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Victor Hugo, liberale ed europeista

Victor Hugo fu scrittore, poeta, drammaturgo e politico francese dell’Ottocento; lo ricordiamo per Notre-Dame de Paris e I miserabili, romanzi e rappresentazioni teatrali, ma Victor Hugo fu soprattutto un liberale che usò il suo talento letterario quale forma espressiva del suo impegno umanista.

Victor Hugo
Victor Hugo nel 1875

L’intreccio tra idee politiche ed opere letterarie in Victor Hugo

Victor Hugo nacque nel 1802 e, a soli 19 anni, pubblicò la sua prima antologia: Odi. Liberale ma non radicale, si fece subito notare per le sue idee e, nel giro di pochi anni, s’impose come principale rappresentante della giovane generazione romantica che voleva cambiare il mondo. Il teatro lo affascinava per l’immediatezza espressiva del dramma; il suo debutto teatrale avvenne con lo scandalo della rappresentazione dell’ Hernani.

Victor Hugo si considerò coscienza e portavoce dell’umanità; le sue opere letterarie e teatrali furono lo strumento espressivo d’elezione delle sue idee liberali in favore delle libertà individuali, dell’emancipazione delle donne, dei diritti dei bambini, della pace, degli Stati Uniti d’Europa e dell’educazione per tutti. Aprire una scuola è chiudere una prigione, disse Victor Hugo.

Una delle sue più grandi battaglie fu quella contro la pena di morte:E’ il simbolo unico ed eterno delle barbarie. E’ un crimine permanente. E’ il più insolente oltraggio alla dignità umana e alla civiltà e al progresso.” Nel 1829 pubblicò un’aspra critica contro la pena di morte con L’ultimo giorno di un condannato a morte.

Victor Hugo nel 1884
Victor Hugo nel 1884

Victor Hugo credeva in un’umanità capace di porre fine alla miseria e alle diseguaglianze ed il mezzo per arrivare a questo risultato era la Repubblica Universale, quegli Stati Uniti d’Europa a cui tanto aspirava. Era l’Ottocento e Victor Hugo contribuì a mettere nelle menti europee quel seme di una Comunità Europea che ancora oggi è tanto difficile coltivare e mantenere vivo. Le sue opere Notre-Dame de Paris (1831) e I miserabili (1845-1862), sono ispirate dalla convinzione che la miseria non fosse un male inevitabile, come molti aristocratici pensavano, ma estirpabile; disse Victor Hugo: “Io sono tra quelli che pensano ed affermano che si possa distruggere la miseria”.

Il ritorno in Francia di Victor Hugo, caricatura di André Gill
Il ritorno in Francia di Victor Hugo, caricatura di André Gill

Victor Hugo era contrario alla violenza ed al radicalismo e, pertanto, si dimostrò contrariato dalle azioni operaie durante l’insurrezione del 1848; si oppose altresì alla proclamazione dell’Impero (1851) da parte di Napoleone Bonaparte, definendo “un crimine” il suo colpo di Stato. Rifugiatosi all’estero, ritornò in Francia solo nel 1870, in seguito alla caduta del Secondo Impero. Nel 1876 venne eletto senatore diventando un’icona vivente della Repubblica restaurata. Victor Hugo morì nel 1885 e venne tumulato nel Panthéon di Parigi, dov’è tuttora.

La vita privata

Victor Hugo dovette affrontare dolorose vicende familiari: il tradimento della moglie, la morte accidentale della figlia maggiore Léopoldine che annegò a 19 anni e la malattia mentale dell’ultima figlia, Adèle, l’unico dei cinque figli (legittimi) che gli sopravvisse.

Chapeau!

Cinzia Malaguti

 

Bibliografia:

Storica NG nr. 85

V. Brombert, Victor Hugo e il romanzo visionario, Bologna, Il Mulino, 1987

V. Hugo, I miserabili, Milano, Mondadori, 2004

P.s.: Le immagini sono tratte da Wikipedia

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