La storia del microscopio
Il microscopio ci ha permesso di portare alla luce i dettagli del mondo, uno strumento che si è rivelato importantissimo per la cura delle malattie, per scoprire virus e batteri e combatterli, per individuare cellule anomale, aprire la vista ad un mondo che l’occhio nudo non poteva vedere.
Possiamo individuare le origini del microscopio in 5 tappe fondamentali:
1a tappa: 1286 a Firenze, Salvino degli Armati viene ritenuto l’inventore degli occhiali;
2a tappa: 1590, due olandesi Zaccharias Janssen e suo figlio osservarono che aumentando il numero delle lenti in un tubo, regolandone la distanza e la grandezza, l’oggetto osservato diventava incomparabilmente più grande; quel tubo era l’antesignano del microscopio composto e del cannocchiale sviluppato poi da Galileo in Italia;
3a tappa: ancora un olandese, Anton Leeuwenhoek è il primo uomo ad usare un microscopio: egli riuscì, dando delle particolari curvature alle lenti, a raggiungere fino a 300 ingrandimenti, riuscendo così a vedere batteri e migliaia di altre cose invisibili fino ad allora;
4a tappa: alla fine del XIX secolo, Edison scoprì l’effetto termoionico o termoelettronico, rendendo possibile il microscopio elettronico;

5a tappa: a Berlino il microscopio elettronico diventa una realtà con il prototipo costruito da Ruska Ernst August Friedrich nel 1933; ma non possiamo dimenticare il contributo dato da C. Davisson e L.H. Germer che riuscirono a dimostrare la natura ondulatoria dell’elettrone, in accordo a quanto previsto da L. De Broglie nel 1924; tale teoria prevedeva che quanto più un elettrone è accelerato, tanto più è piccola la lunghezza d’onda a esso associata e che tale circostanza fosse possibile sfruttare per superare i limiti di risoluzione di un microscopio ottico; da questa intuizione al prototipo di Ruska, il passo fu breve.
Il microscopio elettronico non sfrutta la luce come sorgente di radiazioni, ma un fascio di elettroni.
Oggi i moderni microscopi ingrandiscono fino a 2 milioni di volte, ma si basano sul prototipo che costruì Ruska nel 1933.
Cinzia Malaguti