cumulativo con la visita alla Reggia, pagandolo alla biglietteria della Reggia stessa.
- L’incompiuto: CASTELLO DI RIVOLI

Il Castello di Rivoli si trova in una bella posizione panoramica in cima ad una collina, ma ha qualcosa di malinconico, forse perché è un castello rimasto incompiuto, non ultimato, o forse perché è celebrativo degli antenati di casa Savoia. Rimane, comunque, una residenza sabauda seicentesca, imponente e suggestiva. Dopo i necessari restauri che sono seguiti ad un periodo di abbandono e degrado, oggi il Castello di Rivoli è sede di mostre d’arte contemporanea.

Un po’ di storia. Il Castello di Rivoli risale al XII secolo ed aveva scopi difensivi; quando fu acquistato dai Savoia fu oggetto di numerosi interventi di modifica atti a trasformarlo in una residenza per lo svago e la caccia. La grandiosa costruzione, iniziata con Emanuele Filiberto, vide il susseguirsi di tre eccellenti architetti: Carlo di Castellamonte (inizio 1600), Michelangelo Garove (inizio 1700) e Filippo Juvarra (1713-1718). Il primo edificio castellamontiano, caratterizzato da terrazzamenti, venne in parte distrutto dalle truppe francesi nel 1693; i progetti di Garove prima e di Juvarra poi furono tesi a rielaborare e riplasmare le strutture seicentesche superstiti, aumentando le volumetrie. L’idea juvarriana che prevedeva il raddoppio dei due padiglioni di testata, la creazione nella zona centrale di un ampio atrio affiancato da uno scalone e la sistemazione dei terrazzi e giardini, rimase incompiuta. I motivi di questa incompiutezza furono le difficoltà tecniche, economiche e la situazione bellica con l’occupazione delle truppe francesi.


Adibito a caserma durante le guerre e in parte distrutto, subì negli anni successivi uno stato di abbandono che durò fino al 1979, quando venne aperto il cantiere di lavoro per evitare il crollo e poi per le opere di restauro; dal 1984 è sede espositiva di arte contemporanea, ma possiamo ammirare anche le decorazioni di alcune sale che non andarono distrutte e che sono state oggetto di adeguato restauro conservativo.
Per gli orari di visita e biglietti, leggi qui.
Altre residenze sabaude (Govone, Agliè, Racconigi, Pollenzo, Moncalieri) fanno parte del circuito delle residenze sabaude Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma quelle che vi ho raccontato sono indubbiamente le maggiori, quelle più significative; in cima alla lista, delle più affascinanti e interessanti, non ho dubbi a indicarvi il Palazzo Reale, la Palazzina di caccia di Stupinigi e la Reggia di Venaria Reale.
Curiosità torinesi

A Torino, di fianco al Palazzo Reale, sotto il porticato, c’è la scultura in bronzo di Cristoforo Colombo; se volete entrare in sintonia con i torinesi, dovete seguire la tradizione di toccare il mignolo di Colombo: si dice che strofinargli il dito porti fortuna!

A Torino, partendo da Piazza Castello, dove c’è il Palazzo Reale, prendete Via Palazzo di Città e percorretela poche centinaia di metri, troverete il Palazzo col Piercing, un palazzo con un grande anello incastonato nel muro angolare; creata nel 1996 in occasione di un’installazione temporanea chiamata Baci Urbani, quest’opera è ancora oggi al suo posto.
Guarda il mio video!
Per la tua vacanza a Torino, leggi anche Torino e le sue 4 anime e La visita alla città di Torino (i musei).
Buone visite a Torino e dintorni!
Cinzia Malaguti
Aggiornamento effettuato il 14 gennaio 2019
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