I Medici, un uomo al potere
I Medici, un uomo al potere è il secondo romanzo della trilogia sui Medici, la potente e influente famiglia fiorentina del Rinascimento italiano. Dopo aver narrato l’ascesa dei Medici con Cosimo in I Medici – una dinastia al potere, Matteo Strukul ci racconta qui le gesta di Lorenzo il Magnifico, nipote di Cosimo e figlio di Piero, sempre in maniera impeccabile e affascinante e con fedeltà storica, tranne qualche peccato veniale necessario all’andamento romanzato. Tra i protagonisti di questo interessante romanzo storico c’è anche Leonardo da Vinci che lavorò a lungo per casa Medici.

Lorenzo il Magnifico assunse la guida politica della Repubblica di Firenze, appena ventenne, alla morte del padre Piero, nel 1469. Seguendo gli insegnamenti del nonno Cosimo e del padre Piero, Lorenzo era convinto che il futuro di Firenze fosse nella pace e nella prosperità, nell’arte e nella letteratura, non certo nel conflitto, ma purtroppo guerre e conflitti segnarono, volente o nolente, il suo governo.
I Medici, un uomo al potere racconta le lotte di potere in seno alla Repubblica di Firenze, le congiure contro i Medici, ma anche l’amore di Lorenzo per Lucrezia Donati ed il matrimonio di convenienza, voluto dai genitori, con la nobile romana Clarice Orsini. Si narra della religiosità di Clarice e delle sue frustrazioni per non riuscire ad avere l’amore di Lorenzo, al quale però diede ben dieci figli. Si narra, altresì, del genio di Leonardo e delle sue invenzioni.

I Medici, un uomo al potere racconta, infatti, anche del rapporto di amicizia di Leonardo da Vinci e Lorenzo il Magnifico, ma soprattutto descrive l’uomo Leonardo, amante della libertà e dell’amore per la conoscenza, gli unici due sentimenti che Leonardo intendeva proteggere nella propria vita. Il genio di Leonardo riempie il romanzo, ed il periodo storico, di quella bellezza che pare compensare i tanti eventi cruenti che Firenze visse in quel periodo.

I Medici, un uomo al potere descrive principalmente la figura di Lorenzo il Magnifico, il suo pragmatismo, unito ad un incredibile fiuto politico e ad uno spregiudicato uso del potere. Lorenzo, consapevole dell’importanza e della forza del consenso popolare, non esitò ad aprire Palazzo Medici non solo ad intellettuali ed artisti, ma anche ai meno abbienti e alle persone semplici, dando loro consigli e protezione, oltre all’eventuale denaro di cui abbisognavano; come gli aveva detto il nonno Cosimo, con il popolo e la plebe dalla propria parte, i Medici non avrebbero mai potuto perdere; Leonardo ed il fratello Giuliano stabilirono così dei giorni durante i quali uomini e donne di qualsiasi estrazione sociale poterono fargli visita e raccontargli le loro difficoltà quotidiane, aiutandoli ad affrontarle, anche a costo di elargire del denaro, alimentandone così il consenso; bene fecero perché l’appoggio popolare fu decisivo durante la congiura dei Pazzi.

Il periodo della storia dei Medici che fece capo a Lorenzo il Magnifico fu segnato da diversi avvenimenti, ben raccontati nel romanzo: la sottomissione di Volterra con il sangue e la violenza, le trame ambizione e sanguinarie di Girolamo Riario, nipote del papa Sisto IV sfrenato nepotista, e del nobile fiorentino Francesco de Pazzi, l’alleanza antipapale voluta da Lorenzo con la Repubblica di Venezia ed il Ducato di Milano, l’assassinio del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza.
Grande spazio narrativo viene lasciato ad uno dei principali eventi che caratterizzò il governo di Lorenzo il Magnifico, la congiura dei Pazzi, ordita con il beneplacido papale per ridurre il potere mediceo con l’uccisione di Lorenzo e Giuliano; ne vengono raccontate le fasi preparatorie e lo svolgimento nella Cattedrale di Santa Maria in Fiore il giorno di Pasqua, l’assassinio di Giuliano de’ Medici ed il ferimento di Lorenzo; ne viene raccontato il fallimento grazie all’organizzazione bislacca dei congiuranti ed il sostegno popolare ai Medici; vengono raccontate le azioni ritorsive violente dei partigiani medicei e la caccia ai nemici dei Medici, veri o presunti, che gettarono Firenze nell’anarchia per diversi giorni.

Per finire questa recensione che è anche racconto di un periodo storico importante del Rinascimento italiano, vi lascio una delle affermazioni messe in bocca nel romanzo a Leonardo da Vinci e che, indubbiamente, rispecchiano quello che è stato il suo pensiero: “Niente è paragonabile alla natura. Credo che dovremmo solo abbandonarci a essa e provare a replicarne segreti e formule, per essere felici.”
Buona lettura!
Cinzia Malaguti
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