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Gola secca in aereo, cause e rimedi

L’aria che respiriamo in aereo è molto secca, ben poco corrispondente a criteri di salubrità. Gola secca, tossicchio, bruciore agli occhi sono solo alcuni dei sintomi di disidratazione. Ma c’è un rimedio ed è molto semplice: bere molta acqua.

L’aria che viene immessa nella cabina di un aereo viene prelevata in pressione dai motori, ovviamente non dallo scarico, ma dalla parte finale del compressore, prima di essere miscelata al cherosene; in questa fase la sua temperatura si aggira intorno ai 100 gradi, occorre quindi raffreddarla e, naturalmente, filtrarla; solo a questo punto viene immessa in cabina, pronta per essere respirata, ma durante questo processo di compressione e condizionamento perde gran parte del vapore acqueo che contiene.

L’aria prelevata dal motore e manipolata fino a renderla respirabile ha, inoltre, un certo costo, in termini di consumo di carburante, cosicché si tende a sfruttarla il più possibile, facendola ricircolare più volte dentro all’aereo prima di disperderla all’esterno.

Il prodotto finale di tutto questo procedimento ha un tasso d’umidità bassissimo che determina quella spiacevole sensazione di gola secca, accompagnata spesso da un persistente tossicchiare. Il raschio in gola è solo il primo sintomo di un più generale stato di disidratazione che ha conseguenze su tutto l’organismo e può causare secchezza delle mucose, bruciore agli occhi, screpolature della pelle e altri malesseri.

Il rimedio è uno solo: bere, almeno un bicchiere di acqua ogni ora, rigorosamente non gasata. Pietro Pallini, il pilota autore del libro Allacciate le cinture, scrive che, in un volo di una dozzina di ore, arriva di solito a scolarsi un paio di litri d’acqua.

Buon volo!

Cinzia Malaguti

 

Bibliografia:

P. Pallini, Allacciate le cinture, i segreti del volo raccontati da un pilota, Torino, Einaudi, 2010

Sitografia:

Manuale di volo, portale di cultura aeronautica

 

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