Arte

Orlando furioso 500 anni in mostra a Ferrara

Nella terra di Ludovico Ariosto è allestita una mostra sul più grande romanzo cavalleresco del Rinascimento italiano e sulle opere d’arte che lo hanno ispirato o che da esso hanno tratto ispirazione: l’Orlando Furioso. Ferrara celebra così i 500 anni dalla prima edizione dell’Orlando furioso.

La prima edizione dell’Orlando furioso risale al 1516, è un poema composto da 46 canti e narra le vicende di Orlando e di altri personaggi in un’Italia divisa, frammentata e litigiosa, fatta di signorie, capitani di ventura, mercenari della guerra, incursioni e domini stranieri, guerre tra cristiani e saraceni, ma fatta anche di arte e mecenatismo. Particolare risalto assumono nell’Orlando Furioso le descrizioni delle battaglie tra cristiani e saraceni ed i temi mitologici.

La mostra Orlando furioso 500 anni espone la copia meglio conservata della prima edizione stampata dell’Orlando furioso, oltre ad un frammento manoscritto autografo del poema e ad una lettera redatta di proprio pugno da Niccolò Machiavelli nella quale si complimenta con Ludovico Ariosto per la validità del testo. Alla prima stesura ne sono seguite altre due, in una ricerca di perfezionismo letterario che impegnò l’Ariosto per oltre 16 anni; la prima stesura fu pubblicata a Ferrara il 22 aprile 1516, la seconda il 13 febbraio 1521 e, infine, la terza è data 1 ottobre 1532.

Il percorso espositivo fa rivivere il fantastico mondo cavalleresco dell’Orlando e dei suoi paladini attraverso i capolavori dei più grandi artisti del periodo, da Mantegna a Leonardo, da Raffaello a Michelangelo e Tiziano, oltre a sculture antiche e rinascimentali, incisioni, arazzi, armi, libri e manufatti di straordinaria bellezza e preziosità. Una comoda audio-guida accompagna il visitatore alla scoperta dell’epica di Ariosto e lo fa con una narrazione unica e continuativa, ma non tediosa.

Orlando Furioso, temi mitologici
Orlando Furioso, temi mitologici

Segnalo alcune opere che ho trovato più belle ed interessanti.

All’inizio del percorso espositivo potrete ammirare un bellissimo arazzo in lana e seta con rappresentata la Battaglia di Roncisvalle, si vede la spada durlindana con cui Orlando taglia la testa al re Marsilio.

Molto bella la terracotta invetriata dei primi anni del XVI secolo con rappresentata la testa di Scipione l’Africano.

Immagine di Scipione l'Africano su terracotta invetriata (XVI secolo)
Immagine di Scipione l’Africano su terracotta invetriata (XVI secolo)

Straordinaria è la carta geografica esposta, la prima che registra le nuove scoperte a seguito dei viaggi di Cristoforo Colombo e Vasco de Gama.

Bellissimo è il dipinto ad olio su tela di Dosso Dossi del 1518 raffigurante Melissa, la fata buona, che sprigiona tutta la forza narrativa dei versi dell’VIII canto dell’Orlando Furioso.

Melissa di Dosso Dossi, narrata nell'Orlando Furioso
Melissa di Dosso Dossi, narrata nell’Orlando Furioso

Rimarrete poi impressionati dall’enorme arazzo in lana, seta, argento ed oro fatto realizzare per Carlo V nel Cinquecento e rappresentante la battaglia di Pavia; in basso a sinistra è raffigurato il re di Francia Francesco I, che aveva guidato la carica della cavalleria pesante, aiutato a scendere dal suo destriero colpito a morte e stramazzante al suolo. Nella teca in mezzo alla sala c’è la vera spada del re Francesco I, sconfitto a Pavia.

L’Orlando Furioso è un poema epico cavalleresco che narra di battaglie e di amori, di vittorie e di sconfitte d’armi, sotto lo sguardo distaccato ed ironico del suo autore e con particolare riguardo ai temi mitologici, tra sogno e realtà, tra desiderio e follia. Un poema, quello di Ludovico Ariosto, molto lontano dalla modernità e dai suoi valori, ma questa mostra con la sua audio-guida sembra caricarci su un’invisibile macchina del tempo e trasportarci all’epoca in cui fu scritto il poema cavalleresco più importante ed amato del Rinascimento.

Orlando Furioso 500 anni è al Palazzo dei Diamanti di Ferrara fino all’8 gennaio 2017. Orari: aperto tutti i giorni dalle 9,00 alle 19,00 e anche durante le festività.

Cinzia Malaguti

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