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Quando l’inseminazione artificiale diventa un business

Oggi lo sperma per l’inseminazione artificiale si può comperare on line, farselo recapitare a casa e procedere ad una semplice inseminazione fai da te tra le mura domestiche.

Una delle maggiori e più affidabili aziende del settore in Europa è la danese Cryos International che ha prodotto circa 35 mila gravidanze in Europa. Le donne che si rivolgono alla Cryos sono per la maggior parte sopra i 35 anni e con un titolo di studio superiore.

Ho visitato il sito Internet della Cryos International ed ho constatato che si può acquistare on line lo sperma scegliendo il donatore da una lista dove sono indicati: la razza, la nazionalità, il colore dei capelli e degli occhi, l’istruzione ed il gruppo sanguigno del donatore. Si sceglie e si mette nel carrello, si paga con la carta di credito e si aspetta la consegna per corriere, come un qualsiasi altro prodotto. Il pacco che arriva contiene il campione di sperma ordinato, opportunamente crioconservato, accompagnato dal manuale d’istruzioni per l’inseminazione fai da te. Il tutto nel rispetto delle norme di legge nazionali ed europee.

Ole Shou, fondatore dell’Azienda danese, afferma che ” … la cosa che ci impressiona di più è vedere come è cambiata la domanda: quando abbiamo iniziato i nostri clienti erano solo cliniche ed ospedali. Oggi, invece, l’80 per cento di chi acquista sperma sono privati cittadini.”

La Cryos International ha reso l’acquisto estremamente accessibile, grazie ad Internet, cosicché ha potuto aumentare la clientela e farne un business redditizio.

La Cryos International ha creato l’offerta, ma è la domanda a decretare il successo di un progetto economico, in un regime di libero mercato. Da chi verrà allora la domanda di sperma da privati, con acquisto on line e inseminazione fai da te? Potremmo avanzare delle ipotesi, premettendo che per ognuna di esse nutro il massimo rispetto. Allora, le coppie eterosessuali che non possono avere figli per infertilità maschile probabilmente sono più propense a rivolgersi a cliniche ed ospedali, pur non escludendo che qualcuna di esse possa preferire il fai da te, per una ragione o per l’altra. Mi viene, tuttavia, da pensare che questa accessibilità e discrezione renda più che altro felici le coppie lesbiche che desiderano un figlio, ma anche le single che lo vogliono d’origine vichinga, alto, biondo e con gli occhi chiari. Ripeto il massimo rispetto per ognuna di queste casistiche perché un figlio è un figlio e non è mai una scelta che si fa a cuor leggero, però che strano mondo!

Cinzia Malaguti

 

 

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