Pavia, la sua Certosa ed il Castello di Chignolo
Pavia, adagiata sulle rive del fiume Ticino, a pochi chilometri dalla confluenza con il Po, è una città dalle atmosfere agresti, un po’ selvatiche, abitata da gente abituata a rimboccarsi le maniche, pratica, con pochi fronzoli, almeno questa è stata la mia impressione. La cosa più bella da ammirare a Pavia è il suo Ponte Coperto, ma basta fare pochi chilometri per imbattersi in un capolavoro dell’arte rinascimentale: la Certosa di Pavia. Se poi vuoi immergerti in un’atmosfera principesca, il Castello di Chignolo ti aspetta ad una trentina di chilometri ad est del capoluogo.
Pavia e il suo centro storico
Pavia è una città d’origine romana e lo si capisce bene camminando per le sue vie; la Strada Nuova è l’antico Cardo romano, la strada principale che va a nord e a sud ed interseca le vie laterali che vanno ad est e a ovest, gli antichi decumani. La Strada Nuova collega a nord il Castello Visconteo con il fiume Ticino, dove incontra il meraviglioso Ponte Coperto, ma passando prima davanti all’antica Università. Le strade laterali collegano la via principale con le piazze della città e con il suo imponente Duomo d’età rinascimentale.
Nell’essenziale stile romanico è, invece, la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro che ti consiglio di visitare perché nel presbiterio si trova un capolavoro marmoreo del Trecento: l’Arca di Sant’Agostino. L’Arca di Sant’Agostino è il sepolcro monumentale del santo; suddiviso in tre fasce, quella più in basso contiene l’urna con i suoi resti, quella centrale è una statua che raffigura Sant’Agostino dormiente, mentre in alto ci sono scene della sua vita; questo mausoleo è coronato da cuspidi triangolari e sull’intera opera ci sono decine e decine di statue che raffigurano angeli, santi e vescovi. L’Arca punta con le sue cuspidi verso l’alto, dove si trova il Ciel d’Oro, ovvero la cupola affrescata con immagini religiose, a simboleggiare la salita di Sant’Agostino al cospetto di Dio. L’autore di questo capolavoro marmoreo è ignoto, ma l’opera è pregna di maestria e simbolismo da grande artista del XIV secolo, l’epoca in cui è stata realizzata. La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro si trova nei pressi del Castello Visconteo, in Piazza San Pietro in Ciel d’Oro.
Durante il Medioevo, Pavia era una città turrita, ricca di un centinaio di torri gentilizie, ovvero di torri di nobili dell’epoca in gara tra di loro per quella più in vista. Abbattute o crollate nel corso dei secoli, oggi ne sono rimaste solo tre e si trovano in Piazza Leonardo da Vinci.
Il Ponte Coperto collega il centro storico di Pavia, collocato sulla riva sinistra del Ticino, con il Borgo Ticino, posto sulla riva destra, anticamente fuori dalle mura della città. Il Ponte Coperto di Pavia è molto scenografico, ma è una ricostruzione dell’antico Ponte Vecchio, gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale e poi abbattuto. L’attuale Ponte Coperto è stato realizzato nel dopoguerra e non è del tutto fedele all’originale, in quanto si trova 30 metri più a valle ed è di dimensioni maggiori, comunque davvero scenografico!
La Certosa di Pavia
La Certosa di Pavia è un complesso monumentale storico che comprende un monastero con due chiostri e un santuario. Fu voluta da Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, per custodire le tombe della dinastia rinascimentale milanese, cioè doveva essere il mausoleo dei Visconti-Sforza. La sua costruzione ebbe inizio alla fine del XIV secolo e durò per circa 50 anni, assommando diversi stili architettonici. In origine, la sua gestione venne affidata ai monaci certosini, monaci di clausura, che raggiunsero al massimo 60 unità, e per i quali vennero costruite apposite singole celle affacciate sul chiostro grande. Le celle di questi monaci di clausura sono a due piani con tanto di giardino e porticato privati e dotati di una nicchia esterna dove veniva posto il cibo. Oggi ospita 6 monaci cistercensi che gestiscono le visite guidate dei turisti, offrendo loro le spiegazioni necessarie per comprendere il luogo e, devo dire, lo fanno trasmettendo curiosità ed interesse; il monaco che ha accompagnato la mia visita, ad esempio, è un tipo gioviale e pure una star di una trasmissione televisiva locale di cucina!
Arrivando sul viale che conduce all’ingresso, appare subito in tutta la sua bellezza la facciata marmorea, molto ricca di decorazioni. All’interno, molte sono le opere d’arte custodite, ma sono i due chiostri ciò che più ha catturato la mia attenzione. Sono il chiostro piccolo (si fa per dire!) ed il chiostro grande (come un campo di calcio!) a dare meglio l’idea dei grandi spazi e della bellezza di cui potevano godere i monaci; innanzi tutto, sono affascinanti le decorazioni in mattone dei porticati, poi dal chiostro piccolo c’è una vista suggestiva sull’esterno della cupola della Chiesa e dei numerosi pinnacoli, mentre sul chiostro grande si affacciano le celle dei monaci son i loro camini. Nella Chiesa della Certosa di Pavia si trova il sepolcro del fondatore della Certosa, Gian Galeazzo Visconti, ma anche il monumento funebre del suo successore, Ludovico il Moro, e della moglie Beatrice d’Este.
Dal 1866, la Certosa di Pavia è monumento nazionale e proprietà del demanio dello Stato italiano; ospita sei monaci cistercensi che vi abitano e gestiscono le visite, sempre guidate da loro. La Certosa di Pavia si trova nel comune omonimo che dista circa otto chilometri a nord del capoluogo. Per orari e modalità d’accesso visita il sito ufficiale della Certosa.
Il Castello di Chignolo
Il Castello di Chignolo è un’elegante dimora storica immersa nella campagna pavese, a circa una trentina di chilometri ad est di Pavia, in località Chignolo Po. E’ un castello di proprietà privata, ma accessibile alle visite nella parte non abitata. Da vedere c’è tanto all’interno, ma quello che più coglie lo sguardo è la sontuosità del palazzo che non ti aspetti in mezzo alla campagna, ma c’è un motivo. Quando fu edificata la parte più antica, la torre centrale, il Po vi scorreva davanti e quella torre serviva a presidiare un lungo tratto del fiume Po sulla via Francigena.
La torre centrale, il primo nucleo del complesso attuale, risale al Medioevo e fu voluto da Liutprando, re dei Longobardi; l’ampliamento risale ai secoli XVII e XVIII quando divenne una piccola Versailles con l’edificazione di giardini, gazebi, statue, fontane, appartamenti e sale dagli elaborati stucchi e splendidi affreschi. Successivamente fu oggetto di degrado e depredazione, fino all’acquisto da parte di un avvocato locale che tuttora ne cura il restauro conservativo ed il mantenimento.
Il Castello di Chignolo è utilizzato per matrimoni ed eventi aziendali, ma vengono effettuate anche ampie visite guidate nelle giornate di sabato, domenica e festivi, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Buona vita!
Cinzia Malaguti